L'assassinio di rue Saint-Roch

Maurizio Stefanini
Alexandre Dumas
Baldini&Castoldi, 109 pp., 12 euro

    Cosa hanno in comune Edgar Allan Poe, Alexandre Dumas e Giuseppe Garibaldi? Edgar Allan Poe scrisse “I delitti della rue Morgue”. E’ la storia di un truculento delitto il cui assassino è quanto mai misterioso, e che è abitualmente considerato il primo giallo della storia della letteratura mondiale. Non il primo intreccio investigativo in assoluto: qualcosa del genere si trova ad esempio nel racconto di Susanna (Bibbia, libro del profeta Daniele) o nell’“Edipo Re” di Sofocle. Ma è la prima opera narrativa in cui la ricerca del colpevole è l’oggetto principale.  Pubblicato per la prima volta nell’aprile del 1841 sulla rivista The Graham’s Lady’s and Gentleman’s Magazine di Filadelfia, è ambientato a Parigi. L’investigatore si chiama Auguste Dupin, personaggio costruito secondo un prototipo operativo e caratteriale destinato poi a diventare tipico del genere, a partire da Sherlock Holmes. A narrare la storia è invece in prima persona Edgar Allan Poe, che accompagna il detective secondo modalità simili a quelle che poi Conan Doyle riprodurrà nel dottor Watson. Passano vent’anni e tra il 28 dicembre 1860 e l’8 gennaio del 1861 un racconto intitolato “L’assassinio di rue Saint-Roch” è pubblicato a puntate sull’Indipendente di Napoli: traduzione italiana da un originale francese di Alexandre Dumas. Lo stesso autore dei “Tre Moschettieri” aveva fondato quel giornale allo scopo di sostenere l’impresa dei Mille di Garibaldi, di cui non fu solo un grande ammiratore, ma anche uno dei primi cultori del suo mito. E’ lo stesso testo pubblicato in questa edizione, ed è in pratica la stessa storia della rue Morgue, salvo alcune variazioni minime e una che è invece importante e cioè che il ruolo del “Watson” di Poe lo ha Dumas, mentre è Poe che fa il ruolo di investigatore di Dupin. Si tratta di un plagio, secondo un vizio che a Dumas è stato più volte attribuito? O solo un curioso omaggio? La lunga postfazione di Ugo Cundari che accompagna questa riedizione spiega che in realtà il quadro non è così semplice.  Potrebbe infatti essere stato addirittura Poe a plagiare Dumas. Oppure potrebbe trattarsi di un’opera a quattro mani. Insomma, un giallo su un giallo, che si inserisce nel più ampio mistero dei possibili viaggi di Poe in Europa, dalla Francia alla Russia e all’Italia. Viaggi che la maggior parte dei biografi smentisce decisamente, ma che alcune ricerche recenti tendono a considerare non solo possibili, ma addirittura da attribuire a un probabile ruolo di Poe come agente di una cospirazione liberale e carbonara.

     

    L'ASSASSINIO DI RUE SAINT-ROCH
    Alexandre Dumas
    Baldini&Castoldi, 109 pp., 12 euro