lettere al direttore
Zelensky e il falso quotidiano diffuso dai nemici dell'occidente
Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa
Al direttore - In un salotto televisivo serale viene intervistato Tomasz Sikorski, il ministro degli Esteri polacco. Spiega perché è giusto e necessario difendere l’Ucraina. Chiamato in studio a commentare l’intervista (registrata), il direttore di un quotidiano la definisce “agghiacciante”. Perché il ministro non aveva mai pronunciato la parola “negoziato”, unica alternativa per un paese ormai agonizzante. E’ lo stesso direttore che il 23 febbraio 2022 postava questo memorabile tuìt: “L’altra sera, mentre tg e talk rilanciavano l’ennesima fake news americana dell’invasione russa dell’Ucraina (ancora rinviata causa bel tempo)…”. Da allora questo direttore medium, coadiuvato dal generale paragnosta Fabio Mini e dal sociologo sensitivo Alessandro Orsini, ci ha spiegato ogni settimana, per centoquaranta settimane, che Zelensky è virtualmente un cadavere che cammina. Ovviamente per il nostro i mandanti della sua certa fine ingloriosa sono la Nato e l’Ue, che sperperano fiumi di denaro in un’impresa disperata, mentre potrebbero destinarli a opere di bene. Mica come Putin, che si è ben guardato dal trasformare la Russia in un’economia di guerra, che ha rifiutato gli aiuti militari di Iran, Cina e Corea del Nord, che ha perfino negato alle truppe di Kim Jong Un di entrare in Donbas, che un giorno sì e l’altro pure manifesta una genuina e sincera volontà di trattare (la resa). A una domanda della conduttrice che gli chiedeva se l’Italia fosse permeabile alla propaganda del Cremlino, Sikorski non ha avuto dubbi: l’Italia è uno dei paesi europei più esposti alle sue infiltrazioni. Chissà, forse sapeva che lo stava ascoltando Marco Travaglio.
Michele Magno
Non direi però infiltrazioni, caro Magno, direi più che altro una linea chiara e a suo modo coerente. L’odio per il così detto establishment occidentale è così forte, in alcune realtà italiane, da far passare tutto il resto in secondo piano e se il fine di una certa corrente di pensiero è quello di considerare l’occidente responsabile di tutto, si finirà inevitabilmente così: si trasformano gli aggrediti in aggressori, si trasformano gli aggressori in aggrediti, si trasformano gli antifascisti veri, non quelli farlocchi, in nemici della pace e si trasformano infine i dittatori che sfidano l’occidente in grandi difensori della libertà nel mondo. Viva Zelensky, antidoto vero per arginare il falso quotidiano diffuso come veleno nell’aria dai nemici dell’occidente.
Al direttore - E’ pienamente condivisibile il commento del Foglio al Report della Banca d’Italia sugli incidenti informatici nel settore finanziario: la sicurezza, nell’èra digitale, è una questione di sopravvivenza, si scrive. Bene. Ma la sicurezza, in questi ultimi tempi in modo particolare, riguarda non solo i meri “incidenti”, ma anche gli accessi illeciti ai sistemi informatici di intermediari, come recenti casi hanno segnalato. In attesa che dal punto di vista generale e normativo il problema venga affrontato, pure tenendo conto degli indirizzi comunitari, il settore bancario (e finanziario) non è comunque sprovvisto di disposizioni in proposito. Si tratta, allora, di avere un quadro aggiornato, in forma anonima, dei controlli che vengono effettuati in sede ispettiva dall’Organo di supervisione, degli inadempimenti o delle irregolarità rilevati, delle misure prescritte a conclusione delle ispezioni, delle possibili conseguenze che si traggono per sollecitare altre misure di competenza altrui o innovazioni legislative e istituzionali. Se la sicurezza è una questione di salvezza, come si afferma giustamente, allora bisogna essere all’altezza degli impegni di regolamentazione, prevenzione, contrasto e controllo.
Angelo De Mattia
Al direttore - In relazione all’articolo “Negazionisti del 7/10” pubblicato sul Foglio il 24 ottobre scorso, in cui si fa riferimento a un post di una nostra redattrice, mi preme sottolineare che il testo in questione è stato pubblicato sul profilo social privato della giornalista a titolo puramente personale e non rispecchia in nessun modo le posizioni della rivista, che sono espresse in maniera chiara e inequivocabile nelle decine di articoli che abbiamo pubblicato nell’ultimo anno. La prego di pubblicare questa doverosa precisazione a beneficio dei lettori.
Cinzia Sciuto
direttrice MicroMega