Dieci libri per sopravvivere al “Natale con i tuoi”
Una piccola lista di letture per distrarsi ed eludere con serenità le solite sfiancanti domande di chi ci vede sì e no una volta l’anno
Le luci; l’albero; il presepe; i regali.
Le cene in famiglia; il pandoro; il panettone con i canditi; i parenti.
Vi siete già chiesti quanto riuscirete a resistere a tutto questo? Poco o tanto che sia, noi abbiamo la soluzione.
Quest’anno non abbiamo pensato ai regali, nemmeno per i bambini. Quest’anno abbiamo deciso soltanto di venire incontro ai nostri lettori premurandoci di compilare una piccola lista di libri che li aiutino a distrarsi, ad eludere con serenità le solite sfiancanti domande di chi ci vede sì e no una volta l’anno, e che, in una sola espressione, li supportino per tutta la durata delle prossime vacanze di Natale. Perché i libri, si sa, magari non risolvono questo genere di problemi, ma a volte hanno il grande potere di rimpicciolirli (e di far scomparire, seppur momentaneamente, le persone).
Dunque, con lo spirito del Natale in corpo e tanti buoni propositi da soddisfare per l’anno nuovo, andiamo a vedere di quali libri si tratta.
Natale a Thompson Hall di Anthony Trollope (Sellerio)
“Dopotutto, il Natale è una noia!”.
“Se anche la pensate così, signor Archer, vi prego di non dirlo qui”.
“Ma lo è davvero”.
Inizia così, un poco a gamba tesa, la prima raccolta di racconti che vi proponiamo per sciogliere il ghiaccio e guardare al Natale con la giusta lente d’ingrandimento. Anthony Trollope, autore molto prolifico (sfornò ben quarantasette romanzi), fu uno dei massimi protagonisti della letteratura inglese dell’Ottocento, conobbe un grande successo di pubblico e di critica, ma è di sicuro uno degli scrittori inglesi meno conosciuti in Italia. Per questo, grazie a Sellerio che ne ha pubblicato la raccolta di racconti “Natale a Thompson Hall”, possiamo (ri)scoprire la sua sagace vena vittoriana unita ad un riposante, quasi dolce e amabile modo di conversare. I racconti qui proposti puntano l’attenzione sull’analisi sociale delle classi dei piccoli possidenti e in particolare si concentrano sulla figura della signora Brown attraverso dei quadretti, tutti ambientati nel periodo natalizio, che hanno l’obiettivo di lasciar intendere al lettore quanto fosse complesso essere una donna, e per giunta una donna per bene, in età vittoriana. Respirate a pieni polmoni, dunque, l’atmosfera del tradizionale Natale inglese ottocentesco, fatto di vischio, tacchini ripieni e gelidi castelli.
Scandalo in casa Mitford di Jessica Fellowes (Neri Pozza)
I romanzi della fortunata serie delle sorelle Mitford sono il segnale che Natale è praticamente alle porte. Attendere che le storie architettate dalla nipote dell’acclamato autore britannico Julian Fellowes (sceneggiatore della mitica serie TV Downton Abbey nonché autore dell’intricatissimo e appassionante Belgravia) arrivino in libreria è un po’ come aspettare che Babbo Natale si decida a sganciare i regali tanto attesi. Una delizia.
Dopo L’assassinio di Florence Nightinghale Shore e Morte di un giovane di belle speranze, in questo terzo episodio protagoniste sono Nancy e Diana Mitford e la loro ormai ex cameriera Louisa Cannon, le quali si troveranno a risolvere l’ennesimo, complicatissimo giallo che però, questa volta, sembrerebbe avere una doppia faccia, anzi, un doppio collegamento: da un lato la morte apparentemente del tutto casuale di una cameriera precipitata dal lucernario durante una festa nel salone di Grosnover Place; dall’altro il decesso di Shaun Mulloney, amico di famiglia di Diana e Bryan Guinness, con il quale i due sposi, durante il loro viaggio di nozze parigino, cenarono giusto poche ore prima della dipartita.
La stanza rossa e altre storie di fantasmi di Lucy M. Montgomery (Caravaggio editore)
Non so quanti di voi abbiano presente chi sia Lucy Maud Montgomery, in ogni caso sono certa che basterà nominare Anna dai capelli rossi perché abbiate subito presente la storia di questa bambina nata in Nuova Scozia nel XIX secolo. Della Mongomery, però, questa volta vogliamo proporvi una lettura meno celebre ma non per questo meno coinvolgente, anzi.
Cedendo al fascino delle ghost stories, la scrittrice di origine canadese – che dedicò la sua vita alle parole, pubblicando romanzi, racconti, componimenti poetici e saggi – attraverso uno stile lucido ed elegante, e grazie a dei racconti non eccessivamente lunghi, con La stanza rossa e altre storie di fantasmi porta il lettore nell’universo del paranormale con una delicatezza inedita e forse lontana dalla materia orrorifica per eccellenza, ma che nonostante questo conserva un suo particolare fascino.
