Aspettando Bojangles
Neri Pozza, 141 pp., 15 euro
Le due parole che forse meglio riassumono “Aspettando Bojangles” sono follia e leggerezza. Pur trattando un tema drammatico come la malattia mentale, questo romanzo è intriso di ironia e romanticismo e fa apparire la pazzia come un mezzo magico per sottrarsi alla banalità quotidiana. La storia è assurda e irrealistica quanto i personaggi che la animano. Racconta le vicende di una famiglia del tutto particolare, in cui il padre dà ogni giorno un nome diverso alla moglie, la madre si rivolge a tutti – compreso il figlio – dando del voi, il bambino non va a scuola ma riceve una singolare educazione casalinga, e una gru adottata in Numidia si aggira per la casa, in qualità di animale domestico, oscillando il lungo collo nero. Ogni sera i due genitori organizzano una festa invitando ospiti, tra cui c’è sempre un buffo e grasso senatore, il miglior amico della famiglia. Marito e moglie ballano continuamente, di giorno e di notte, da soli o in compagnia, soprattutto sul ritmo di “Mister Bojangles” di Nina Simone, una canzone allegra e triste nello stesso tempo. Oltre alla musica e ai cocktail, la passione dei due coniugi sono le bugie. Si divertono a inventare storie strampalate per abbellire la verità o forse per nascondersi da essa. La madre, che “non tratta il suo piccolo né da adulto né da bambino, ma come un personaggio da romanzo”, chiede spesso al figlio: “Quando la realtà è banale e triste, inventatemi una bella storia”. Agli occhi del bambino, attraverso il quale la storia è narrata, tutto sembra un gioco. Ma la narrazione viene inframmezzata e completata da un altro punto di vista, più lucido e consapevole: quello delle pagine di diario scritte dal padre e destinate, in futuro, a diventare un romanzo. Si apprende quindi che la donna soffre di isteria, bipolarismo e schizofrenia, e che il marito la asseconda per amore in ogni sua trovata, lasciandosi trascinare volentieri in questo vortice di follia dove è più facile assaporare la vita. Anche quando la triste verità si palesa e arriva il momento di affrontarla, prevalgono sempre la tenerezza e la gaiezza, mentre la malinconia rimane velata sullo sfondo. Perfino nel finale non è possibile trattenere un sorriso. In questo romanzo si mischiano sapientemente stravaganza e semplicità, servite con una prosa scorrevole, immediata e incalzante. Un esordio interessante per Olivier Bourdeaut, che prima di dedicarsi alla scrittura è stato agente immobiliare, factotum in una casa editrice di libri scolastici e raccoglitore di sale. Viene da chiedersi se la sua esperienza personale si rispecchi nella citazione di Bukowski che apre il romanzo: “Alcuni non impazziscono mai… la loro vita dev’essere parecchio noiosa”.
ASPETTANDO BOJANGLES
Olivier Bourdeaut
Neri Pozza, 141 pp., 15 euro