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Sulla riforma della Giustizia belle parole di Nordio. Ma i fatti?
Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa
Al direttore - Parla alla Bbc, Musa Abu Marzouk, definito “responsabile Affari internazionali di Hamas”. Ha l’ipocrita impudenza di sostenere che nessuno degli oltre 1.400 morti israeliani del 7 ottobre è un civile. Ha l’ipocrita impudenza di sostenere che sono stati colpiti solo militari o riservisti. Quando, davvero: quando?, una manifestazione non “per la pace”, ma dichiaratamente, esplicitamente, contro la dittatura di Hamas che opprime i palestinesi e vuole l’estinzione di Israele e degli ebrei, e contro chi protegge e sostiene Hamas?
Valter Vecellio
Accontentiamoci per ora dei silenzi delle piazze arabe. E accontentiamoci di vedere, nei confronti di Hamas, un sostegno che non manca nelle piazze occidentali ma che, come scrive il professor Graziosi oggi sul Foglio, non appare essere così presente nelle grandi piazze arabe. Un dato su tutti: le parole offerte ieri dal ministro per gli Investimenti saudita, Khalid al Falih, che rispetto alla possibilità di un riavvicinamento con Israele, anche dopo l’inizio del conflitto, ha detto che il tema “rimane sul tavolo”. E che l’obiettivo di Riad non è sostenere Hamas ma è avere “un medio oriente normale” in cui “tutti i paesi possano avere relazioni normali, concentrando la loro attenzione sulla prosperità economica che è il tema di oggi”. E ad ammettere che Hamas ha usato la sua forza per evitare la normalizzazione dei rapporti di Israele con i paesi del medio oriente ieri è stato Osama Hamdan, membro del politburo di Hamas: “La nostra operazione – ha detto – ha sventato il tentativo di Israele di penetrare nella regione e di violare i diritti dei palestinesi sotto la copertura della normalizzazione”. Chissà che alla fine della guerra l’operazione non gli si ritorca contro. Domanda: c’è qualcuno in medio oriente disposto a morire per Hamas? Forse no.
Al direttore - Continua la discussione sui mitici Sad (Sussidi ambientalmente dannosi) che si vorrebbero abolire ma nessuno sa bene come. Il più importante è, come è noto, il differenziale dell’accisa fra gasolio e benzina. 10 centesimi che valgono 3,2 miliardi di euro. Modesta proposta, tipo uovo di Colombo. Aumentiamo di 5 centesimi l’accisa sul gasolio e diminuiamo di 5 centesimi quella sulla benzina. Sparisce il sussidio e il gettito rimane invariato. Qualche automobilista sarà scontento e qualcuno contento. Quindi si pareggiano anche i sentimenti. Buon lavoro.
Chicco Testa
Al direttore - Caro Cerasa, ma ha notizia di che fine ha fatto la riforma della giustizia?
Anna Maria Pasquini
Intenzioni ottime, velocità deprimente. Sensazione: il ministro della Giustizia continuerà a dire le cose giuste, il governo continuerà a fare di tutto per evitare che vengano realizzate. E a proposito di cose giuste. Questo è Nordio, ieri al Question Time alla Camera: “Esistono varie ragioni per le quali il nostro processo e soprattutto le indagini preliminari sono estremamente, intollerabilmente lunghe nei confronti di una persona. E’ il principio che noi chiameremmo di clonazione del processo. Quando il pubblico ministero termina un’indagine, chiede l’archiviazione e magari la ottiene, mantiene nel suo ufficio una piccola parte di quel fascicolo – cosiddetto ‘clonato’ – e riprende le indagini sulla stessa persona. Questa è una situazione illogica e intollerabile che nella riforma che noi stiamo progettando del nuovo Codice di procedura penale, non soltanto tenderà ad abbreviare i processi ma a evitare che una persona resti sotto la graticola della giustizia per un tempo indeterminato e indefinito”. Bene, bravo, bis. Ma oltre alle parole, c’è di più?