Cosa far leggere a un avversario politico. I consigli di Andrea Romano
Il Foglio ha condotto un piccolo esperimento: provare a conoscere meglio alcuni protagonisti della vita politica italiana chiedendo loro di consigliare a un avversario tre libri da leggere durante l’estate. In alcuni casi, l’avversario è stato esplicitato. In altri casi, l’avversario è solo figurato. Lo abbiamo chiesto a esponenti di tutti i partiti. Dal Pd a Forza Italia passando per la Lega, Mdp e il Movimento 5 stelle e in molti ci hanno risposto e hanno accettato di stare al gioco. Ecco cosa ci ha risposto il deputato Pd, Andrea Romano.
L'ex condirettore dell’Unità, ora responsabile di Democratica, identifica tra tipologie di avversari, con tre libri diversi da consigliare a ciascuno di loro. Primo consiglio: “Al leghista che pensa di difendere l’interesse nazionale italiano chiudendo le frontiere suggerisco ‘Il Leone e l’Unicorno’ di George Orwell. Un aureo libretto scritto da Orwell nel 1941, dopo la resa della Francia e prima dell’ingresso in guerra di Usa e Urss, mentre la Gran Bretagna era rimasta sola in Europa a fronteggiare la Germania nazista e le sue bombe: straordinario piccolo saggio sul patriottismo di sinistra, dove l’amore per la cultura e la gente della propria patria si incrocia all’esaltazione di un socialismo della tolleranza e del dialogo con gli altri popoli europei”. Secondo consiglio: “Al Cinque Stelle che forse non sa di coltivare le stesse forme di intolleranza che nutrirono i totalitarismi del Novecento suggerisco ‘Vita e Destino’ di Vasilij Grossman. Grande affresco di drammi personali, scontri militari e politici intorno al conflitto tra Germania e Unione Sovietica nella Seconda Guerra Mondiale, ma soprattutto una raffigurazione di stalinismo e nazismo che si riflettono nello stesso specchio: lo specchio del totalitarismo, per l’appunto, e delle varie forme di intolleranza (etnica, religiosa, politica, etc.) che ne ha rappresentato il terreno comune”. Terzo consiglio: “All’esponente di MdP che riscopre le virtù della purezza ideologica e dell’isolamento ideologico suggerisco uno dei testi fondamentali per comprendere la novità della cultura politica del PCI del secondo dopoguerra rispetto al settarismo comunista: ‘Ceto medio ed Emilia Rossa’ di Palmiro Togliatti, ovvero il discorso che l’allora leader PCI rivolse ai quadri comunisti a Reggio Emilia nel settembre 1946. Uno splendido discorso in cui Togliatti non solo guardava alla necessità di qualificare l’offerta politica comunista in direzione dei ceti medi produttivi, ma soprattutto rivendicava l’eredità del socialismo italiano e delle diverse tradizioni del nostro riformismo”.
Per i lettori che volessero invece consigliare un libro a un politico da oggi e per qualche giorno si può scrivere qui: [email protected]. I migliori consigli saranno pubblicati nei prossimi giorni sul Foglio. Buona lettura.