le lettere

L'insospettabile sostenitrice di un'Europa federale e del suo esercito

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - Salvini su only Vance.
Giuseppe De Filippi


  
Al direttore - Caro Cerasa. Mi si chiede se ho finanziato la manifestazione sull’Europa? Certo. Lo rivendico. E anche con orgoglio. La manifestazione è stata bella, giusta e importante. E anche rispettosa. Hanno parlato tre senatori a vita, artisti, intellettuali, e non c’è stato un solo attacco rivolto a qualcuno. Trovo onestamente molto triste che vi siano persone che non considerino l’Europa un patrimonio di tutti. E se posso dire, in un momento come questo, in un momento come quello che viviamo oggi, il fatto che la città dei trattati, Roma, dia il suo contributo per organizzare una grande manifestazione per difendere l’Europa, con la voglia di unire non di dividere, dovrebbe essere considerato come un elemento positivo. E spiace davvero che vi sia qualcuno che consideri invece l’Europa qualcosa di divisivo. Mi verrebbe da dire poi che una manifestazione all’interno della quale si sventola la bandiera dell’Europa è quanto di più patriottico si possa immaginare. E’ stata una manifestazione educata e inclusiva. Lo abbiamo fatto con orgoglio. E lo rifaremmo. E le polemiche sono surreali. E’ come se qualcuno protestasse per il fatto che la Capitale d’Italia scelga di sostenere una manifestazione per il 25 aprile. Siamo felici di averlo fatto.
Roberto Gualtieri, sindaco di Roma

  

Ben fatto!


 

Al direttore - Venerdì sciopero, sabato Ventotene.
Andrea Minuz

   
“Occorre fin d’ora gettare le fondamenta di un movimento che sappia mobilitare tutte le forze per far sorgere il nuovo organismo, che sarà la creazione più grandiosa e più innovatrice sorta da secoli in Europa; per costituire un largo stato federale, il quale disponga di una forza armata europea al posto degli eserciti nazionali”. Chi glielo dice a Schlein e Conte che a portare avanti lo spirito positivo del Manifesto di Ventotene è l’unica leader che non si riconosce in quel manifesto, ovvero Meloni? Ops.


 

Al direttore - Recensendo il film “Tempi moderni” (1936), Roland Barthes scrive che Charlie Chaplin ha sempre visto il proletario sotto le sembianze del povero, definito dalla natura immediata dei suoi bisogni (“Miti d’oggi”). Un po’ come lo vedono oggi Maurizio Landini, Elly Schlein e Giuseppe Conte. Ovviamente, senza la straordinaria forza estetica di Charlot.
Michele Magno


 
Al direttore - A me sembra che leggere il Foglio scritto da una AI sia come consultare il menù al ristorante: ingredienti, ricette, porzioni... tutto bello chiaro, ma le fragranze, il sapore, il calore non possono essere trasmessi né gustati tramite l’inchiostro... Sono un conservatore che preferisce nutrirsi di intelligenza naturale. Buon lavoro! 
Marco Ferretti


  
Al direttore - Complimenti per lo straordinario esperimento del Foglio AI. Credo che sarebbe molto interessante per il lettore conoscere le domande dalle quali nascono i vari articoli.
Sergio Gis

 

Lo faremo, da lunedì annunceremo una piccola novità. Un concorso, diciamo. Grazie.


  
Al direttore - L’eredità di Ventotene non è estranea ai cattolici democratici né contraria a De Gasperi, padre dell’Europa. Parliamo con un certo orgoglio di eredità di Ventotene, come  ha fatto spesso  il presidente Mattarella,  non per celebrare ideologie politiche figlie del loro tempo (rattrista  che le evochi la presidente del Consiglio) ma perché il sogno di una federazione europea divenne proposta politica ed è ancora attuale. Proposta che fu resa concreta grazie all’opera di De  Gasperi. Sulla Comunità europea di Difesa De Gasperi ebbe l’aiuto fattivo di  Spinelli. Nel 1951 Spinelli scrive un Promemoria per De Gasperi e diventa centrale l’idea dell’Europa federale. Per Spinelli, una Comunità della Difesa “trasforma completamente tutto il sistema della sovranità… la Comunità della Difesa richiede la contestuale creazione di istituzioni democratiche e si dovrebbe redigere un testo di costituzione federale europea”. Questo fu proprio l’obiettivo che De Gasperi si propose di perseguire nelle negoziazioni con gli altri governi. L’esito di quell’azione fu il Trattato per la Ced. Una Europa integrata sul piano economico e su quello politico e militare. Un esito che De Gasperi e Spinelli, due grandi anime italiane, cercarono di costruire e che il governo italiano cerca tenacemente di scongiurare. Sulla Nato e Dossetti ricordo che nel suo no alla mozione Nenni nel ’48 dice: “Sulla linea di De Gasperi è difficile essere in disaccordo: il pericolo Urss esiste… l’Italia è nell’orbita del mondo occidentale, ingenuo pensare che l’Italia possa fare il vaso di terra tra vasi di ferro”. Il problema, come oggi, era l’autonomia decisionale dagli Usa… La divisione non è tra De Gasperi e Spinelli ma tra coloro che pensano che la cessione della sovranità nazionale possa permettere sogni e progressi più grandi e coloro che pensano che il nazionalismo sia la soluzione.
Graziano Delrio, deputato del Pd