La quarta sponda

Maurizio Stefanini
Sergio Romano
Longanesi, 326 pp., 22 euro

    Uscito la prima volta nel 1977, “La quarta sponda” è una delle tre opere più lette sulla storia del colonialismo italiano in Libia, assieme a “La terra promessa” di Paolo Maltese, opera del 1968, e a “Gli italiani in Libia” di Angelo Del Boca, due volumi usciti rispettivamente nel 1993 e 1994. Il saggio di Romano non è un un doppio capitolo su una più ampia storia del colonialismo italiano che ebbe il suo principio in Africa orientale, come per Del Boca. Ma non è neppure una semplice storia della guerra del 1911-’12 come lo fu per Maltese, dal momento che c’era un capitolo finale che cercava di spiegare la storia libica degli anni seguenti proprio alla luce della conquista italiana. Per Romano, invece, l’evento fondante per un paese che in precedenza era esistito solo come agglomerato di tribù sparse nominalmente sottoposte a varie amministrazioni ottomane fu proprio l’arrivo degli italiani. Va ricordato, poi, che mentre Maltese e Del Boca si ponevano – sia pure in modo diverso – come storici anticolonialisti, Romano era  un diplomatico di carriera di impostazione liberal-conservatrice, che sottoponeva l’impresa di Libia a una critica sì serrata, ma da un punto di vista della logica interna alla realpolitik, spiegando che in realtà quell’impresa era perfettamente comprensibile e anche giustificabile in base alla mentalità dell’epoca. Operazione che però era stata condotta senza una chiara analisi di quello che era il vero interesse nazionale italiano.  Nel 2005, “La quarta sponda” è stato ripubblicato, aggiornando la conclusione con un nuovo capitolo che illustrava l’evoluzione del regime di Gheddafi. Dopo l’ulteriore edizione del 2007, questa del 2015 ha ancora di più un carattere da work in progress. Nelle precedenti edizioni Romano aveva già descritto quattro differenti “Libie”. La Libia pre-coloniale delle due province ottomane alla periferia dell’Impero. La Libia coloniale forgiata da Giuseppe Volpi e Italo Balbo. La Libia post coloniale  guidata da un anziano e saggio re, tanto petrolio, la stretta alleanza con Londra e la comunità italiana che ancora vi rimaneva. Infine, la Libia di Gheddafi:  grande ammiratore dell’egiziano Nasser, spregiudicato, umorale, tirannico, divorato da insaziabili ambizioni, ma comunque a lungo capace di tenere in pugno un paese contraddittorio all’estremo. Sono appunto le contraddizioni che Romano fotografa, in particolare nella nuova Prefazione. Una Libia che  non è ancora riuscita, dopo le rivolte arabe, a trovare un equilibrio ed è sconvolta da una sanguinosa guerra civile.

     

    LA QUARTA SPONDA
    Sergio Romano
    Longanesi, 326 pp., 22 euro