Le emozioni sono intelligenti
Feltrinelli, 288 pp., 16 euro
E’ davvero così razionale il dottor Spock, il braccio destro del capitano Kirk in “Star Trek”, l’infallibile calcolatore incapace di sentimento? Più in generale, regge un paradigma che separa ragione ed emozione, come se per essere razionali occorresse liberarsi dall’aspetto emotivo della vita? Gianfranco Damico – personaggio difficilmente classificabile, che si occupa di “eccellenza umana in tutte le sue forme, il benessere come pienezza e meraviglia per il magnifico mistero che è la vita”, sia quando gestisce il suo ristorante in provincia di Siracusa, sia quando svolge la sua attività di coaching, da cui sono nati i suoi primi due libri, “Piantala di essere te stesso!” e “Il codice segreto delle emozioni” – non ha dubbi: “Il dottor Spock rispondeva a un’idea che col tempo ha mostrato il fiato corto ed è stata scientificamente sconfessata. L’idea è che sia possibile scindere la ragione dall’emozione, e soprattutto che la ragione possa essere più ‘intelligente’ senza l’emozione a intaccarne l’algida capacità analitica. Non è così. L’emozione non può essere scissa dalla ragione, mai”.
Che cos’è, infatti, un’emozione? “L’emozione è un puntatore direzionale che serve a porre un discrimine alla nostra capacità d’attenzione. ‘Hei!’ dice, fermati un po’! Guarda qui! No, non lì, o lì, o lì: Qui!’”. E’ il corpo – perché le emozioni nascono dal profondo della nostra struttura biologica, dagli strati più remoti del cervello si comunicano direttamente allo stomaco, al cuore, alle ghiandole sudorifere… – che ci avvisa che ci troviamo di fronte a un oggetto negativo (una minaccia, un pericolo) o positivo (una situazione, una persona interessanti), e mette in moto la nostra risposta. Infatti “è proprio l’emozione a modulare l’attivazione e la direzione dei nostri processi di valutazione cognitiva. Anzi, di più: l’emozione è parte costitutiva della valutazione cognitiva; essa è esattamente l’innesco dell’attivazione neuronale che processa cognitivamente un’informazione precisa preparandoci all’azione. Senza emozione non vi è processo di valutazione di significati e non vi è azione”. A questo punto, senza soluzione di continuità, la biologia scivola nella cultura: entrano in gioco le regioni evolutivamente più recenti del cervello che elaborano i dati offerti dall’emozione e li integrano negli schemi cognitivi che abbiamo costruito nel corso della nostra esistenza, che a loro volta hanno a che fare con quelli del gruppo sociale in cui viviamo, i suoi valori, la sua rappresentazione del mondo. Così “Una risposta del tutto inconscia e automatica darà luogo così a un’elaborazione più complessa, se pur ritardata”. E nell’articolazione fra biologia e cultura si insinua lo spazio della libertà. Se infatti “lo stato emotivo esercita un grande potere di condizionamento”, questo potere è “grande, ma non assoluto. Quel grado di libertà è un’opzione del tutto percorribile”.
Certo, la strada della libertà non è facile, tutti noi conosciamo persone “incastrate” nelle loro reazioni emotive, con un’ansia o un’ira o un rancore che sembra dominare interamente le loro vite; ma non è un destino ineluttabile: tutti – sostiene energicamente Damico – siamo in grado di allenare, esattamente come si fa con i muscoli, le aree cerebrali che presiedono alle scelte razionali, alla volontà. Come? Damico non si limita alle affermazioni di principio: la seconda parte del libro propone una serie di esercizi per chi vuole provare a controllare, dirigere, utilizzare le emozioni verso lo scopo per cui sono fatte: indirizzarci verso un maggior grado di benessere, dato da un’integrazione sempre più adeguata fra il nostro organismo nel suo insieme e il mondo che lo circonda.
LE EMOZIONI SONO INTELLIGENTI
Gianfranco Damico
Feltrinelli, 288 pp., 16 euro