Picciridda
Catena Fiorello
Giunti, 256 pp., 16 euro
Intimista, struggente, brutale la prosa che Catena Fiorello sceglie per dare voce a Picciridda, ultimo romanzo che, per uno strano fenomeno editoriale, sarà pubblicato due volte a distanza di dieci anni. Ma il caso a volte prende percorsi inspiegabili e adesso che per un’elisione linguistica l’emigrazione si è trasformata in migrazione facendone slittare il significato verso una deriva ancora più sciagurata, il libro si veste di una contemporaneità straziante che raccontando l’ipocrisia di una mentalità aggrappata a tradizioni senza tempo tratteggia la storia di una bambina, figlia di emigranti “abbandonata” ad altri in attesa che il sogno di una vita, “la maledetta casa” si realizzi e che “dopo tante sofferenze ai limiti dell’umano si diventi apolidi”. Nella narrativa di Catena Fiorello la verità psicologica non è descritta ma è rappresentata, lei non osserva semplicemente ma in quel mondo osservato si immerge e con un linguaggio calibrato, limpido e imbastito di dolore utilizzando la prima persona e la forma indiretta crea un’immedesimazione potente con il lettore e soprattutto nei capitoli finali rende difficile distinguere i buoni dai cattivi e il morale dall’immorale. La trama è semplice, racconta il viaggio di una famiglia per la Germania e la decisione di lasciare la bambina più grande con la nonna, ruvida e dura. Il lamento interiore della Picciridda è straziante, la rabbia e la rassegnazione diventano per lei l’unica garanzia che possa in qualche modo compensare lo stupore dell’abbandono e la sofferenza in una prosa che aspira al melodramma. Lucia ogni giorno compie un rito liberatorio e si rifugia sulla spiaggia dove affonda i piedi nella sabbia così come l’autrice affonda la narrativa nel mito greco per svelare la metofora universale della “separazione sperimentata come perdita inspiegabile”, l’Ade di Kore si sovrappone al paese di Leto, prigione di Lucia e le grida della dea finalmente udite dalla madre Demetra si impastano con l’agonia della Picciridda che troverà riscatto nella straordinaria lungimiranza di sua nonna, personaggio chiave del romanzo che chiusa in un labirinto di potere sulla sua famiglia recita un ruolo quasi epico di potenza materna che tutto crea e tutto distrugge. L’arrivo in Germania rivelerà ai protagonisti che esiste una vita da vivere e una da sognare e che quel futuro così ingombrante e tanto agognato altro non fa che maciullare il presente. Ma i personaggi di Catena Fiorello alla fine vinceranno tutti, ognuno a modo suo.
Picciridda: 1
Catena Fiorello
Giunti, 256 pp., 16 euro