La ragazza del treno

Piero Vietti

Paula Hawkins
Piemme, 306 pp., 19,50 euro

In “Qualcosa era successo” Dino Buzzati racconta il suo viaggio su un treno che attraversa il paese da nord a sud. Seduto a bordo, l’autore fa quello che ogni viaggiatore fa sempre: guarda fuori dal finestrino. A un certo punto nota una donna accanto ai binari che invece di guardare il treno che passa si volta verso un uomo che le corre incontro agitato, urlando qualcosa. La corsa prosegue, e il viaggiatore comincia a notare che nei campi, nei paesi e nelle città attraversate dal treno la gente è in fibrillazione: tutti corrono, gridano cose incomprensibili, si preparano a partire, per poi fuggire in fretta nella direzione opposta a quella in cui viaggia la locomotiva, che oramai non ferma più nelle stazioni. Le persone a bordo capiscono che è successo qualcosa di brutto. Non sanno cosa, ma il mondo che loro vedono dal finestrino del treno è sottosopra. Il treno che Rachel – la protagonista di “La ragazza del treno” – prende tute le mattine per andare a Londra dalla periferia in cui abita non corre senza fermarsi, ma un giorno offre al suo sguardo la stessa sensazione che colpisce Dino Buzzati: è successo qualcosa, ma cosa? Rachel ama guardare una villa davanti a cui il suo treno ferma tutti i giorni, all’andata e al ritorno, a causa di un guasto al semaforo. Nel tempo ha immaginato i nomi e le vite dell’uomo e della donna che vivono in quella villa. Rachel arriva da una storia d’amore finita male, beve sovente e si è convinta che quella coppia sia felice. Arriva persino a sentirli amici. Una mattina però, sbirciando dal finestrino del treno verso la solita casa, vede una cosa che fa crollare tutto il mondo fin lì immaginato. Qualcosa era successo. Ma cosa? Considerato uno dei casi letterari dell’anno, questo romanzo dell’esordiente Paula Hawkins è libro perfetto per l’estate: avvincente, ha persino tenuto sveglio tutta la notte uno che di thriller se ne intende, Stephen King. In sei mesi è finito primo in classifica in Inghilterra, Canada e Australia, ha venduto 500.000 copie negli Stati Uniti ed è stato acquistato da 41 editori in tutto il mondo. La Dreamworks, informa Piemme nel risvolto di copertina, sta già lavorando a un film tratto dalla storia. Come tempismo, fortuna e genere, ricorda “La verità sul caso Harry Quebert” di Joel Dicker, che due anni fa fece parlare di sé e divertì – cosa fondamentale per un libro – milioni di lettori in tutto il mondo. Amore, sesso, tradimenti, alcol, una persona scomparsa e alcuni personaggi misteriosi: “La ragazza del treno”, scritto in prima persona per tre voci femminili sotto forma di finto diario, si fa leggere con la stessa voracità del romanzo di Dicker, e non delude. Un pregio non da poco, in tempi in cui si fatica a trovare trame sensate che reggano per più di qualche capitolo. 

 

LA RAGAZZA DEL TRENO
Paula Hawkins
Piemme, 306 pp., 19,50 euro

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  • Piero Vietti
  • Torinese, è al Foglio dal 2007. Prima di inventarsi e curare l’inserto settimanale sportivo ha scritto (e ancora scrive) un po’ di tutto e ha seguito lo sviluppo digitale del giornale. Parafrasando José Mourinho, pensa che chi sa solo di sport non sa niente di sport. Sposato, ha tre figli. Non ha scritto nemmeno un libro.