Mia sorella è una serial killer
La recensione del libro di Oyinkan Braithwaite (La nave di Teseo, 232 pp., 19 euro)
Alexandria Ocasio-Cortez è stata offesa di recente fa sui gradini di Capitol Hill, davanti ad alcuni giornalisti, dal collega repubblicano della Florida Ted Yoho che l’ha definita “fucking bitch!”. Agli insulti la deputata ha risposto inizialmente con un tweet e una story su Instagram, postando un pezzo hip-hop intitolato “Bitch Boss”. Vedendo poi che Yoho non si scusava, ha replicato con un veemente discorso dagli scranni del Congresso, condiviso poi 16 milioni di volte. La scrittrice indiana Meena Kandasamy invece, ha deciso di raccontarle in un libro, intitolato Ogni volta che ti picchio (E/o), le violenze subìte dal marito, professore marxista ed ex guerriero rivoluzionario maoista, rivelando senza retorica né vittimismo la condizione di molte donne, in India e nel mondo.
Chissà cosa penserebbero entrambe di Ayoola, la protagonista del romanzo d’esordio di Oyinkan Braithwaite, Mia sorella è una serial killer (La nave di Teseo), che subito, all’inizio del libro, è già arrivata al suo terzo omicidio? Perché Ayoola ha un modo tutto suo per difendersi dalle angherie, vere o presunte, dei suoi fidanzati. Li uccide. Tanto poi arriva la sorella Korede a risolvere la situazione, armata di guanti e candeggina. “Scommetto che non sapevate che la candeggina nasconde l’odore del sangue”. Parte da qui questa sorta di Lessico famigliare ambientato in una sudata Lagos molto middle class e scritto da questa promettente autrice nigeriana, catapultata di recente nell’empireo della letteratura anglosassone e dichiarata dal Los Angeles Times la miglior scrittrice di crime thriller dell’anno. Ha stupito tutti Oyinkan Braithwaite con questo romanzo, arrivato dopo una laurea in legge a Londra e un impiego a Lagos presso una casa editrice indipendente. Un romanzo che si legge velocemente, scritto con una prosa schietta, affilata come un coltello, Mia sorella è una serial killer è tante cose insieme: un libro pulp e una commedia nera, ma anche un’indagine sociologica sulla classe media nigeriana e sulla condizione della donna vittima di abusi. Oltre che un trattato psicologico sulle dinamiche famigliari in generale e, più in particolare, sul delicato rapporto tra sorelle. Figlie di un padre violento, Korede e Ayoola, sono l’una l’opposto dell’altra. Tanto è sicura di sé, bambolina fashion, sexy e intrigante, tutta trucchi e social network Ayoola, quanto è timida e riservata la sorella maggiore, Korede, infermiera in un ospedale e io narrante della storia. “Non riesco a identificare il momento esatto in cui mi sono accorta che Ayoola era bella e io… no”. Korede vive un complesso di sudditanza nei confronti della sorella minore ma allo stesso tempo fa di tutto per proteggerla. Tutto questo fino a quando Ayoola non inizia a frequentare il dottore con cui Korede lavora e del quale è innamorata. Un debutto fulminante, perfetto per essere portato sul grande schermo da Quentin Tarantino o per trasformarsi in una serie Netflix.
Oyinkan Braithwaite
Mia sorella è una serial killer
La nave di Teseo, 232 pp., 19 euro
Universalismo individualistico