Lettere
Jannuzzi e il giornalismo refrattario al circo mediatico-giudiziario
Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa
Al direttore - Quando ero un giovane socialista mi raccontarono che anni prima Lino Jannunzi si era presentato a un congresso del partito qualificandosi come rappresentante del Ba’th siriano. Gli avevano dato la parola per un saluto che Lino aveva svolto in un arabo inventato da lui, con un amico/accompagnatore, che gli faceva da interprete. A modo suo. Non so se sia una storia vera, ma conoscendo il personaggio è senz’altro verosimile.
Giuliano Cazzola
Storia stupenda. Nei prossimi giorni, continueremo a offrire ai nostri lettori la biografia a puntate del grande Lino Jannuzzi scritta anni fa sul Foglio dal meraviglioso Mattia Feltri. Una storia esemplare, su cosa significhi fare giornalismo senza lisciare il pelo al circo mediatico-giudiziario. Viva Jannuzzi.
Al direttore - La sostituzione del ragioniere generale Biagio Mazzotta – una vicenda per nulla edificante – ha stimolato diverse considerazioni sul ruolo della relativa struttura e qualche esponente del governo ha tenuto a sottolineare, anche con l’intento di sottrarre la Ragioneria dall’inquadramento delle authority, che essa è interna al ministero dell’Economia, cosa che è evidente, ma viene rimarcata per la sua diversità. In effetti, per il rigore e l’efficacia delle relative funzioni, la collocazione giuridico-istituzionale della Ragioneria quale storicamente formatasi non potrebbe che essere interna al ministero. Ma ciò non toglie o comunque non deve togliere una “et” al modo in cui esercita le funzioni definite dalla legge, da svolgere in una condizione di indipendenza, senza superiori gerarchici o vincolanti direttive operative. Il procedimento dialettico con le altre strutture deve essere pieno. La collocazione in questione non esclude altresì che possano eventualmente essere stabiliti per legge criteri, requisiti, vincoli, incompatibilità da osservare per la nomina del ragioniere generale. Su di una funzione del genere, di fatto “neutra”, di garanzia, dovrebbe sussistere un’ampia convergenza politica, essendo essa parte delle “regole del gioco”.
Angelo De Mattia
A me sembra invece una vicenda molto edificante: un governo che finalmente sceglie per un ruolo importante una persona, Daria Perrotta, non sulla base dell’appartenenza del passato ma sulla base del merito. Così come mi sembra edificante che il governo abbia scelto di non assecondare i balneari sulla Bolkestein, e scegliendo ancora una volta di essere splendidamente incoerenti. Due punti a favore. No?