lettere al direttore
Con Boccia politica eterodiretta? Da che pulpito la predica del M5s
Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa
Al direttore - Il G7+1.
Giuseppe De Filippi
Al direttore - Di qui al 7 ottobre, un pezzetto di “Statuto di Hamas” al giorno: “Il Movimento di Resistenza Islamico è un movimento umanistico. Si occupa dei diritti umani, e si impegna a mantenere la tolleranza islamica nei confronti dei seguaci di altre religioni”.
Andrea Minuz
Al direttore - Scrive Barbara Spinelli sul Fatto quotidiano che esiste una “lobby sionista estremamente danarosa e attiva, soprattutto in Usa e Regno Unito, che fin dalla nascita dello Stato di Israele sostiene le sue politiche di colonizzazione, e che oggi appoggia l’ennesimo tentativo di svuotare la Palestina dei suoi abitanti”. Una lobby, spiega Spinelli aggrappandosi a qualche distinguo, “chiamata a volte lobby ebraica, ma con l’ebraismo non ha niente a che vedere”. Poi Spinelli, dopo aver sottolineato che il piano di Netanyahu è “la pulizia etnica in Palestina”, osserva ancora: “Il sionismo inteso come progetto coloniale vacilla ma la lobby, finanziariamente molto influente, non se ne cura”. Infine, però, temendo probabilmente di essere accusata di aver superato la più pericolosa delle “linee rosse”, mette le mani avanti: “Se osteggi le politiche di Tel Aviv, difendi i palestinesi e chiedi di mettere fine all’invio di armi a Israele, vuol dire che sei antisionista, dunque automaticamente antisemita, dunque indifferente al genocidio subito dagli ebrei nel Novecento: questo il sillogismo ricorrente, arma della lobby”. Mani avanti o no, la sensazione è che manchino solo il naso adunco e i Protocolli dei Savi di Sion.
Luca Rocca
Al direttore - Non viene anche a lei, caro Cerasa, il dubbio che Maria Rosaria Boccia sia in realtà una infiltrata di Fanpage con l’incarico di cogliere sul fatto il ministro Sangiuliano mentre si esibisce in un saluto romano e, sotto la doccia, canticchia “le donne non ci vogliono più bene”?
Giuliano Cazzola
Esagerato! Noto un altro dettaglio interessante della storia, che questa volta riguarda un tema che non ha a che fare con il ministro della Cultura. Leggo, per esempio, che il Movimento 5 stelle, in modo più o meno diretto, sostiene, sul caso Sangiuliano, la seguente tesi: è inaccettabile che un ministro possa permettere a un qualche soggetto estraneo di avvicinarsi a dossier riservati di un ministero. E ancora: è inaccettabile che la politica possa permettere che vi sia una qualche forma di interferenza con la sua attività da parte di un qualche soggetto esterno, non inquadrato all’interno di un gabinetto politico o ministeriale. Di tutto ci saremmo aspettati da parte del M5s. Ma mai ci saremmo aspettati di vedere, con così tanta onestà-tà-tà, una critica così violenta rivolta a chi tenta di eterodirigere la politica dall’esterno. Un attacco così al modello Casaleggio Associati, da parte del M5s, non ci saremmo mai sognati di vederlo. Solidarietà-tà-tà.
Al direttore - Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl, in relazione al dibattito in corso sullo stato del movimento sindacale italiano di fronte alle criticità del mondo del lavoro e delle imprese, invoca: “La verità, vi prego, sul sindacato italiano” (lettera al Foglio del 3/9). Potremmo ripetere la stessa richiesta per lo stato della politica italiana, in particolar modo della sinistra: la verità, vi prego, sulla politica italiana. Sì, perché di fronte all’argomentazione di un’altra lettera, a firma Luca Rocca (sempre sul Foglio del 3/9) – che lamenta un appiattimento del Pd a guida Schlein sulle posizioni del M5s – Ella, stimato direttore, non solo esprime il proprio consenso, ma aggiunge che la convergenza dei democratici verso i pentastellati si estende fino alla Lega, almeno su determinate problematiche. Ordunque, qual è il fattore mancante in questa analisi – che condivido, sia chiaro – che mi fa dire che occorre un sovrappiù di riflessione? Io credo che si tratti dell’assenza di una chiara presa d’atto della portata politico-strategica che la suddetta convergenza dimostra: ovverosia l’impossibilità di imporre al sistema politico italiano il postulato del bipolarismo universale: o di qua o di là, o destra o sinistra. La realtà dimostra, invece, che ci sono discriminanti di contenuto e di strategia che tagliano trasversalmente tutti i partiti.
Alberto Bianchi