Lettere
Il dovere di uno stato sulle ong, l'autogol diplomatico del governo
Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa
Al direttore - Michele Santoro presenterà una lista per la pace alle elezioni europee per costringere Elly Schlein e Giuseppe Conte a parlare della guerra preparata e finanziata da Biden con duecentocinquanta miliardi di dollari che hanno causato cinquecentomila morti mentre potevano essere spesi per opere di bene e per sganciare l’Ue dal carro del presidente americano e per riconoscere le ragioni di Russia, Cina, India, Brasile che vogliono una realtà multipolare in cui non vengano imposti con la forza i valori dell’occidente che con le sue emissioni di anidride carbonica è il principale responsabile della crisi climatica che sta distruggendo il pianeta e che getta sul lastrico intere popolazioni e che genera conflitti manovrati dalla Nato, braccio armato degli Stati Uniti che vogliono continuare ad esercitare il loro dominio sul mondo. Pertanto, basta con gli aiuti militari all’Ucraina che stanno impoverendo l’Italia. #Otto e mezzo. Nota a margine: l’impressione è che, per taluni pacifisti, “Lottare per la pace è come fare sesso per la verginità” (John Lennon).
Michele Magno
Jens Stoltenberg, numero uno della Nato, due giorni fa ha offerto qualche spunto di riflessione interessante a tutti coloro che un anno e mezzo dopo l’invasione dell’Ucraina ancora pensano che la durata della guerra sia colpa dell’Ucraina che si vuole difendere e non della Russia che vuole avanzare. “Ogni metro che gli ucraini guadagnano è un metro che i russi perdono. Gli ucraini combattono per le loro famiglie, per la libertà. Mosca combatte per manie imperialistiche. Più forte diventa l’Ucraina, più ci si avvicina alla fine della guerra. La Russia può fermare la guerra oggi, l’Ucraina non ha quell’opzione. La resa dell’Ucraina non significherebbe la pace. Significherebbe che la brutale occupazione russa ha un prezzo aggiuntivo. L’Ucraina ha bisogno di una pace giusta e sostenibile”. Chiaro?
Al direttore - Gli spread Btp-Bund preoccupano, anche se non sono i differenziali dei 560 punti base dell’epoca del governo Monti o i 900 punti, registrati intorno alla metà degli anni Novanta, che la Banca d’Italia di Antonio Fazio, con la leva della politica monetaria e la moral suasion, riuscì a fare rapidamente abbassare fino ad arrivare, poi, ai 200 punti basi e anche al di sotto. Ma devono preoccupare di più gli spread che si sono rilevati, alcuni giorni fa, nei confronti di titoli portoghesi, spagnoli e, finanche, greci. Fra le tante cause (e i possibili rimedi) vi è quella delle incertezze che si stanno manifestando in diverse direzioni dell’azione di governo con le differenti posizioni che si assumono su alcuni progetti e alcune proposte, mentre si attende una legge di Bilancio che, pur nei ristretti margini disponibili, presenti anche affidabili indirizzi strutturali. Comunque “Primum non nocere”: basterebbe già corrispondere a questo principio di Ippocrate per contribuire, da parte della maggioranza di governo, a una immagine netta che almeno non alimenti incertezze. Ma ci si riuscirà?
Angelo De Mattia
Al direttore - Come cittadina italiana e francese, ma di origine còrsa, sono molto fiera della svolta di Emmanuel Macron sull’autonomia della Corsica, che i precedenti presidenti francesi, con l’eccezione di François Mitterrand, hanno sempre preso sotto gamba. Lo slogan di Macron – “né contro lo stato né senza lo stato” – è la sintesi felice del nuovo approccio della Francia verso la Corsica, che apre nuove prospettive ai còrsi sul modello italiano delle regioni a statuto speciale. Ma è anche un colpo d’ala con cui Macron esce finalmente dall’angolo in cui le convergenze parallele degli opposti populismi di Le Pen e Mélenchon lo avevano irresponsabilmente cacciato.
Marcelle Padovani
Indizio utile per capire che la direzione può essere quella giusta: gli indipendentisti ieri hanno detto che l’autonomia proposta da Macron non è sufficiente. Bene così.
Al direttore - Ci sta tutto (l’ironico?) elogio di Salvatore Merlo al silenzio di Elly Schlein. Però (un però c’è sempre) accade che Andrea Cozzolino, parlamentare europeo del Pd, coinvolto non si è ancora capito a che titolo nell’inchiesta cosiddetta “Qatargate”, racconti della sua inquietante esperienza; definisce il comportamento del suo partito “disumano e indecente”. Qualche cosa Schlein la dovrebbe dire, senza attendere i canonici dieci giorni. La qualsivoglia mancata reazione conferma disumanità. E indecenza.
Valter Vecellio
Una vergogna.
Al direttore - Ho visto che il sito ufficiale del ministero degli Affari esteri tedesco ha risposto a un tweet di Elon Musk. Musk si chiedeva, rilanciando un tweet in cui si dava conto che “attualmente sono otto le navi di ong tedesche nel Mar Mediterraneo che raccolgono immigrati clandestini da sbarcare in Italia, queste ong sono sovvenzionate dal governo tedesco, speriamo che AfD vinca le elezioni per fermare questo suicidio europeo”, se l’opinione pubblica tedesca sia a conoscenza di questo fatto. Il ministero tedesco ha risposto così: “Yes. And it’s called saving lives”. Il caso dei finanziamenti del governo tedesco alle ong mi sembra diventato un caso diplomatico mondiale. Lei che ne pensa?
Andrea Ranieri
Penso che uno stato non dovrebbe finanziare le ong. Penso che uno stato europeo dovrebbe occuparsi di trovare soluzioni europee per salvare vite in mare. Penso che uno stato che rinuncia a fare questo è uno stato che certifica l’immobilismo dell’Europa. Ma penso anche che montare grandi polemiche su questi temi, costruendo una battaglia pubblica e non privata solo per eccitare i propri follower, significhi non capire che aumentare le tensioni, le frizioni e i litigi con i partner europei è un modo come un altro per allontanare la risoluzione dei problemi, compresi quelli che riguardano l’immigrazione. La differenza tra difendere il modello della leadership e quello della followership è tutta qui. Tra chi vuole offrire ai propri follower soluzioni e chi invece vuole offrire loro solo capri espiatori.