Fatti, commenti, appuntamenti del giorno presi dal taccuino di Mario Sechi
Miliardi e suvlaki. Portafoglio e sirtaki. La storia della Grecia a corto di denaro
San Tommaso, Apostolo. Non credette agli altri discepoli che gli annunciavano la resurrezione di Gesù, ma, quando lui stesso gli mostrò il costato trafitto, esclamò: «Mio Signore e mio Dio».
Titoli. Miliardi e suvlaki. Portafoglio e sirtaki. La storia della Grecia a corto di denaro è così, un misto di bigliettoni fruscianti, carne abbondante e musica al banchetto dove pagano gli altri. Leggere per credere l’analisi del Fondo Monetario Internazionale sulla quale il Corriere della Sera apre il quotidiano: “Altri 60 miliardi per salvare Atene”. Stavolta nessun “retroscena” confezionato dall’inviato nel Peloponneso, ma una notizia già data il giorno prima dal Financial Times. In ogni caso, buona da leggere. Segnaliamo la “separazione” tra Alesina e Giavazzi, firmano sul Corriere due editoriali separati. Torneranno insieme? Ecco la calcolatrice rotativizzata del Sole 24Ore: “Il voto costa alla Grecia il 2% del Pil”. Al desk di bottega e portafoglio stamattina c’è La Stampa: “Se la Grecia esce dall’euro ci costerà mille euro a testa”. La stessa parola (euro) ripetuta due volte in un titolo è imperdonabile, il resto è come giocare a flipper con il futuro. Altro prima del caffè? Il Giornale che si separa dal gruppone ellenico e mette in padella tipografica un fritto misto cucinando la vicenda del sequestro dello stabilimento Fincantieri con il caso De Luca. Il risultato è questo: “Salvano i politici Pd e ammazzano le imprese”. Oggetto: magistratura. Buona giornata.
La Grecia tocca il Fondo. Lo abbiamo citato, ecco l’analisi del Fondo monetario internazionale sulla (tragica) situazione dei conti greci. E’ datato 26 giugno, lo stesso giorno in cui Tsipras ha indetto il referendum sugli aiuti europei.
Che effetto avrà sul Greeferendum il documento del Fondo? L’analisi del Fmi boccia il governo Tsipras, mette sotto accusa il rilassamento fiscale, ma contemporaneamente chiede ai creditori di fare quello che finora hanno negato a Atene: uno sconto e un allungamento (da 20 a 40 anni) del debito ellenico. Dunque anche la troika è divisa. E infatti su Zerohedge c’è chi ironizza: “Se il fondo monetario fosse un cittadino greco voterebbe no”. Ultimo sondaggio: sì al 44,8 per cento e no al 43,4 per cento; il 74 per cento dei greci vuole restare nell’Eurozona e solo il 15 per cento vuole tornare alla Dracma. Citofonate Salvini, qualcuno che paga i conti serve sempre. Prendete tutto con le pinze, contano i voti veri. Vedremo tra 48 ore cosa accadrà.
Timeline. Come si è arrivati a questo punto? E’ una storia antica. Ecco una cronologia del Council on Foreign Relations sul sirtaki finanziario. Parte dal 1974, anno della caduta del regime dei colonnelli.
Mercati. La borsa di Shangai è un luna park. E’ crollata, ha recuperato, è tornata giù. Montagne russe.
Wall Street oggi è chiusa per l’Independence Day, le banche sono aperte. In Europa escono gli indici Pmi delle imprese.
Dove mettono i soldi gli italiani? Leggere il Rapporto sulle scelte di investimento delle famiglie italiane che sarà presentato oggi dalla Consob all’Auditorium di Roma (ore 10,30)
Tornare a investire in Europa? Dibattito sul piano Juncker oggi a Torino con Dario Scannapieco, vice-Presidente della Banca Europea per gli Investimenti (Bei). Con lui ci saranno Fabrizio Saccomanni, Alfonso Iozzo e Edoardo Reviglio (Archivio di Stato, ore 15,30)
Marino ko. Sondaggio da brividi per il Pd e Ignazio Marino. Su Repubblica: il 73 per cento non lo rivoterebbe.
Independence Day. Note dal taccuino del vostro cronista ieri a Villa Taverna per i festeggiamenti del 4 luglio: “Prato in splendide condizioni, clima molto caldo, ventilazione inapprezzabile. I rapporti tra Italia e Stati Uniti sono sempre speciali (ambasciatore John Phillips dixit). Splendida Roberta Pinotti. Sorridente Lapo Pistelli con Paolo Gentiloni. A Pietro Grasso piace l’hamburger. Belle divise e signore. Composizione di rose bianche, rosse e blu meravigliosa. La birra era fresca, i fuochi d’artificio scintillanti”.
3 luglio. Muore a Parigi il 3 luglio del 1971 Jim Morrison. Il corpo privo di vita di Morrison viene trovato dalla compagna Pamela Courson nella vasca da bagno del loro appartamento nel quartiere Marais. I Doors sono per sempre.
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