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I fanatici neonazisti e il falso argomento del fascismo degli antifascisti

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa 

Al direttore - Ma invece chi paga l’abbonamento per vedere la serie su Mussolini come lo fa lo scarico di responsabilità?
Giuseppe De Filippi


 

Al direttore - Guardando ciò che accade, mi viene da parafrasare Tolstoj; tutti i fanatici sono fanatici allo stesso modo, ma ogni anti fanatico è anti fanatico a modo suo. Pochi di quelli che non tollerano le violenze dei centri sociali sono altrettanto intolleranti verso le analoghe follie di CasaPound, e viceversa. Capisco che quos Deus vult perdere, dementat prius, ma stiamo esagerando. Un secolo fa il manicheismo dei benpensanti aprì la strada alle dittature di destra e di sinistra, e a quei tempi non c’erano nemmeno Musk e il riconoscimento facciale. Ora rischiamo di non uscirne più. 
Stefano Cinelli Colombini

I fanatici, intolleranti, con simpatie per i neonazisti che considerano la libertà di essere estremisti come la forma di libertà più importante da tutelare al mondo, con tutto il rispetto mi sembrano decisamente e notevolmente e drammaticamente più pericolosi dell’internazionale degli anti fanatici: il fascismo degli antifascisti possiamo considerarlo per cose più serie. 



Al direttore - “La procura di Roma acquisirà le chat tra Elon Musk e il suo referente italiano Andrea Stroppa”, titolava ieri il Fatto quotidiano, con un articolo a firma di Vincenzo Bisbiglia. Nel momento in cui il governo apre alle trattative  con Elon Musk e l’opposizione si ribella (vuoi mettere il piano Colao!) cosa è meglio di una bella inchiesta con intervento a gamba tesa dei pm? E per essere fedeli alla linea delle inchieste a orologeria, vai di intercettazioni e sputtanamenti. Ma il verbo declinato al futuro in quel titolo “la procura acquisirà le chat” sembrerebbe aprire a nuovi scenari: i passacarte degli inquirenti che svelano le azioni dei magistrati ancor prima che avvengano. Tecnicamente sarebbe una rivelazione di segreto istruttorio, anche pericolosa ai fini delle inchieste. Immaginiamo Andrea Stroppa correre a cancellare i messaggini con Musk perché ha avuto la soffiata sul Fatto quotidiano! In realtà, a spulciare tra le righe, leggiamo: “Prima di Natale, la procura ha restituito a Stroppa i device sequestrati l’11 ottobre, tra cui smartphone, tablet e computer. Le copie forensi ora saranno passate al setaccio dai finanzieri a caccia delle conversazioni con Musk, con il quale Stroppa risulta essere in contatto costante”. Niente di nuovo quindi, l’inchiesta è nota da ottobre e gli inquirenti sono al lavoro. Stroppa è accusato di aver ottenuto informazioni riservate dall’ufficio del ministero della Difesa, anche se Tajani ha già chiarito trattarsi di documenti di lavoro non secretati. La giustizia farà il suo corso. Ma come rinunciare a fare terrorismo giudiziario con un titolo minaccioso? Finché qualcuno ci cascherà, continuando ogni volta a sperare che i poteri forti della magistratura influenzino la nostra democrazia.
Annarita Digiorgio