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Lettere

Pd e M5s si dicono contro Hamas. Bene, ma vediamo finché dura

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - Caro direttore, ho letto sul suo quotidiano che Mattia Santori si è definito “antisionista”. Provo vergogna per quelle parole. Il sionismo è il movimento per l’autodeterminazione del popolo ebraico in Eretz Yisrael, un ideale risorgimentale di emancipazione nazionale. Lo indicò, esaltandolo, anche Giorgio Napolitano, quando dichiarò che l’antisemitismo odierno si traveste da antisionismo. Io sono iscritto al Partito democratico dal 2012, faccio parte dei suoi organismi e sono sionista. Insieme a tanti esponenti del Pd ero all’arco di Tito martedì scorso. Finché avrò fiato denuncerò l’antisionismo soprattutto quando proviene da sinistra.
Marco Pierini

Sentimento corretto, ma per fortuna minoritario nella classe dirigente del Pd, che su Israele ha finora espresso una posizione chiara. Contro Hamas, con Israele, contro le ambiguità. Lo ha fatto il Pd e, occorre dire con onestà, lo ha fatto finora anche il M5s. Con più distinguo, con più scheletri nell’armadio, ma con una scelta da apprezzare: non erano con noi martedì sera alla fiaccolata, ma il giorno dopo erano in sinagoga a Roma a portare solidarietà. Non era scontato. Vedremo se durerà quando oltre che occuparsi del diritto di esistere di Israele occorrerà anche occuparsi del diritto di difendersi. 



Al direttore - Forse i meno giovani ricordano “Alto gradimento”, la mitica trasmissione radiofonica ideata da Renzo Arbore e Gianni Boncompagni all’inizio degli anni Settanta. Uno dei suoi personaggi più spassosi era Verzo, lo studente liceale romano svogliato e sgrammaticato: “C’hanno dato er tema: ‘Bartolomeo Colleoni, vita e morte’, ma noi amo fatto assemblea e amo deliberato de fa’ er tema: Er mio compagno de banco’”. In questi giorni sono state postate sui social numerose interviste a ciarlieri esponenti di diversi collettivi studenteschi dai nomi esotici. Spiegavano eccitati, spesso con un linguaggio protogruppettaro, perché ci vuole una nuova intifada contro “l’entità sionista”, alias Israele. Beninteso, sono gli stessi che non sono mai scesi in piazza o aperto bocca per protestare contro il massacro delle donne iraniane e l’invasione dell’Ucraina. Probabilmente rappresentano una parte minoritaria della gioventù italiana, quella politicizzata da cattivi maestri o da pessimi genitori. Tuttavia, non è un dato consolante.  Rovesciando la celebre affermazione di Marx, gli accadimenti storici si possono anche ripetere la prima volta come farsa, la seconda come tragedia. Infatti, se il Verzo di ieri con bonario umorismo faceva, appunto, il “verso” ai figli di una certa borghesia caciarona e strafottente del miracolo economico, i Verzo di oggi sembrano più gli eredi grotteschi del grande inganno di cui furono vittime i loro padri, la generazione sessantottina dei bisogni e dei desideri, del disprezzo del lavoro e del rifiuto del merito.  Viva Israele. 
Michele Magno

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