le lettere al direttore

Al pensiero su Gaza rivolto da Sarah Friedland manca un dettaglio

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - Cioè Draghi vorrebbe spendere 800 miliardi senza rifare neanche una facciata?
Giuseppe De Filippi

Super debito buono!


  
Al direttore - Da qui al 7 ottobre, un pezzetto di “Statuto di Hamas” al giorno: “Dio come scopo, il Profeta come capo, il Corano come costituzione, il jihad come metodo, e la morte per la gloria di Dio come più caro desiderio”.
Andrea Minuz

 

A proposito di 7 ottobre. Nel discorso pronunciato da Sarah Friedland alla Mostra del Cinema di Venezia, dove ha ricevuto un riconoscimento, mancava un piccolo dettaglio. Ha detto: “Sono solidale con il popolo palestinese nella sua lotta per la liberazione”. Sarebbe stato bello sentire qualcuno dire dopo di lei: “Sono solidale con il popolo palestinese nella sua lotta per la liberazione da quei farabutti di Hamas”. Peccato.


  
Al direttore - Molti pensieri si possono fare su questo governo. C’è chi lo considera una giuliva associazione di incompetenti, e c’è chi lo considera una rumorosa scolaresca dove si trova di tutto: la capoclasse incapace di sorvegliare i compagni, il secchione saccente che si crede un accademico dei Lincei, la studentessa appassionata di cinema che disquisisce sul “Gattopardo di Lucchini”, il buffone che fa casino durante la ricreazione e poi fa la spia al professore. Ma se invece questi impagabili rappresentanti del nostro paese fossero gente sincera? Gente che, al fondo, è nostalgica del passato perché non ha un’idea plausibile del futuro, per giunta stordita dall’improvvisa coabitazione col privilegio e col potere? Benedetto Croce usava scherzosamente il termine onagrocrazia, ovvero governo dei somari (dal latino “onàger”, asino), per satireggiare il regime mussoliniano e l’ignoranza dei suoi gerarchi. Nel dicastero Meloni c’è forse qualche cavallo di razza, ma di sicuro non mancano i ciuchi. Non voglio mancare di rispetto a nessuno, sia chiaro, ma una cosa va detta. Era il 1954 quando Flaiano, con amara ironia, annotava nei suoi taccuini: “La situazione politica in Italia è grave ma non è seria”. Oggi, settant’anni dopo, la situazione politica in Italia non è grave, ma è ridicola.
Michele Magno

   

Sempre Flaiano: “Non chiedetemi dove andremo a finire perché già ci siamo”.


   

Al direttore - Confesso che l’ampia e lunga intervista al senatore Matteo Renzi  – al di là di ruotare intorno a prevalenti argomenti di politica interna dell’Italia – mi ha curiosamente spinto a un confronto tra il quadro politico d’insieme del nostro paese che scaturiva dalle risposte del capo di Italia viva alle incalzanti sue domande e le notizie che giungevano nelle stesse ore da Parigi, dove è in atto un duro scontro politico per dare alla Francia un governo dopo gli esiti delle ultime elezioni politiche svolte nel paese transalpino. Qualcuno si chiederà: ma cosa ci azzecca l’intervista a Renzi con la Francia politica di queste ore? Beh, è presto detto: il punto di confronto è dato dal postulato del bipolarismo universale. E sì: tutta l’intervista di Renzi mira ad accreditare e sostenere e corroborare che questo sia l’unico futuro del quadro politico italiano: o sinistra o destra, o di qua o di là. Ora a me pare che proprio l’esempio francese stia a dimostrare che non sempre l’ostinato postulato bipolarista risponda agli interessi delle forze riformiste e del paese se, chiudendosi in una pura logica di schieramento polarizzato dal voto elettorale, si finisce per dare spazio d’influenza politico-parlamentare alle forze di destra o di destra estrema che si intende combattere. Non è forse quello che sta avvenendo in Francia con il suicidio dei socialisti francesi che rifiutano di collaborare con Macron per dare al paese un nuovo centrosinistra, dove nuovo sta per coerente espressione di forze europeiste? Non è forse questo il rischio, di lungo termine, sotteso all’ampia intervista di Renzi?
Alberto Bianchi 


 

Al direttore - Sono un lettore del Foglio sin dal primo numero. Scrivo per congratularmi con Giulio Meotti per l’eccellente articolo su Netanyahu sul Foglio di sabato. Un articolo veramente importante. Complimenti. Un cordiale saluto.
Antonio Donno


  
Al direttore - “Bravo signor padrone, / ora incomincio a veder schietto tutto il vostro progetto, / A Cernobbio, è vero? / Voi ministro, io corriero / e la Rosaria segreta ambasciatrice, / Non sarà, non sarà, Dago il dice” (Da Ponte, “Le Nozze di Figaro”).
Franco Debenedetti


 

Al direttore - L’ex ministro Sangiuliano non avrebbe mai immaginato che il primo “grande evento” organizzato con la consulenza di Maria Rosaria Boccia, sarebbero state le sue dimissioni.
Giuliano Cazzola