I cavalieri del nord
Multiplayer, 433 pp., 16,90 euro
Al vecchio stereotipo “niente sesso, siamo inglesi” pareva fare da contraltare, fino a non troppo tempo fa, il “niente fantasy, siamo italiani”: il massimo concepibile era il cosiddetto “fantastico intellettuale”, il Calvino innamorato di Borges. Dopo uno storico e poderoso battistrada come Alan Altieri, e le nuove e strade percorse da Santoni, Dimitri e Troisi, Matteo Strukul – meritorio alfiere del pulp italiano – raccoglie la violenza viscerale e apocalittica di maestri come Altieri stesso, Willocs e Abercrombie, in un’edizione impreziosita dal contest grafico che ne ha preceduto la pubblicazione, a testimonianza del forte carattere multimediale del genere e delle interessanti frontiere che prospetta. I cavalieri teutoni hanno tenuto a battesimo il cinema grazie a Eisenstein, che ne faceva gli spietati nemici il cui elmo robotico avrebbe pure ispirato le divise dei soldati imperiali di Guerre Stellari. Stavolta, grazie anche a una meritoria e poderosa indagine storiografica, ci è possibile andare oltre l’apparenza, scoprendo così i sogni, la lealtà, i timori, gli addestramenti spietati e i moti di segreta tenerezza di questi inflessibili paladini dell’Ordine, che si addentrano nella Transilvania che sarà di Dracula, estremo baluardo di una cristianità in espansione militare nel mezzo d’un ribollire di corvi fin troppo intelligenti, lupi famelici, saccheggi, neve candida e orde di nemici pagani. Che donna voglia dire danno – ora a causa d’una misteriosa ragazza che alcuni vorrebbero essere una strega, ora per barbare femmine assai toste come la Mila dei precedenti romanzi di Matteo Strukul – che le giornate siano scandite da terribili scontri e ancor più terribili offerte al giudizio di Dio, al centro di questo romanzo dalla prosa fosca e a tempo stesso lirica e spumeggiante si rinnova uno dei contrasti più antichi e perenni che hanno segnato il mondo, quello tra ordine e caos, ideologia e anarchia, norma e pulsione. I tempi e i luoghi cambiano, così come le casacche, ma Apollo e Dioniso non smettono mai di generare figli e figlie che finiscono sempre, tragicamente, per trovarsi. “Perché c’era un’unica cosa che quei cavalieri crociati temevano davvero: l’ignoto. Non erano le spade o le frecce a spaventarli, tutt’altro. Cercavano l’acciaio quasi fosse una fortuna. Vivevano la guerra con uno spirito incrollabile e fiero: la morte in battaglia era la benvenuta, un’amica da celebrare sempre. Tuttavia, ogniqualvolta veniva loro a mancare il controllo di una forza, sbandavano come bimbi terrorizzati. E questo avrebbe dovuto fare: terrorizzarli”.
I CAVALIERI DEL NORD
Matteo Strukul
Multiplayer, 433 pp., 16,90 euro