Per vivere meglio
di Cesare Cavalleri, ELS La Scuola, 192 pp., 16 euro
Frugando tra i libri malamente ammucchiati sulle bancarelle dei rigattieri, capita talvolta di imbattersi, con circospetta incredulità, in un volume a lungo cercato e di prelevarlo allora in tutta fretta, come se un rapido gesto di un secondo avesse il potere di riscattare anni di bramosa attesa. Alcuni dei miei libri introvabili, salvati in tal modo dalla dispersione, appartengono alle Edizioni Ares ed hanno quel fascinoso stigma dell’impopolarità, con titoli controcorrente cui seguono pagine apologetiche, dai giudizi scomodi, testimonianze di una memorabile primavera culturale. Cesare Cavalleri è affine ai libri che ha editato, “la marginalità gli è chiara ed egli non chiede riconoscimenti”, scrive Jacopo Guerriero nell’introduzione a questo suo lungo colloquio con uno dei nostri maggiori intellettuali cattolici. Ma Cavalleri i riconoscimenti li merita tutti: fu sua infatti la coraggiosa e lungimirante scelta di pubblicare Il cavallo rosso di Eugenio Corti, romanzo disdegnato dai grandi stampatori, troppo legati alle ideologie dominanti, ma divenuto poi un caso letterario. E ci sarebbero da citare tanti altri autori, le cui penne acuminate sono state scagliate come dardi al momento giusto da questo attento arciere. Da più di cinquant’anni Cavalleri divide la sua attività di editore impegnato con la solerte direzione della rivista Studi Cattolici, trovando inoltre il tempo per scrivere una rubrica settimanale su Avvenire, quotidiano col quale collabora dal primo numero. Il titolo di questo libro-intervista è una frase rubata a Saint-John Perse, il poeta prediletto, che alla cruciale domanda “perché scrive?” rispose proprio così, “per vivere meglio”. Cavalleri, partigiano della verità, è mosso da un obbligo interiore e non ne fa mistero, infatti alla risposta del poeta aggiunge solo che la sua è una “parola d’intervento”. Il solenne sottotitolo si stempera nell’avvincente dialogo che ripercorre una vita piena, puntellata di incontri con intellettuali, poeti e maestri. Ricordando le passeggiate con ngaretti, la fascinazione di Panikkar , le querele dei Radicali o il rocambolesco inseguimento di Pound per le calli veneziane, ben si delinea una temperie culturale fatta di eccentricità ma anche di una sincera e profonda sete di conoscenza , nutrita da reciproci scambi di idee. Da queste pagine emerge chiaramente che quello del critico polemista è il ruolo che più gli sta a cuore, “la maggior parte delle cose che ho fatto e detto - confessa - sono per porre un giudizio positivo” e minimizza le accuse di cattiveria, dichiarando che “la stroncatura è un genere letterario”. Memorabile rimane quella dedicata a Eco, riproposta in appendice assieme ad altri scritti. L’acuta intelligenza e l’arguzia mordace del critico impietoso dovrebbero stridere con l’aspetto di questo garbato ottantenne che senza cravatta si sente a disagio, ma forse sono il segreto di una persona la cui consapevolezza è riposta altrove. Numerario dell’Opus Dei, egli dedica pagine commosse e personali a Padre Josemaría Escrivá, dalle cui parole è stato indelebilmente segnato. Nonostante la dichiarata appartenenza, il suo giudizio è perentorio, “gli scrittori cattolici non esistono! Deve sempre prevalere il giudizio estetico.” Eccolo allora elogiare il caro amico Flaiano e l’amato Buzzati, ritratti nella loro gentile umanità. Questo libro non è un bilancio ma quasi - anche perché Cavalleri punta ad arrivare al secolo - ed effettivamente ci sembra di essere di fronte a un’esistenza fuori dal tempo, che con un sorriso un po’ si compiace del proprio personaggio e un po’ lo critica.
PER VIVERE MEGLIO
Cesare Cavalleri
ELS La Scuola, 192 pp., 16 euro