Il canto dell’allodola di Willa Cather (Fazi)
È tornato in libreria grazie a Fazi Editore un grande classico di Willa Cather, talentuosa scrittrice americana vincitrice del Premio Pulitzer, che già avevamo potuto ritrovare tra gli scaffali con il racconto lungo Il mio nemico mortale.
Con Il canto dell’allodola (tradotto da Giuseppina Oneto) la Cather ci porta questa volta nel mondo della musica, introducendoci alla vita di Thea Kronborg, quarta figlia di una famiglia svedese residente a Moonstone, in Colorado. Il cuore del romanzo – che non si ispira certo alle atmosfere sagaci e oscure de Il mio nemico mortale, né ruota attorno alle mille sfumature di cui è composta la personalità tormentata e ambigua della protagonista – risiede nella ricerca di una dimensione superiore, come se il cammino intrapreso da Thea nel perseguire la propria vocazione contenga un alone di grazia e di meraviglia a cui il suo animo sembra completamente proteso. Il risveglio spirituale di questa artista e il duro viaggio che intraprenderà per inseguire i suoi sogni saranno il punto di partenza, e anche quello di arrivo, per imbastire una storia delicata ma non per questo meno incisiva.
Ethan Frome di Edith Wharton (Neri Pozza)
Continuando a parlare di Premi Pulitzer, non poteva mancare nella nostra lista un piccolo ma intenso capolavoro di Edith Wharton, prima donna ad essere insignita, per l’appunto, del Premio Pulitzer con L’età dell’innocenza (1920).
Ethan Frome, romanzo che potrete leggere in poco più di un pomeriggio, è la classica storia da cui si fatica a uscirne vivi. Risucchiati dall’angoscia che proverete per i tormenti del protagonista – immerso nella neve del Massachussetts occidentale e “vittima” di quel clima così gelido e di quei paesaggi così desolanti da non capire più nemmeno quale sia la direzione giusta da prendere, tanto tutto sembra uguale, quasi identico a sé stesso – da un certo punto in avanti non vi resterà che affidarvi al destino, proprio come fa Ethan Frome, un povero contadino che ha dedicato tutta la sua gioventù ai genitori malati e che poi ha sposato Zeena, la donna che si è presa cura della madre morente. Un matrimonio infelice, ispirato dalla compassione e dalla riconoscenza, a cui Ethan vorrebbe sottrarsi anche se, di fatto, non può. Uno spiraglio di speranza sembra aprirsi con l’arrivo di Mattie, allegra e giovane cugina di Zeena arrivata in casa Frome proprio per aiutare quest’ultima, donna ipocondriaca e ormai inacidita dalle vicissitudini della vita. Ma, assieme alla passione che Ethan sente accendersi per l’ospite-domestica, si accende anche il risentimento di Zeena, che farà di tutto per ostacolare la coppia.
Finale sorprendente e tanta suspense per questa cupa storia d’amore.
Dopo mezzanotte di Irmgard Keun (L’orma editore)
“A volte apri una busta e ne salta fuori qualcosa che ti morde o ti punge, anche se non è un animaletto. Oggi è arrivata una lettera del genere da Franz”.
Dai paesaggi innevati degli Stati Uniti torniamo alla nostra amata Vecchia Signora, e lo facciamo con una chicca riscoperta e ripubblicata dagli amici de L’orma: Dopo mezzanotte è uno dei due romanzi che Irmgard Keun – una delle scrittrici più originali del Novecento, compagna di Joseph Roth, e spinta alla scrittura da Alfred Döblin che ne ammirava tanto la vivace intelligenza quanto l’umorismo fulminante – scrisse durante l’esilio. Ci troviamo nella Germania del 1936 assieme ad una ragazza di diciannove anni che, mentre la folla acclama un Hitler sfilante in corteo lungo le strade della città, sta decidendo che cosa fare della propria vita. E così, attraverso la sguardo di Sanna, incontriamo i personaggi che popolano la sua quotidianità, dal malinconico Franz al mediocre scrittore Algin alla smaliziata Gerti, in un racconto che, con grande spontaneità e una innata ironia, ci presenta – grazie all’ausilio di una penna di rara intelligenza – le difficoltà e le meschinità prodotte e alimentate dai regimi di ogni tempo.
Fiabe lapponi (Iperborea)
Avete bisogno di qualcosa che vi culli prima di andare a dormire? La soluzione giusta potrebbe essere la lettura delle Fiabe lapponi edite da Iperborea, che però, come tutte le fiabe che si rispettino – quelle della migliore tradizione folklorica e mitologica di ogni Paese – non sempre hanno un lieto fine, ma soprattutto, forti del messaggio che vogliono veicolare, puntano l’attenzione sul peso morale (con qualche crudo colpo di scena) di ogni quadretto rappresentato.
Primo volume di una serie dedicata alle fiabe scandinave, le Fiabe lapponi attingono direttamente alle prime raccolte scritte nell’Ottocento e volte, soprattutto nel caso della Lapponia, a riscoprire le proprie radici culturali e a ricercare la propria indipendenza linguistica. In questo mondo fatto di magie, di piccole e grandi sorprese, di dure verità, metamorfosi, foreste stregate e accampamenti nomadi, si muovono personaggi che appartengono al grande patrimonio delle tradizioni e dei miti di quella che per lungo tempo è rimasta una comunità etnica isolata e muta.
