Ventiquattro secondi
66thand2nd, 336 pp., 18 euro
Ventiquattro secondi è la durata di un’azione su un campo di basket, il tempo che una squadra ha a disposizione per cercare di buttare il pallone nel canestro avversario. Un battito di ciglia, e un’eternità; come un battito di ciglia e un’eternità sono i momenti che scandiscono la vita di Vittoriano Ciccuttini, giovanottone friulano troppo cresciuto, che sui campi di basket trova la sua realizzazione e le sue disfatte.
Nato nelle campagne nei dintorni di Cividale, Vittoriano è orfano. Vive col padre, ex campione di pugilato, un tipo all’antica che si spiega a sberloni, e sogna che il figlio segua le sue orme. Così il ragazzino sale sul ring, ma non gli piace. In più, sta crescendo a dismisura e si trova ovunque a disagio. E’ un po’ per caso, grazie a un amico, che si ritrova su un campo di basket, dove l’altezza non è più un handicap ma un vantaggio. La prima partita vera è contro il padre, la delusione e la rabbia del padre per un figlio che non è come se lo immaginava. E’ qui che Vittoriano comincia a diventar grande, a dire “io”, ad affermare quel che desidera veramente. Poi la carriera decolla: Udine, la nazionale, infine Milano, l’Olimpia magica di Dino Meneghin e Mike D’Antoni (perché Simone Marcuzzi, pure lui friulano cresciuto a pane e basket, che in quest’opera riversa tutta la sua passione per la palla a spicchi, inserisce il suo immaginario protagonista nello sfondo assolutamente reale della pallacanestro degli anni Ottanta). Ma non basta: il giovane talento attira l’attenzione degli osservatori dell’Nba – sono gli anni in cui il basket a stelle e strisce si apre ai giocatori europei – e riceve un’offerta per varcare l’oceano. Un sogno che si realizza. Ma tutt’altro che facile, perché il giovanotto nel frattempo si è sposato con Maria, la fidanzatina milanese che è rimasta incinta; e innestare un ménage familiare tutto da costruire su una vita fatta di continui spostamenti lasciando moglie e figlia in una città estranea non è impresa da poco. Da qui il romanzo si dipana intrecciando strettamente il mondo del basket americano, coi suoi riti, le sue glorie, le sue regole impietose per chi sbaglia, e la vita personale, la fatica di guardarsi davvero, di capirsi, di voler bene all’altro per quello che è. Fino a che la cronaca Usa – anche qui, un evento realmente accaduto – irrompe a portare nella vita di Vittoriano la tragedia (come, al lettore il gusto di scoprirlo). A questo punto il racconto sale drammaticamente di tono, portando tutti i protagonisti a interrogarsi – in modo mai retorico – su che cosa davvero conti e regga nella vita.
VENTIQUATTRO SECONDI
Simone Marcuzzi
66thand2ND, 336 pp., 18 euro