LETTERE AL DIRETTORE
Sul “Diario di un genocidio” solidarietà ai colleghi del Corriere
Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa
Al direttore - Il caro Caruso, mi cita a proposito di tale Perrotta. Avrà pure ruoli scintillanti, ma troppi ne ho visti arrivare e poi andare… Attendo il prossimo o la prossima. Per il resto W il Parlamento, che rappresenta i cittadini e che non sarà mai il tappetino dei burocrati. Ne ho domati di più bravi.
Maurizio Gasparri
Al direttore - Business is business e viva il libero mercato, ma in tempi di vacche magre bisogna accettare di tutto? O ci sono dei limiti? Il Corriere della Sera ha ospitato una pubblicità a tutta pagina per un nuovo libro dal titolo “Diario di un genocidio”. Si parla ovviamente della guerra in corso tra Hamas e Israele. Immagino l’imbarazzo della redazione, che da mesi prova a ponderare quali parole utilizzare, a fronte di una paginata che spazza via chilometri di editoriali sulle parole malate che diffondono odio. In primis “genocidio” con l’implicita, falsa e grottesca equiparazione tra Israele e nazismo. Alle giornaliste e ai giornalisti del Corriere penso si debba tutti esprimere una sincera solidarietà.
Yasha Reibman
Suggeriamo agli autori del libro di leggere qualche volume in più sul tema del nostro Andrea Graziosi, che proprio su queste colonne ha ricordato cosa è esattamente un genocidio: una violenza omicida di massa esercitata in un periodo di tempo relativamente breve contro specifici gruppi nazionali/etnici e razziali. Suggeriamo agli autori del libro di fare un supplemento di analisi e di provare a capire se per caso non abbia ragione chi dice che l’unico genocidio in corso in medio oriente è quello che riguarda un popolo minacciato per il suo credo, per la sua fede: un popolo attaccato il 7 ottobre. Suggeriamo infine, come avevamo già fatto mesi fa quando Rovelli scrisse sul tema delle cose simili, e indegne, di andarsi a rivedere una dichiarazione fatta dal governo tedesco, in risposta alle sciocchezze della Corte dell’Aia: “Il 7 ottobre 2023, i terroristi di Hamas hanno compiuto un brutale attacco in Israele, aggredendo, torturando, uccidendo e sequestrando persone innocenti. L’obiettivo di Hamas è la distruzione di Israele. Da allora, Israele si difende contro questo attacco disumano da parte di Hamas. Considerando la storia tedesca e il crimine contro l’umanità della Shoah, il governo federale si sente particolarmente legato alla Convenzione sul genocidio. Questa convenzione è uno strumento chiave del diritto internazionale per attuare il principio del ‘mai più’. Noi respingiamo fermamente qualsiasi strumentalizzazione politica. Sappiamo che diversi paesi valutano in modo diverso l’operazione di Israele nella Striscia di Gaza. Tuttavia, il governo federale respinge in modo deciso ed esplicito l’accusa di genocidio mossa contro Israele presso la Corte internazionale di Giustizia. Questa accusa è priva di fondamento. Il governo federale sostiene il lavoro della Corte internazionale di Giustizia, come fa da molte decadi. L’intenzione della Bundesregierung è quella di intervenire come terza parte nell’udienza principale”. Solidarietà ai colleghi del Corriere.
Sul “Diario di un genocidio” solidarietà ai colleghi del Corriere
Al direttore - Per far fronte alle centinaia di arresti tra gli estremisti di destra che hanno devastato diverse città del paese, Keir Starmer e i magistrati del Regno Unito si starebbero preparando a tenere aperti i tribunali anche di notte. Un’iniziativa che ci ricorda come in una democrazia liberale la violenza non si combatta con i manganelli, ma con il “rule of law”, e che “là dove finisce la legge, inizia la tirannia” (John Locke, “Secondo trattato sul governo”, 1689). Lunga vita a tutti quegli inglesi che non sembrano essersene dimenticati.
Giorgio Felici