Magnetica Mariangela

Simonetta Sciandivasci
Tommaso Le Pera
Manfredi edizioni, 264 pp., 33 euro

    Mancava un giorno al debutto de “La Medea” (regia di Giancarlo Sepe, 1986 e testo di Euripide, 431 a. C) e lei continuava a intorcinarsi su tutto, dello spettacolo non la convinceva niente. Poi sparì per qualche ora. Quando riapparve, per la prova generale, era nuova, si era tagliata i capelli: cortissimi e biondissimi, “la facevano apparire come una divinità greca”. Con quel taglio, poi, rimase tutta la vita. Lo racconta il più grande fotografo di scena italiano, Tommaso Le Pera in questo volume che ha curato con Anna Testa e che raccoglie le sue fotografie e i ricordi di Renzo Arbore, Giorgio Armani, Gabriele Lavia, Franca Valeri e diversi altri dei mondi che gravitarono intorno alla “ranocchietta coi coglioni” (così la definì Visconti) e che lei poneva in dialogo. La danza per i sogni (studiava il boogie woogie, avrebbe voluto fare la ballerina), la televisione per i ruoli comici e il teatro per quelli drammatici. Milano, dove tornava appena a Roma pioveva. Educata e dura (“Si vergogni lei!” urlò a un cretino che dalla platea l’insultò durante “Tango barbaro” di Copi, in cui interpretava un travestito), amata e sola (“A Bruna, la mia più grande amica, anzi l’unica”, scrisse su un biglietto a Bruna Parmesan, la sua costumista), volitiva e senza rimpianti (“non perché le fosse filato tutto liscio ma perché lei era sempre rivolta al futuro”, ricorda sua sorella, che però in un’intervista a Famiglia Cristiana, il mese scorso, ha sostenuto che Mariangela, negli ultimi tempi, avrebbe sofferto per non aver avuto figli). Mariangela Melato era un fascio di talento, rivoluzione e nervi. Lavia le ripeteva “io sono ontologico, tu ontica: io faccio l’attore, tu sei attrice”. Lei aveva fiuto, lui era più secchione. E poi lei mica era attrice e basta: rompeva le palle su tutto, controllava le luci, i costumi, la tenuta dei colleghi. “Dobbiamo catturare Ardo”, comandava: Ardo era per lei l’archetipo del signore trascinato a teatro dalla moglie abbonata per etichetta. Non bisognava mai dirle che era attrice di temperamento: la mandava su tutte le furie. Sapeva che sentire non serve: conta solo commuovere. E siccome lei ha commosso questo paese chiudendosi in una valigia (indimenticabile sketch con Pippo Baudo), trasformandosi da bottana industriale a fedele schiava d’amore (“Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare di agosto”), cantando che sola se ne andava per la città e salendo su centinaia di palcoscenici, è ben evidente che di rimpianti non aveva nessuna ragione di averne. La sezione delle fotografie di Le Pera spiega tutto questo senza parole, aggiungendo una notevole quantità di brividi.

     

    MAGNETICA MARIANGELA
    Tommaso Le Pera
    Manfredi edizioni, 264 pp., 33 euro