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Lettere
Il Pd che chiede coerenza a destra è un bue che dice cornuto a un asino
Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa
Al direttore - Caro Cerasa, nella mia vita sindacale e politica ho partecipato a numerose riunioni di organismi dirigenti, di quelle interminabili ed estenuanti, impegnate nella ricerca di una mediazione “cartacea” tra posizioni differenti e talvolta inconciliabili. Leggo che così è avvenuto per la redazione del documento presentato dal Pd alle Camere dopo le comunicazioni di Giorgia Meloni sul vertice europeo. In quel documento si chiede al governo di promuovere “una radicale revisione del piano di riarmo proposto dalla presidente von der Leyen”, al fine di assicurare “investimenti comuni effettivi non a detrimento delle priorità sociali di sviluppo e coesione, e di condizionare tutte le spese e gli strumenti europei alla pianificazione, lo sviluppo, l’acquisizione e la gestione di capacità comuni per realizzare un’unione della Difesa”. Ora, mettiamo pure da parte il faticoso periodare che rispecchia l’altrettanto faticoso lavoro di cesello di verbi, aggettivi e sostantivi. Con una certa sorpresa ho appreso che questa formulazione ha soddisfatto l’ala riformista del partito. Con una certa sorpresa, perché mi sembra che la linea di Elly Schlein – sia consentito il gioco di parole – sia passata su tutta la linea. Probabilmente ha pesato, nella fittizia unità ritrovata, un vecchio retaggio della tradizione della sinistra italiana, in particolare di quella comunista: il timore ancestrale delle divisioni interne. Oppure ha pesato, non so dire, il calcolo delle scarse possibilità di vittoria nel confronto col gruppo dirigente al potere. Viene in mente quanto accadde alla vigilia della Grande guerra. Allora i socialisti vennero travolti dalla loro astratta fedeltà all’antimilitarismo e al pacifismo, e scelsero di non scegliere con la famosa parola d’ordine “né aderire, né sabotare”. L’astensionismo contro cui i riformisti dem si sono ribellati a Strasburgo, in fondo, non è altro che una classica espressione parlamentare di quel “neneismo”, oggi applicato nei confronti di ReArm Europe. Sono forse cambiate le cose nel giro di pochi giorni?
Michele Magno
In Italia, purtroppo, l’anomalia politica non è il centrodestra ma è il centrosinistra. Il centrodestra, in fondo, è coerente con le sue posizioni in Europa, e anzi Meloni si è staccata da Ecr per sostenere i piani Ursula. Il Pd, invece, è tra i socialisti una pecora nera. E ogni volta che la segretaria del Pd chiede meno ambiguità a destra c’è un bue che, mentre dice cornuto a un asino, si sente un po’ meno solo, tra i campi delle assurdità politiche.
Al direttore - Ottima l’iniziativa del Foglio AI (suggerirei IA); tra gli altri “plus” c’è che finalmente non si è costretti a navigare nelle pagine interne per dare continuità agli articoli in prima. Ottimo.
Ubaldo Perfetti
Al direttore - Bell’esperimento, interessante, utile, secondo me il punto debole è la satira e lo humour. W Andrea’s Version et similia “al naturale”. Grazie.
Anna Grattarola Romano
Al direttore - Mi pare siano passati un paio d’anni dal primo clamoroso esperimento del Foglio, che pubblicò per un mese un articolo al giorno scritto da ChatGPT invitando noi lettori a scoprirlo. E qualche tempo dopo, commentando l’eventualità che l’AI potesse iniziare a sostituire i professori, commentavi che “se l’AI fa lezione meglio dei professori, il problema non è l’AI”. Per parafrasarti, a margine dell’ancor più clamoroso esperimento oggi in essere, “se l’AI farà articoli migliori dei giornalisti, il problema non sarà l’AI”. Complimenti e buon lavoro.
Giovanni De Marchi
Perfetto.