La Cina cambia

Maurizio Stefanini
Francesco Sisci
goWare, 68 pp., 9,99 euro

    La Repubblica popolare cinese non è più la vecchia Cina, ma si sta trasformando in qualcosa di  completamente nuovo e il risultato della sua evoluzione sarà legato in particolar modo all’America. Sinologo di fama, Francesco Sisci insiste sul fatto che quasi tutto ciò che Pechino ha fatto nel corso dei secoli è andato perduto. Acconciature e vestiti glamour al posto delle tradizionali treccine degli antichi mandarini o degli abiti severi dell’epoca maoista. Limousine, treni veloci e aeroporti fantascientifici al posto dei risciò delle Concessioni o delle biciclette della Rivoluzione culturale. I figli unici, “piccoli imperatori”, attorniati di nonni al posto delle famiglie numerose e delle innumerevoli concubine. I grattacieli più vertiginosi invece dei profili piatti che caratterizzavano le città cinesi fino ad appena una ventina di anni fa. I colori delle luci al neon invece dei fuochi d’artificio o delle lanterne. E queste sono in fondo solo le trasformazioni più esteriori. Più importante è, semmai, il passaggio da una concezione “imperiale” del potere politico a un nuovo tipo di direzione politica ormai decisamente collegiale.
    Certo, non ancora pienamente democratica in senso occidentale, ma  secondo Sisci l’opinione pubblica si fa sempre più importante, e il Partito comunista “ha iniziato a promuovere la democratizzazione del paese, nonostante i molti dubbi sui possibili aspetti negativi del nuovo sistema”. Importante è anche il cambio di mentalità per cui il commercio – un tempo attività appena tollerata in quanto considerata fattore di instabilità – è stato ora promosso a fulcro del progetto nazionale, in quanto forza motrice di quel rapido sviluppo che è divenuto la principale fonte di legittimazione del potere, oltre che strumento di influenza a livello planetario. “E’ successo tutto nell’arco di una generazione o poco più”, spiega l’autore. “Ma è stato solo l’apice di un fenomeno molto più ampio, che negli ultimi 150 anni ha sottoposto il complesso sistema di valori della Cina a un attacco sistematico e ad una revisione forzata. In sostanza, non solo la Cina ha dovuto mettersi al passo con l’occidente in poco tempo, ma la sua cultura ne è uscita profondamente trasformata”. In passato vittima della globalizzazione, oggi la Cina ne è diventata la grande protagonista, anche se deve ancora calibrare un proprio modello di soft power veramente efficace. A ogni modo, è “la più grande rivoluzione mondiale dai tempi dell’Impero romano”.

     

    LA CINA CAMBIA
    Francesco Sisci
    goWare, 68 pp., 9,99 euro