Voltarelli canta Profazio

Gabriella Cantafio
Peppe Voltarelli
Squilibri, 64 pp., 16 euro

    Prima o poi ogni discepolo riconoscente desidera esprimere gratitudine al proprio maestro per gli insegnamenti ricevuti. Peppe Voltarelli, ex voce del gruppo folk Il parto delle nuvole pesanti, ha ben pensato di ringraziare il suo “padre musicale” Otello Profazio, precursore del folk revival in Italia, con la pubblicazione di un libro-cd. Il bluesman della Sibaritide fa riecheggiare l’incommensurabile arte dell’ultimo dei cantastorie, declinando variegati linguaggi: dalla reinterpretazione essenziale dei dieci brani più rappresentativi del repertorio di Profazio, contenuti nel cd uscito in anteprima a gennaio 2016 con l’intreccio armonico di Carlo Muratori, alla narrazione viscerale dell’incontro fatale tra i due, con lo sguardo volto alla terra amara quanto accogliente che ha dato i natali a entrambi. Melodie e prosa sono racchiuse in un cofanetto dalla copertina retrò che omaggia un altro artista calabrese, Mimmo Rotella: da uno strappo sulla cover di un disco di Profazio, in un collage riprodotto dalle sorelle Corcione, spunta un moderno Voltarelli. Pronto a condurre il lettore, con il contributo di Carlo Levi, Domenico Ferraro, Laura Lombardi, Saverio Strati e altri appassionati cantori delle memorie del mezzogiorno, tra le viuzze di un sud adombrato dalle nubi del malessere e della precarietà, che però vuole mostrare a tutti i costi la propria bellezza sfolgorante. Seppur coi piedi piantati in ogni angolo del mondo, con il cuore che batte forte per la Calabria e l’ironia amara che lo contraddistingue, il cantautore cosentino si ricongiunge con le sue origini. Celebrando colui che gli ha insegnato a narrare, senza orpelli ma con l’essenzialità di una chitarra e una penna in mano.  Mai si lascia sgorgare autocommiserazione e retorica, ma solo un vivido desiderio di riscatto. Un po’ come quello sognato dal bluesman per il suo maestro che da sessant’anni è al servizio della musica popolare e ora, con questo volume, vorrebbe portarlo tra i banchi di scuola come esempio didattico. Nati nello stesso giorno, nel raggio di pochi chilometri – seppur a distanza di trentatré anni – i due artisti calabresi si ricongiungono così in un’opera che ha il sapore di un passaggio di consegne, e cantano all’unisono quanto “il sud è ’nu paése bellu assai, il sole è caldo e nun si fredda mai, il mare è azzurro verde sperlucente, qui non si vide mai roba inquinante. Siamo genti felici e stracontente, non abbiamo bisogno mai di niente. Qua se campa d’aria”. Ribadendo l’orgoglio di riuscire a preservare i valori popolari, di rappresentare la periferia in un mondo stereotipato.

     

    VOLTARELLI CANTA PROFAZIO
    Peppe Voltarelli
    Squilibri, 64 pp., 16 euro