Lettere
Soluzione a due stati? Hamas ne vuole uno solo, e Israele non è contemplato
Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa
Al direttore - “L’antisemitismo è il socialismo degli imbecilli” (August Bebel, Congresso Spd di Colonia, 1893).
Michele Magno
Al direttore - Dalla nascita dello stato di Israele si sono susseguite innumerevoli guerre, attacchi terroristici, occupazioni e a oggi non si intravede alcuno spiraglio di pace. La ricetta che si continua a proporre per porre fine alle ostilità è sempre quella di avere due stati riconosciuti internazionalmente. Ma se questo obiettivo non si riesce mai a raggiungere non è forse l’obiettivo a essere sbagliato? Perché non si può pensare di avere nella regione un solo stato, laico ovviamente, dove entrambe le popolazioni possano sentirsi rappresentate? Grazie per l’attenzione.
Michele Scovazzi
Immaginare di vedere arabi che vivono in Israele è possibile: sono circa 1,8 milioni. Immaginare il contrario no. Rispetto al suo ragionamento, il problema è il seguente: il tema non è la riproposizione della questione dei due popoli e dei due stati. Il tema è un altro: chi oggi rappresenta la causa dei palestinesi, Hamas, vuole un solo stato, e in questo disegno non è prevista l’esistenza di Israele.
Al direttore - Ho visto che Michele Santoro, due giorni fa, ha attaccato il Tg1. E ha detto: “Livelli indicibili, ha descritto il mostro palestinese senza rendersi conto che c’è un popolo in fuga, costretto alla diaspora come lo furono gli ebrei”. Contro l’Ucraina. Contro Israele. Direi che torna tutto, no?
Lucia Marini
Il Tg1 ha fatto una cosa importante: è andato in onda, in un’edizione, con le foto degli ostaggi di Israele dietro al conduttore. E chi prende posizione per difendere Israele, sfidando il pensiero dominante che vede Israele come il simbolo del nuovo male nel mondo, merita un applauso fragoroso.
Al direttore - Per ogni governo dovrebbe essere un mantra: sostenere le mamme e i papà italiani, qualunque forma abbiano le loro famiglie. Un bimbo che nasce è un dono prezioso da coccolare in ogni caso. Sono sempre più numerose in Italia le famiglie monogenitoriali, di madri sole, per scelta o perché il papà non ha riconosciuto i figli, oppure vedove o padri vedovi che più che mai hanno bisogno del supporto dello stato. Donne e uomini che si trovano ad affrontare da soli il carico non solo educativo, emotivo e morale del dover crescere i figli esclusivamente con le proprie forze ma anche il costo economico. Un bambino con due genitori che lo accudiscono ha sicuramente più possibilità di un bambino che riceve l’affetto di una sola persona e il cui bilancio famigliare consiste nel reddito della sola madre o del solo padre. Il governo Meloni è impegnato negli incentivi alla natalità come nessun esecutivo ha fatto prima e con la legge di Bilancio per il 2024 compie significativi passi avanti, anche rispetto allo scorso anno, nelle misure che puntano all’incremento demografico. Manca qualcosa. E da qui una proposta: riconoscere alle mamme o ai padri soli, anche se hanno un unico figlio, gli stessi benefici previsti per le famiglie numerose. Un segnale di attenzione ma anche di incoraggiamento per tutte le donne che vorrebbero avere dei bambini ma temono di rimanere sole nella fase della crescita: non sono sole perché lo stato le aiuta. I figli danno una forza speciale ai genitori, che riescono a fare cose di cui neanche loro stessi si ritenevano capaci. Ancora più forza è necessaria al genitore solo che non può condividere con nessun altro decisioni, scelte, responsabilità nel percorso di vita del bambino. Forza d’animo ma anche fisica nell’organizzazione della routine quotidiana. D’altro canto, nelle famiglie monogenitoriali il legame madre-figlio si rafforza e il processo di responsabilizzazione del bambino è accelerato, perché cresce più in fretta per essere d’aiuto alla mamma che ne ha inevitabilmente bisogno. Idem un padre solo. Non ha nessuno con cui confrontarsi se il figlio ha la febbre o nella scelta della scuola a cui iscriverlo, dello sport a cui introdurlo, nel capire le inclinazioni caratteriali, nel comprenderne le passioni, se è più portato per la musica o per la matematica e indirizzarlo verso il percorso più adatto.. Crescere figli non è semplice, ma ne vale sempre la pena. Ed è bello sapere che, se per un qualsiasi motivo manca un genitore, c’è lo stato. Mai più soli.
Paola Tommasi