Lettere
Il deficit e le colpe della politica di oggi e di ieri. Chi approvò il Superbonus?
Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa
Al direttore - Gente rovinata, dopo una vita di accessi.
Giuseppe De Filippi
Al direttore - Un dubbio. I parlamentari italiani in missione a Gaza per testimoniare le sofferenze dei civili, oltre a redarguire Israele, si ricorderanno di lanciare un appello a quel che resta di Hamas ad arrendersi, uscire dai tunnel e issare bandiera bianca? Cioè la via più breve per far cessare subito la guerra e liberare gli abitanti della Striscia dalla dittatura criminale che ha fatto subire loro le conseguenze delle sue azioni. O se ne dimenticheranno?
Guido Salvini
Suggerisco ai parlamentari in missione a Gaza – dove ovviamente è giusto andare perché è in corso una tragedia vera, tragedia causata in primo luogo dai terroristi che usano da anni i palestinesi inermi come scudi umani – di leggersi un formidabile articolo pubblicato ieri sul Point e firmato da Bernard-Henri Lévy. “Potete perseverare nel cantare ‘cessate il fuoco! cessate il fuoco’: questo avrebbe l’inevitabile effetto di dare la vittoria a Hamas, di prolungare la sua presa su una popolazione di cui ha fatto la cavia nella sua corsa verso la morte e di vedere la sua aura crescere e crescere anche oltre Gaza, con tutte le conseguenze catastrofiche che si possono immaginare. Oppure potete auspicare che la comunità internazionale, e comunque i paesi sostenitori di Hamas, chiedano all’aggressore due cose molto semplici, che avrebbero come conseguenza immediata la fine di questa guerra atroce e delle sofferenze che essa genera: la liberazione, non di una manciata, ma di tutti gli ostaggi israeliani ancora vivi; e deporre le armi riconoscendo, in un modo o nell’altro, la sconfitta. Chi avrà il coraggio di pretenderlo? Chi si preoccuperà abbastanza del destino degli israeliani e degli abitanti di Gaza da costringere l’aggressore a fermare il suo mostruoso ricatto?”. Già, chi?
Al direttore - A proposito di dossieraggio, divulgazione di atti secretati e affini, come direbbe Totò: “Spesso un paese vale quanto la propria stampa” (Albert Camus, “Critique de la nouvelle presse”, Combat, agosto 1944).
Michele Magno
Vecchia storia: la prima separazione delle carriere che serve è quella tra magistrati e giornalisti.
Al direttore - La scorsa settimana l’Istat ha svelato dati allarmanti sul nostro deficit: quasi due punti sopra le previsioni, 7,2 per cento a fronte del 5,3 stimato dal governo Meloni appena qualche mese fa, come certificato dall’ottimo Luciano Capone. Che però voglio tranquillizzare: c’è un gruppo parlamentare che chiede alla presidente Meloni e al ministro taciturno (Giorgetti) di venire urgentemente in Parlamento a spiegare. E’ quello di Italia viva: insieme ai miei colleghi abbiamo mandato una lettera al presidente della Camera, Lorenzo Fontana, per chiedere la presenza del governo in Aula. Vogliamo capire cosa sta accadendo, come sia stato possibile sbagliare – e non per la prima volta – le previsioni di ben 40 miliardi a soli tre mesi dalla fine dell’esercizio, e vogliamo rassicurazioni sulle stime di finanza pubblica per l’anno in corso. Se la spesa pubblica per il Superbonus è fuori controllo e se la genesi di questo disastro è tutta in capo a Giuseppe Conte e al M5s, adesso, più passa il tempo, più il duo Meloni/Giorgetti si dimostra incapace di arginare la voragine. Anche nel silenzio da una parte del campo largo (io me li ricordo ancora i peana del Pd la scorsa legislatura) che ha sostenuto a spada tratta il Superbonus, e dall’altra della maggioranza che in due leggi di Bilancio successive (ovvero dall’inizio della legislatura e dell’esecutivo Meloni) ha assicurato che tutto sarebbe stato risolto. E invece, pronti, via, e dalle stime di settembre emerge un buco di 40 miliardi. Sì, avete capito bene, il governo, nonostante le rassicurazioni, non è stato in grado di contenere un bel niente, anzi non ha previsto un buco senza precedenti. Di fronte all’enormità di quel buco di 40 miliardi, però, sarà impossibile continuare a tacere. Venga presidente in Aula a spiegarci perché le sue previsioni sono state di nuovo così sballate e ci dica soprattutto: cosa si fa adesso?
Davide Faraone
Tutto giusto. Con un piccolo però. In quel governo che approvò il Superbonus oltre al Pd e al M5s mi ricorda quale altro partito c’era?