La sapienza segreta delle api di Pamela L. Travers (Liberilibri)
“C’erano giorni in cui Pamela L. Travers, molto prima di chiamarsi così, correva a rotta di collo per le campagne sconfinate attorno alla cittadina di Bowral, nel Nuovo Galles del Sud, con gli occhi rossi di pianto e i ricci chiari nel vento”. Pochissime righe per una presentazione fuori dell’ordinario. Chi può esserne l’autore, se non Cesare Catà?
Ecco, possedere questa raccolta di scritti di Pamela Travers, che vede la luce ora, per la prima volta in Italia, grazie alla casa editrice marchigiana Liberilibri, significherà due cose: avere la possibilità di leggere una prefazione visionaria, esaustiva, a suo modo magica e inglobante come quella di Catà, e ovviamente avere la grande, grandissima occasione di scoprire qualcosa di più su colei che ha creato un personaggio indimenticabile come Mary Poppins.
Cosa c’è oltre il già noto? È la stessa Travers ad auto definirsi, in un certo senso, con questa raccolta di scritti su mitologia e folklore che l’autrice compose lungo tutta la sua vita. La sapienza segreta delle api diventa una sorta di guida magica per chi vorrà, in special modo, riscoprire i significati degli antichi miti che ancora oggi vivono nella nostra quotidianità.
In paese stavano gli uomini di Filippo De Matteis (Elliot)
Dopo aver viaggiato attraverso Stati Uniti e nord Europa, direi che è il momento di tornare in Italia. Immaginate che quando sarete arrivati a questo punto le vacanze saranno – finalmente – già agli sgoccioli, al massimo resterà da festeggiare la Befana. E allora quale miglior modo per fare ufficialmente rientro nel regno dei festeggianti se non con una storia dal substrato profondamente gotico? Quello di Filippo De Matteis è un romanzo a cui si guarda prima con circospezione e poi, una volta che ci si è addentrati assieme all’autore nel paesino di Pianadora, lo si osserva con un occhio nuovo, meno analitico e di sicuro più complice.
La sera della vigilia di Natale, Nino riceve una visita inaspettata da un vecchio amico che non sente dai tempi dell’adolescenza, Bruno, il quale lo prega insistentemente di tornare al loro paese di origine perché Pianadora è ormai sconvolto da sinistre premonizioni. Il borgo sembra essere piombato nello stesso clima di spavento dell’estate del 1970, quando a scomparire fu il piccolo Dodo. Una volta fatto ritorno al paese, Nino si troverà a guerreggiare con un mistero che ha quasi dell’incredibile: gli abitanti di Pianadora hanno instaurato un rapporto tanto morboso quanto pericoloso con una colonia di Santi minori che abitano il bosco vicino. “Più Pianadora era andata svuotandosi nel corso degli anni, più i santi avevano cercato di contendersi con ogni mezzo l’idolatria degli ultimi paesani rimasti”: tra magia, simil paganesimo e irriverente realtà, De Matteis costruisce un romanzo unico nel suo genere, che trascina il lettore in un territorio tanto misterioso quanto chiarificatore – e forse un poco dissacratorio – della relazione verminosa tra uomini e Santi.
La nostra casa felice di Serena Uccello (Perrone editore)
Arrivati a questo punto, le feste sono sì terminate, e con esse i supplizi di varia natura, ma ad attenderci c’è il triste e crudo ritorno al lavoro quotidiano. Per affrontare al meglio questo ultimo, ennesimo, piccolo grande trauma vi proponiamo la lettura di un libro forte, denso e corposo, al cui inquietante fascino non saprete dire di no: La nostra casa felice.
Ci troviamo in Calabria in compagnia di Argentina, poliziotta in servizio alla squadra mobile di Reggio Calabria; lei si occupa di intercettazioni ed è stata assegnata al gruppo ricerca latitanti. Ad un tratto, nella vita di Argentina irrompe Nunzia, figlia del boss della Piana di Gioia Tauro, che dopo la cattura del padre e la fuga del fratello viene risucchiata dagli affari di famiglia e corre il rischio, consapevole, di poter perdere i figli da un momento all’altro. È da questo momento in avanti che inizia la vera vicenda di due donne quasi coetanee, Argentina e Nunzia, che si trovano quasi per caso, imparano a conoscersi, si parlano, si ascoltano e, probabilmente, sembrano domandarsi – ognuna a suo modo: cosa succede quando il crimine si insinua in ogni piega della vita umana? Cosa accade quando la propria esistenza – e quella di chi ci circonda – sembra essere totalmente assorbita dalla violenza? Come si può vivere in balìa del male, come è possibile – se è possibile – salvarsi?
Il romanzo di Serena Uccello mette a confronto le vite di due donne che, specchiandosi l’una nel volto dell’altra, imparano a leggere le sfumature della vita nei suoi colori più bui.
Universalismo individualistico