Lettere
Per Salvini, l'italiano è un optional. La decenza, a volte, pure
Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa
Al direttore - Leggo su Italia oggi una citazione di Matteo Salvini: “Migrante è un gerundio”. A me sembra un participio presente. Prima gli italiani! E pure l’italiano.
Ubaldo Casotto
L’italiano, per Salvini, è un optional (prima l’italiano). La decenza, a volte, pure (“I 5.000 euro per i Cpr? Ne hanno pagati altrettanti per venire qua, poi molti arrivano con telefonino, scarpe, catenina, orologino…”, frase che immaginiamo Salvini abbia detto con il rosario in mano). Ma anche rispetto al tema dell’aver cura dell’italiano, inteso come cittadino italiano, siamo messi poco bene. E se davvero Salvini volesse fare gli interessi dell’Italia dovrebbe ricordare che trovare una scusa giusta, ogni giorno, per litigare con tutti i partner con cui l’Italia deve lavorare e trattare in Europa significa fare i propri interessi, in termini elettorali forse, ma non quelli del paese. Il populismo è contro il popolo. Il nazionalismo è contro l’interesse nazionale. Se per capirlo serve un disegnino siamo a disposizione.
Al direttore - Ci sono diversi modi di sperimentare la settimana corta che piace molto a Elly Schlein. In Italia sono soprattutto due: lavorare quattro giorni per più ore (Intesa Sanpaolo), non lavorare il venerdì per malattia (Atac e Ama).
Michele Magno
Al direttore - Caro Cerasa, ma esattamente il complotto evocato dalla destra, parlando di Napolitano, si sarebbe manifestato prima o dopo la scelta che fece la destra nel 2011 quando votò per Mario Monti come presidente del Consiglio?
Lucia Arraffini
Il complotto contro la destra, nel 2011, è semplicemente ridicolo. Così come è ridicolo che oggi a evocare i complotti sia la stessa destra che ha contemporaneamente votato la fiducia a Monti nel 2011 (cioè, l’esecutore del complotto), che ha chiesto a Monti nel 2013 di candidarsi come leader del centrodestra (chiedendo dunque all’esecutore del complotto di portare avanti il suo complotto), che ha votato il bis a Giorgio Napolitano nel 2015 (cioè, il re del complotto) e che ha votato la fiducia a Mario Draghi nel 2021 (che, secondo la ricostruzione della destra, sarebbe stato colui che tramando con Napolitano e Monti nel 2011, da prossimo governatore della Bce, avrebbe creato le condizioni perfette per complottare contro l’Italia). Dalla neuro è tutto, a voi studio.
Al direttore - Senza il bi-presidente, sarebbe mancato il più evidente anticorpo che, insieme a Craxi, sanasse il moralismo berlingueriano, il populismo antipartitico, il consociativismo cattocomunista e gli altri vizi anti occidentali della sinistra nostrana.
Massimo Teodori
Sarebbe mancato anche, in definitiva, un formidabile termometro, utile a segnalare la presenza nel corpo vitale dell’Italia di un virus letale di nome anti politica. “La critica della politica e dei partiti – disse magnificamente nel dicembre del 2014 all’Accademia dei Lincei – è degenerata in antipolitica, cioè in patologia eversiva. E urgente si è fatta la necessità di reagirvi, denunciandone le faziosità, i luoghi comuni, le distorsioni, impegnandoci in pari tempo su scala ben più ampia non solo nelle riforme istituzionali e politiche necessarie, ma anche in un’azione volta a riavvicinare i giovani alla politica valorizzando di questa, storicamente, i periodi migliori, più trasparenti e più creativi”. Viva Napolitano.