B.I.C. Brevi incontri casuali

Flaminia Marinaro
Elfriede Gaeng
Carabba, 160 pp., 18 euro

    La prosa impostata come una pièce teatrale, cinque atti seguendo la regola del teatro romano ma l’esodo finale a scardinare il ritmo narrativo e sconfinare nella catastrofe drammaturgica e finalmente nella catarsi. Il romanzo di Elfriede Gaeng supera per una manciata di pagine il test di gradimento esportato durante la Late Victorian Age da Ford Madox Ford che indica la pagina 99 come campione di valutazione – e non è un Caso – perché il Caso è il protagonista di questa storia corale, compatta, densa, commovente che mette luce sui sentimenti più profondi, a volte spietati, che albergano dietro le parole dei protagonisti. A suo modo, l’autrice ha voluto scrivere un seguito al precedente romanzo “Con il sole negli occhi” in cui racconta,  come lei stessa ha confidato, di aver voluto dare voce al mondo reietto di chi  vive nella città di sotto, quella dei senzatetto e dei sentimenti oltraggiati e sconfitti. In B.I.C., acronimo di Brevi Incontri Casuali, racconta invece la città di sopra, quella del benessere e dell’egoismo e che identifica nella Roma capricciosa dei Parioli. Un accendino che passa di mano in mano è il fil rouge di tutto il racconto, un accendino che diventa la voce narrante e il cuore pensante del romanzo.
    Il suo involontario errare fa sì che le vite dei personaggi si intreccino e si inseguano, e nella visione fortemente indeterministica della Gaeng si trovino a dovere affrontare quelle scelte inesorabili e spesso pericolose che il libero arbitrio deve compiere dopo che il Caso, obbligato dalla sua stessa natura,  ha provocato. E la scelta sarà facile se entrerà in sintonia con la coscienza di chi sceglie e difficilissima se sbarra la via del ritorno.
    In una sorta di commedia umana, la Gaeng assegna dei ruoli precisi ai suoi protagonisti e usa i colori per descriverne gli stati d’animo; una rincorsa di cuori che da bianchi diventano  grigi e alcuni addirittura neri e che aspirano soltanto alla propria felicità e alla realizzazione dei propri desideri, la presa di coscienza dei giovani – soprattutto di quei giovani costretti a crescere per contrastare l’immaturità dei propri genitori e che dovranno superare delle barriere tra ciò che credono di conoscere e ciò che effettivamente conoscono. Merita d’essere rilevata la grande duttilità dell’autrice nell’uso della lingua, che si plasma a seconda del personaggio di scena. L’epilogo trova in un dramma salvifico una sorta di ricomponimento spirituale e di riscatto finale che se anche con le lacrime agli occhi fa chiudere il libro con un sorriso.


    B.I.C. BREVI INCONTRI CASUALI
    Elfriede Gaeng
    Carabba, 160 pp., 18 euro