Dimenticare
Peppe Fiore
Einaudi, 192 pp., 18,50 euro
Sono le due passate e sullo spiazzo di erbacce adibito a parcheggio dietro lo stadio di Fiumicino arriva senza far troppo rumore una Maserati Ghibli, nera come quella notte dove tutto deve ancora accadere. Scendono Daniele e suo fratello Franco, preceduti da un uomo “con la testa d’uovo” e seguiti da “l’uomo del dopobarba”. Con il loro incedere formano una piccola processione silenziosa che li porterà da un boss chiamato Gettone. Se Franco, colpevole di quella situazione, trema, suo fratello – che è un omone da centotrenta chili – cerca di tenere il più possibile gli occhi “su quegli sparuti segnali di umanità superstite”. Otto milioni da restituire non sono certo pochi, come non sarà facile quella prova di agilità in cui si ritroverà sottoposto quel fratello scapestrato. Inizia così, come fosse un noir, il prologo di questo libro. Dal 1995 ci trasporta poi nel 2002, in uno scenario completamente diverso, nel piccolo paese di Trecase sulle montagne laziali, il posto in cui Daniele ha scelto di vivere per allontanarsi da tutto e da tutti, senza fornire alcuna spiegazione. Ben accolto dalla comunità locale, prenderà in gestione il bar fatiscente della stazione sciistica abbandonata in mezzo al bosco poco distante, dove raccontano che un orso abbia aggredito una donna. Daniele sarebbe dovuto andare a Cancún, ma è finito in un posto in cui i faggi, di notte, sembrano “ripetere le voci dei morti” – un luogo perfetto per tenere un segreto e dove, però, a ben vedere, ci sono anche gli squali, come gli farà notare la donna che a un certo punto entrerà nella sua vita. La rapidità delle azioni e degli eventi sono alla base di questo romanzo in cui basta davvero poco per far tornare alla luce un passato latente e doloroso. Tredici anni dopo, un ragazzo, suo nipote, tornerà a cercarlo e sarà a quel punto che l’uomo, grazie anche alla sua volontà, troverà una maniera diversa di guardarsi dentro. Il respiro e i suoi lunghi silenzi hanno avuto la meglio per troppo tempo, ed è giunto il momento di dimenticare, come suggerisce il titolo di questo romanzo pieno di solitudine e d’amore, di angoscia come di speranza, di accettazione e di ribellione. Perdersi e ritrovarsi è la cosa più normale in questo mondo, ma non tutto può essere detto, perché a volte, quando una cosa la dici, la uccidi. Avete tra le mani un piccolo gioiello narrativo, la storia di un mistero e di una vita passata a evitarlo e nasconderlo, un romanzo scritto con un linguaggio preciso e tagliente dove non c’è spazio per romanticismi e smancerie simili. Sarà per questo, forse, che non dovrete meravigliarvi né preoccuparvi se la prima cosa che proverete e vorrete fare dopo averlo letto e capito il tutto, sarà quella di prendere per mano il protagonista ma solo per rassicurarlo e non giudicarlo. Certe persone “sono dei conti alla rovescia”: basta solo aspettare.
DIMENTICARE
Peppe Fiore
Einaudi, 192 pp., 18,50 euro