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La parola non c'è, il principio sì. Cosa resterà di duelli al G7 sull'aborto

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - “Vare, Vare redde mihi legiones”, ripeteva piangendo Cesare Augusto, disperato per la sconfitta subita da Publio Quintilio Varo a opera dei germani, in cui i romani perdettero il 10 per cento delle loro forze militari. Sono poco meno dell’8 per cento coloro che credettero in Renzi e Calenda, e ora piangono i loro voti perduti. Varo fu ucciso nella battaglia di Teutoburgo, i nostri condottieri potranno meditare sui loro errori. E porvi riparo. Un caro saluto.
Franco Debenedetti


Al direttore - Il G7 ha accordato un prestito di cinquanta miliardi di dollari all’Ucraina. Sarà garantito dagli interessi degli asset finanziari russi congelati nelle banche europee e americane. Per la prima volta si stabilisce così il principio che chi rompe paga e non ha diritto nemmeno ai cocci. Si tratta di una decisione di straordinario rilievo politico. Nel frattempo, da noi sono già scesi in campo gli azzeccagarbugli del Cremlino travestiti da geostrateghi preoccupati per il “precedente pericoloso”. Pericoloso per l’occidente e non per Putin, ovviamente.
Michele Magno


Al direttore - Ma alla fine è vero o no che l’Italia ha cancellato la difesa dell’aborto dalla dichiarazione finale del G7?
Andrea Marini

Bilancio del pasticcio sull’aborto. La Francia di Macron, per ragioni elettoralistiche, ha teso un agguato all’Italia di Meloni, facendo diventare un caso politico di rilevanza mondiale una storia che poteva essere facilmente gestita e che l’Italia ha gestito male. Il giallo non c’è: è falso dire che il G7 a guida italiana ha cancellato la difesa dell’aborto dalle sue conclusioni. E’ vero che il G7 a guida italiana, per ribadire che i paesi del gruppo sostengono “un pieno impegno per raggiungere una salute sessuale e riproduttiva completa per tutti, inclusi l’accesso all’aborto sicuro e legale e alle cure post-aborto”, ha rimandato agli impegni presi a Hiroshima, senza ribadirli. Sarebbe bastato ripetere quei concetti per evitare di offrire il fianco a leader di paesi in cerca di consenso ma se la dichiarazione finale del G7 fosse stata così inaccettabile, e contro l’aborto, i paesi che l’hanno firmata non lo avrebbero fatto. Ecco il passaggio: “Ci impegniamo nuovamente a prevenire e affrontare l’odio e la discriminazione e a eliminare la violenza sessuale e di genere, compresa quella facilitata dalla tecnologia e dalla tratta di esseri umani. Forniremo un supporto completo e una partecipazione significativa alle vittime e ai sopravvissuti. Ribadiamo i nostri impegni nel comunicato dei leader di Hiroshima per l’accesso universale a servizi sanitari adeguati, convenienti e di qualità per le donne, compresi la salute sessuale e riproduttiva e i diritti per tutti”. Comunicato di Hiroshima: “Affermiamo l’importanza di preservare e assicurare l’accesso effettivo all’aborto legale sicuro e alle cure post aborto”. Princìpi confermati ma senza ribadirli. E molto tempo perso a parlare di nulla, o quasi.


Al direttore - Ci si può limitare a dire che documentare la presenza di fascisti tra i giovani di Fratelli d’Italia come ha fatto Fanpage sia semplicemente voler guardare dal buco della serratura?
Marco Taurino

Ho visto l’inchiesta di Fanpage e i commenti a “Piazzapulita”. Due valutazioni, anzi tre. Fanpage si è specializzata in una strana tipologia di inchieste, finalizzate non a documentare la realtà ma a guardare dal buco della serratura arrivando persino a inchiodare personaggi pubblici, indotti da giornalisti sotto copertura a commettere dei reati. Non esattamente la nostra cup of tea. L’inchiesta sotto copertura sui giovani di Fratelli d’Italia illumina un fatto noto: la presenza di numerosi imbecilli tra i militanti di Fratelli d’Italia, tra cui anche fascisti incalliti. Giusto indignarsi e giusto suggerire a chi guida il partito di non ignorare un fatto grave. Se si sceglie però di essere intransigenti rispetto al tema dell’estremismo politico, una volta messa da parte l’indignazione prodotta dai video di Fanpage, occorrerebbe indignarsi anche per le altre forme di fascismo purissimo che, senza bisogno di utilizzare telecamere nascoste, vediamo da molti mesi manifestarsi nelle università, a meno che inneggiare all’Intifada, fare il gioco di Hamas, alimentare l’antisemitismo non venga considerato un fatto meno grave che inneggiare a Mussolini. L’antifascismo non selettivo è sano. L’antifascismo selettivo, se ci permette, è un po’ ridicolo.
 

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