Lettere al Direttore
Banche e risiko: w la concorrenza! Fake news sul centro sperimentale
Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa
Al direttore - Apprezzo molto l’impegno della sinistra per lasciare un pianeta migliore ai nostri figli. Ma anche lasciare dei figli migliori al nostro pianeta non sarebbe male.
Michele Magno
Ma anche lasciare dei figli, solo dei figli, non sarebbe male, no?
Al direttore - Nella conferenza stampa di giovedì, la presidente Christine Lagarde, pur esprimendo un giudizio indirettamente non negativo sull’operazione Unicredit-Commerzbank, ha detto che la valutazione spetta, però, alla Vigilanza della Bce. Ciò è però fondato fino a un certo punto, considerato che le decisioni della supervisione sono poi sottoposte al via libera del Consiglio direttivo della Bce che, ovviamente, può anche negarlo e formulare proposte alternative. Queste possono determinare un conflitto che, però, è risolvibile per via arbitrale interna. Non si tratta di un formalismo: se bene esercitata questa attribuzione del direttivo, rende più completa la valutazione delle misure di Vigilanza all’esame, soprattutto quelle di carattere generale. E su di esse si potrebbe e si dovrebbe riferire, con la necessaria sintesi, anche nella conferenza stampa della presidente.
Angelo De Mattia
Formalismi necessari, imprescindibili, che però non cambiano la sostanza: il risiko europeo fa bene non solo all’Italia ma anche all’Europa e vedere banche italiane che provano a fare attraverso il mercato quello che un tempo facevano attraverso la politica è una buona notizia non solo per il nostro sistema bancario ma anche per quello europeo. Viva la concorrenza.
Al direttore - Da parte del vicecapogruppo alla Camera di Avs, Marco Grimaldi, è quantomeno impreciso, se non scorretto, mettere insieme il licenziamento di un dirigente e la situazione di 17 collaboratori esterni. Sono vicende diverse. Nel caso del dirigente, il cda ha preso atto di gravi comportamenti che fanno venire meno il vincolo fiduciario. Nel caso dei collaboratori esterni è scaduto il loro contratto. Non sono stati “mandati a casa”. Avevano un contratto di collaborazione a tempo che non poteva essere prorogato, avviato dalla vecchia governance con un contributo speciale del ministero per un “piano di digitalizzazione del patrimonio audiovisivo”. L’eventuale previsione di nuovi rapporti di collaborazione è un’operazione che ha un impatto sul bilancio del Centro, e che deve seguire tempi e modi che rispondano anzitutto alle logiche della trasparenza, cioè bandi di selezione. La nuova governance sta lavorando alla ristrutturazione completa dell’organico del Centro sperimentale e intende valorizzare prima di tutto le tante risorse interne, e di grande valore, a volte anche inespresse. E’ una vasta operazione di razionalizzazione, miglioramento e rilancio di un ente che solo ora, a quanto pare, attira l’attenzione dei media (lo prendiamo come un segnale positivo: vuol dire che tutti abbiamo a cuore le sorti del Centro sperimentale). Aggiungo che il Mef ha da poco approvato il nostro Pnrr. Lo consideriamo davvero un grande successo. E dico “nostro”, perché il Pnrr è stato completamente rimodulato e aggiornato con un lavoro enorme che ci ha impegnato per mesi. Infine, con una triangolazione tra Demanio, ministero della Cultura e della Difesa, abbiamo ottenuto un grande immobile a pochi chilometri dal Centro per la conservazione delle pellicole. Questo risolverà uno dei grandi problemi endemici del Centro sperimentale, che si trascinava da decenni e che ahimè sin qui non aveva appassionato nessuno al di fuori degli addetti ai lavori. Alla faccia del “Nerone che brucia tutta Cinecittà” (che peraltro non è il Centro sperimentale) evocato da Grimaldi.
Andrea Minuz (consiglio di amministrazione del Centro sperimentale di cinematografia)