Le lettere al direttore
Quando si comincia a pensare che l'antisemitismo abbia delle ragioni serve la memoria
Chi ha scritto al direttore, Claudio Cerasa
Al direttore - Caro Cerasa, Franceschini nella sua officina ha fatto due sogni. Il primo era più bello. Dal momento che Forza Italia fa parte dei popolari europei, ha pensato che sia una sorta di braccio politico della Caritas, che persegue l’opzione preferenziale per i poveri. Perché mai quando non dovrebbe prostrarsi sul corpo malato delle opposizioni e non offrire loro un sistema proporzionale salvandole da una sicura sconfitta? Il sogno poi si è interrotto e Dario si è svegliato un po’ perplesso. Possibile che Forza Italia per arrivare a quell’obiettivo possa buttar giù il governo Meloni, farne uno con tutte le opposizioni per varare quella legge elettorale? Possibile che voglia rompere tutte le alleanze comunali e regionali? No, fosse anche il braccio politico della Caritas lì non arriverebbe. Si è quindi riaddormentato e lì ha avuto un sogno più realistico e machiavellico, anche se meno ispirato cristianamente. Fare una coalizione con tutti dicendo che non lo è, come quei monaci che per rispettare l’astinenza dalle carni ma avendo solo carne a disposizione pronunciavano la formula “ego te baptizo piscem”. Con tutti dentro, essendo la legge solo per quinti maggioritaria, qualche collegio si può recuperare facendo scendere il centrodestra intorno al 50 per cento dei seggi, dipendendo al Senato da qualche estroso componente, come fu Pallaro per Prodi nel 2006. Il problema è che anche questo secondo sogno lo ha raccontato a Repubblica e che molti leggono Repubblica. Gli strateghi del centrodestra si sono allora detti: ma non c’era una legge approvata da Renzi che dava il 55 per cento dei seggi fisso a chi prendeva il 40? E la Corte costituzionale, pur avendo cancellato alcuni pezzi di quella legge, non aveva salvato proprio quel punto? Allora la approviamo noi. Franceschini l’aveva anche votata, cosa ci potrà dire? Aspettiamo a questo punto qualche altro sogno di Franceschini, ma forse, purtroppo per lui saranno incubi. Ma se invece di sognare confessasse il suo peccato di aver sostenuto Elly Schlein che ha reso meno competitive le opposizioni, costringendolo a trovare dei trucchi non sarebbe meglio? Buonanotte, Dario.
Mario Fantoni
Sintesi, mi pare, dell’intervista di Franceschini a Repubblica: Elly, stai serena.
Al direttore - Ho letto il suo articolo appassionato a cui mi associo nel senso di inchinarmi profondamente alla memoria della Shoah in un unico modo, quello che mi è proprio, con una fervente preghiera cristiana. L’attacco vile del 7 ottobre ne è stato una prosecuzione storica. Dopodiché si è scatenata una guerra distruttiva su Gaza con l’intenzione di “sradicare” Hamas. Questa guerra ha sradicato tutti i palestinesi dalle loro case senza sradicare Hamas. Se l’obiettivo è stato quello di “sradicarlo”, con i metodi usati da Israele sul terreno è rimasta una illusione che, da cattolico, definirei “pia”, come sostenuto da alcuni esperti militari di Israele sul suo stesso giornale. Questa reazione scomposta, disumana, non ben coordinata, non selettiva e tardiva, ha rafforzato Hamas, indebolito Israele agli occhi del mondo e fatto gridare a un ritorno all’antisemitismo che, continuato a invocare continuamente offende chi antisemita non è, e monta come una maionese impazzita. Nel giorno della Shoah ricordo anche morti non ebrei di Auschwitz: gli handicappati, i dissidenti, gli omosessuali e tutti coloro che, da innocenti sono morti da vittime di un odio inesausto o di “selezione”, come gli italiani nelle foibe titine. Se la Shoah prende spunto per combattere l’odio dentro di noi, il suo ricordo durerà in eterno, altrimenti, come dice giustamente la Senatrice Segre, rimarrà un tratto sui libri di storia e poi sarà dimenticato. Per fortuna abbiamo il genio e la cultura ebraica in tutto il mondo, con ogni racconto, con ogni giornalista, con ogni finanziere, con ogni scienziato, con ogni università, con ogni Nobel, con ogni Guggenheim Museum, con ogni concerto, con ogni impresa compiuta, a ricordarcelo in positivo per sempre. Lei, da buon ottimista, non si rifugerà di certo solo nelle rievocazioni di una giornata, pur opportuna e condivisa. Cordialmente e con sincera partecipazione.
Nicola Carretti
Grazie della lettera Nicola, che pubblico volentieri, anche senza condividerne molti passaggi. Mi lasci aggiungere un particolare: l’antisemitismo che si è alimentato in giro per il mondo dopo il 7 ottobre non è stato causato dalla guerra difensiva di Israele. E’ stato causato dal suo esatto opposto: dall’odio latente che vi è in giro per il mondo contro gli ebrei, e contro Israele, e dalla simpatia di fondo che vi è, in alcuni contesti internazionali, per tutti coloro che considerano, a prescindere dal 7 ottobre, gli ebrei colpevoli in quanto ebrei. L’antisemitismo non nasce come reazione, nasce come azione, nasce come ideologia, ed è quando si inizia a pensare che sia motivato da qualcosa che bisogna ricordarsi di avere memoria.