(foto EPA)

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Lode all'Idf che ha trovato Sinwar, senza l'aiuto dell'intelligence

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - Strano destino quello di Israele. Un paese democratico che ama la pace e la libertà, che tutela la diversità di genere, che ha in Parlamento un numero consistente di deputati arabi, deve difendersi da nemici che ne vogliono la distruzione totale e lo aggrediscono da anni senza tregua e viene descritto dalla comunità internazionale, Italia compresa, come genocida e criminale di guerra. Eppure dalla sua sopravvivenza ne discende anche quella dell’occidente. E non credo di esagerare.
Roberto Alatri

Aggiungo un po’ di poesia, se possibile, alla sua considerazione. John Spencer, studioso pluripremiato, professore, veterano di guerra, analista militare, ha notato qualche dettaglio interessante che riguarda la morte di Sinwar. E’ avvenuta sotto il comando della stessa divisione israeliana che ha avuto una responsabilità profonda nell’incapacità di prevenire il 7 ottobre: la 143esima divisione, la Gaza Division. Ad aver trovato Sinwar sono state forze regolari, forze corazzate, in un’area urbana, con gli stivali a terra, senza l’aiuto dell’intelligence. Ad aver eliminato Sinwar è stata una Brigata della scuola di fanteria (la 828) che aveva ucciso accidentalmente tre ostaggi nove mesi fa. E Sinwar è stato eliminato nel primo giorno di  Sukkot, una festa di pellegrinaggio che in Israele dura sette giorni: nell’ultimo giorno di Sukkot, un anno fa, Sinwar lanciò l’attacco contro Israele.


Al direttore - In merito a quanto osservato sul Foglio da Luciano Capone riguardo l’andamento della povertà assoluta per condizione professionale della persona di riferimento della famiglia, si segnala che, per una corretta interpretazione dei dati – come è ricordato anche all’interno del comunicato – è necessario consultare il prospetto 8 presente nelle tavole allegate. Tale prospetto riporta, infatti, le sole tipologie di famiglie e individui che presentano variazioni statisticamente significative dell’incidenza di povertà assoluta tra il 2022 e il 2023. Come si può notare, le famiglie con persona di riferimento in cerca di occupazione non sono presenti nell’elenco; ciò significa che la variazione dell’incidenza osservata per queste famiglie non è statisticamente significativa o, in altri termini, che la diffusione della povertà assoluta in questo gruppo di famiglie non è cambiata nei due anni.  Al contrario, nel prospetto 8 sono presenti le famiglie con persona di riferimento operaio o assimilato per le quali si registra un effettivo incremento dell’incidenza di povertà assoluta dal 14,7 per cento al 16,5 per cento.
Ufficio stampa Istat

 

Risponde Luciano Capone. Grazie per la precisazione. Dato che tutti, cittadini e giornalisti, siamo portati a prendere molto sul serio i dati dell’Istat, per il futuro sarebbe forse preferibile, nei comunicati, o mettere solo le variazioni significative (e nel file con le tavole allegate anche le variazioni non significative) o pubblicare variazioni con i rispettivi intervalli di confidenza o evidenziare le variazioni inaffidabili (cioè non statisticamente significative). Perché pubblicare un grafico che include variazioni significative e non significative, rimandando al download di un file excel la scoperta al prospetto 8 di quali sono le voci che realmente hanno presentato  variazioni significative e quali invece no, sembra più una caccia al tesoro che un comunicato.

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