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Lettere al direttore

L'unica cosa che sembra non interessare ai federatori del centro: i voti

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - A Mosca non hanno ascoltato Salvini sul pericolo monopattini.
Giuseppe De Filippi

Al direttore - Caro Cerasa, approfitto della sua ospitalità per annunciare la mia candidatura a federatore dei federatori del centro. Cordiali saluti.
Michele Magno

Una volta definita la partita dei federatori sarà interessante capire poi se a qualcuno interesserà anche occuparsi dell’unico tema che ai federatori del centro sembra non interessare: i voti. Quisquilie. 


 

Al direttore - Ho letto con interesse l’articolo pubblicato oggi, martedì 17 dicembre, sul Foglio a firma del bravo Simone Canettieri. Capisco la critica al Pd perché al Senato non vuole lavorare durante il ponte di Natale e posticipare l’esame della legge di Bilancio al 27 dicembre: in questo modo, Giorgia Meloni non potrà vantarsi di avere approvato il Bilancio dello stato il 23 o il 24 dicembre, prima degli altri governi! Il punto però è che, in ogni caso, il Senato non potrà esaminare compiutamente la legge di bilancio, la più importante, e introdurvi delle modifiche. E’ accaduto anche in passato, certo, pure per la Camera. Ma il governo Meloni, in questi pochi anni di legislatura, oltre a battere i record di voti di fiducia, ha introdotto una sorta di monocameralismo di fatto che umilia il Parlamento. Questo mi preoccupa, più di dove trascorreranno il Natale i senatori del Pd. Cordialmente, con stima.
Elio Vito

“Democrazia parlamentare significa che il Parlamento decide. E di grazia posso chiedervi dov’è la democrazia parlamentare nel momento in cui il Parlamento non può discutere la legge di Bilancio, che vi segnalo essere la prima prerogativa dei parlamenti, dalla fine delle monarchie assolute? Se al Parlamento gli togliete la legge di Bilancio, vi comunico che la democrazia parlamentare non c’è e non c’è neanche il Parlamento?”. Giorgia Meloni, 2019.


 

Al direttore - L’accanimento con cui diversi gruppi ambientalisti e qualche sindaco in cerca di facile popolarità si accaniscono nel trovare ragioni per opporsi al termovalorizzatore voluto dal sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, nell’area di Santa Palomba sulla via Ardeatina, è ormai privo di ogni giustificazione. I ricorsi amministrativi sono stati bocciati da Tar e Consiglio di stato e tutti gli aspetti dubbi perfettamente chiariti. Ma ancora domenica sera la tv di stato per mano dello spericolato e disinformato Ranucci, autore di “Report”, ha riproposto la solita serie di banalità prive di ogni sostanza nel tentativo inutile di sollevare scandalo dove non ne esiste motivo alcuno. “I terreni sono stati pagati troppo cari” –  non è vero e i prezzi sono allineati a quelli delle aree circostanti; “consumerà un sacco di acqua” – non è vero e l’acqua sarà interamente riciclata; “inquinerà tutta l’area” – non è vero e le emissioni saranno largamente inferiori a quelle del traffico automobilistico sulla Ardeatina; “il termocombustore  è nemico del riciclaggio” – non è vero come dimostra  abbondantemente la Lombardia che ha numerosi termocombustori e il più alto tasso di riciclaggio di Italia. Dopo la chiusura della discarica di Malagrotta decisa dall’ex sindaco Marino senza avere in testa e in pratica alcuna alternativa, il comune di Roma èė passato da un’emergenza all’altra. Esportando fuori da Roma e dall’Italia la maggior parte dei suoi rifiuti. E facendo pagare ai romani una Tari carissima. Unica alternativa prima della saggia decisione di Gualtieri: realizzare un’altra megadiscarica. E gli oppositori non si rendono  conto di essere i migliori alleati delle diverse discariche abusive che ancora proliferano nel territorio. La storia ricorda quella della feroce guerra che fu fatta , vescovi e pseudo ambientalisti in testa, contro l’analogo impianto di Acerra in Campania,  fortemente voluto da Bassolino (e da Berlusconi,  che mandò l’esercito). Oggi tutti riconoscono che ha salvato Napoli da un’emergenza senza fine. Ma lo spericolato giornalismo di “Report”, incurante dei dati e che scambia notizie bollite e violazioni della deontologia professionale per giornalismo di inchiesta, fa finta di niente e si attorciglia in giustificazioni ipocrite. Ben protetto da quelli che a destra e a sinistra la decisione di Gualtieri proprio non l’hanno digerita. Ps. Ranucci ha poi detto che lui il termovalorizzatore lo vorrebbe, ma non quello e non lì. E ha chiesto al presidente della regione di bloccarlo. A quale titolo non si sa. 
Chicco Testa