le lettere
Acuto della Kallas, e la politica estera Ue batte un colpo. Applausi
Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa
Al direttore - Resoconto non autorizzato della telefonata fra Trump e Putin: – Hallo, sei tu, Vlad? Sappi che voglio darti una mano, ma tu e il mio amico Kim non dovete esagerare con l’escalation in Ucraina. Elon, che è qui accanto a me, ha tuittato che è finito il tempo degli speculatori guerrafondai. Mi occorre un po’ di tempo per mettere in cantina quel ferrovecchio che è la Nato, ma ora non posso perdere del tutto la faccia con gli alleati europei. E poi quel testone di Zelensky è imprevedibile. Se si accorge che voglio farlo fuori, magari è capace di rifiutare ogni negoziato di resa. – Privet, Donald, kak dela? Devi stare tranquillo e fidarti di me. Il lavoro è a buon punto. Lasciami solo qualche settimana per completarlo. Sto per riconquistare Kursk con un esercito di cinquantamila uomini armati fino ai denti. E i miei bombardieri stanno dando una bella spazzolata ai neonazisti di Kyiv. Quanto agli alleati europei, non ti devi preoccupare: baltici e polacchi esclusi, se la fanno sotto. Quando entrerai nello Studio ovale, non dovrai far altro che dire a Volodymyr: o mangi questa minestra, o salti dalla finestra. Ah, dimenticavo: sia chiaro, io per la ricostruzione dell’Ucraina non caccio un soldo.
Michele Magno
“Se si raggiunge un accordo che porta una pace a breve termine, non è duraturo, porta più guerre. Come porre fine alla guerra? La guerra finirà quando la Russia si renderà conto di aver fatto un errore come in Afghanistan, quando ritirerà le truppe e si renderà conto di non poter vincere in Ucraina. Se sosteniamo l’Ucraina in maniera determinata, la Russia si renderà conto di aver fatto un errore e di non poter vincere la guerra”. Amare Kaja Kallas, Alto rappresentante dell’Ue per la politica estera designata, e alto rappresentante al trollaggio dei filoputiniani d’Europa, simbolo da preservare e custodire come un tesoro nella nuova Commissione europea. God bless.
Al direttore - Landini sta alimentando la strategia della pensione.
Roberto Alatri
Al direttore - Non le sembra che quel dialogo, quel desiderio di ricercarsi per telefono, quella voglia di alimentare l’amicizia non è solo diminuita, ma sia venuta a mancare, quasi di schianto? E’ tutto un comunicare virtualmente con un sistema tecnologico informatico, il principale, Whatsapp, per il quale non sarebbe meglio la tradizionale telefonata che semplifica? Pensi che non solo gli amici non ci sono più o sono spariti. Li devi cercare e il più delle volte preferiscono lasciare squillare il telefono, vedono la chiamata e poi sono, diciamo, “distratti” e si dimenticano di ricontattare. Questo avviene persino con i famigliari. E’ tutto così. La virtualità ha preso il sopravvento su quello che c’era prima. Sembra proprio che esista una chiusura generale di socialità, che ha poco di umano, perché dimostra una chiusura totale, a riccio. Ci siamo trasformati, in negativo però, indurendo il nostro cuore. La società è così adesso. Ma non sarà che il periodo della pandemia, del Covid 19, abbia portato in molti, moltissimi, in questa condizione? Qualcuno lo aveva anche detto: non saremo più come prima.
Adalberto de’ Bartolomeis