Mario Draghi (foto LaPresse)

Fatti, commenti, appuntamenti del giorno presi dal taccuino di Mario Sechi

Draghi, l'uomo che manovra la catapulta del denaro

Mario Sechi
La tipografia è in fase di galleggiamento. Ieri erano gli scafisti, oggi i gommoni i protagonisti dell’impaginato italiano. Primo caffè, Corriere della Sera: “Libia, i gommoni della morte”. Ok, siamo quotidiano gonfiabile. Altro sul (fu) giornalone della (fu) borghesia italiana? Scrive che quella tra giudici e imprese è “un conflitto che è durato troppo”.

    San Charbel (Giuseppe) Makhluf, sacerdote dell’Ordine Libanese Maronita.

     

    Titoli. La tipografia è in fase di galleggiamento. Ieri erano gli scafisti, oggi i gommoni i protagonisti dell’impaginato italiano. Primo caffè, Corriere della Sera: “Libia, i gommoni della morte”. Ok, siamo quotidiano gonfiabile. Altro sul (fu) giornalone della (fu) borghesia italiana? Scrive che quella tra giudici e imprese è “un conflitto che è durato troppo”. Caso Ilva. Editoriale. Sullo stesso giornale che ha avallato la tracimazione della magistratura in politica. Andiamo avanti. A Repubblica non salgono sul gommone e fanno l’apertura d’acciaio: “Disastro dell’Ilva anche vendola nel processo”. Il compagno Nichi nell’altoforno giudiziario. Attenzione, la cosa migliore da leggere su Repubblica è la colonna di spalla, un pezzo che racconta dell’esclusione del vaticanista Marco Ansaldo dal viaggio papale. Sgradito. Ma non era tutto un picci picci pucci pucci tra Repubblica e Papa Francesco? Non c’era un clima arcadico favorito dal filosofico scambio di epistole-telefonate-messaggi tra Io e Anche Io tra Scalfari e Bergoglio? Colpa vostra, amici di Repubblica, avete anticipato l’enciclica, siete stati puniti giustamente dal Papa che troppo amate. Basta, ho bisogno di leggere un quotidiano cosmopolita, compassato. Ecco la Stampa (di Torino) sempre attenta alle cose di Washington e dello spazio. Grande foto della “nuova Terra” che non sappiamo se abitabile, abitata e chissà se da quelle parti leggeranno ancora i giornali. Attenzione, i sabaudi accendono la spia rossa per Renzi: “Tasse, si allarga il fronte: “La casa? Prima il lavoro”. Parla il consigliere economico (uno dei tanti) del premier Filippo Taddei. Vabbè, gli annunci valgono zero, attendiamo le decisioni. A proposito di tasse, Il Giornale è in fase ispettore Clouseau e ne scova una sul caldo: “Nuova tassa sul caldo. I condizionatori nel mirino di fisco e burocrazia: ecco chi dovrà pagare”. Aria fresca. Fa già un caldo bestiale qui a Roma. Si scioglie pure l’inchiostro dei giornali. Buona giornata.

     

    Nocciolo alla francese. Sul Foglio ho già scritto giorni fa del ritorno dell’idea originaria di Schauble di creare un nocciolo duro di Paesi dell’Eurozona. Il progetto di Kerneuropa non si è mai realizzato anche per la contrarietà della Francia. Attenzione, cambia tutto: Hollande ha fiutato la convenienza per Parigi e dice “si può fare” riprendendo Delors. Attendiamo reazioni di Renzi che vadano oltre l’accusa di “maestrina”.

     

    Draghi. E’ l’uomo che manovra la catapulta del denaro. Ha tenuto ferma la Grecia e continua a comprare titoli pubblici e privati ogni mese con il suo programma di Quantitative Easing. Chi ne ha beneficiato? Tutti, ecco i primi tre sul podio, dati cumulativi al 30 giugno: Germania 46,3 miliardi, Francia 36,2 miliardi, Italia 31,5 miliardi.

     

    Mercati. Le borse asiatiche sono andate male.

     

     

    I dati sulla manifattura cinese indicano un’ulteriore contrazione e alimentano l’incertezza sulle stime della crescita globale. Vediamo se l’Europa va in scia dell’Oriente o tergiversa e aspetta di vedere cosa fa Wall Street. Si marcano tutti a zona.

     

    Istat. Per sapere, per capire. L’istituto nazionale di statistica pubblica i dati sulle retribuzioni a giugno.

     

    Privatizzazioni al minimo. Lo Stato vende sempre meno in borsa i suoi asset. Brutto segno. C’è attesa per il round che farà il governo Renzi. E per Poste Italiane.

     

    Starbucks. Ci vuole un altro caffè. Ecco i dati diffusi ieri da Starbucks nell’ultimo trimestre: 4,9 miliardi di dollari di fatturato, profitti a 626,7 milioni. Asia e Pacifico le zone con la crescita maggiore. Non è più solo tè. 

     

    McDonald’s. Le cose non vanno bene. Calano ricavi (meno 10 per cento) e profitti. Tempi duri per l’hamburger e le patatine. Motivi? Cambiano le abitudini alimentari e poi c’è la forte concorrenza del cibo messicano e il successo di altri marchi come Shake Shack che avrebbero stregato i gusti dei Millennials.

     

    New York – Roma. Repubblica scrive del sindaco di Roma bocciato dal New York Times. Non ci voleva un inviato del pur nobile quotidiano americano per scoprire che la Capitale è gestita da un incapace. La soluzione? Ci vuole la troika (e anche Schauble). Per Roma e per la Sicilia.

     

    Caos Barcellona. Troppa movida, troppi studenti. Alla fine collassi. Così cascano gli imperi, figuriamoci le città del pensiero debole. Il neo sindaco di Barcellona, Ada Calau, per un anno non darà nuove licenze agli albergatori. Nel 1991 i posti letto erano 23.719 che nel 2013 sono diventati 69.128. E il paradosso è che la città non dorme mai.

     

    Cinema & Europa. La commissione europea ha messo sotto accusa sei grandi aziende dell’entertainment, Disney, NBCUniversal, Paramount Pictures, Sony, Twentieth Century Fox e Warner Bros che insieme a Sky UK avrebbero di fatto condizionato il mercato dei film su pay tv con la formula ristretta del country by country. In Francia non posso vedere la pay tv italiana e in Italia non posso vedere quella spagnola. Questo secondo la commissione violerebbe le regole del mercato unico in Europa. Ho sempre desiderato vedere la pay tv dell’Estonia, dai.

     

    Grasso & Boldrini. Agenda sempre piena per i presidenti del Senato e della Camera. Pietro Grasso, riceve la cittadinanza onoraria del Comune di Barga (ore 11). Laura Boldrini viene intervistata da Giovanni Floris alla Festa dell'Unità di Roma (ore 21). Cose grosse anche oggi.

     

    24 luglio. Nel 1998 esce nelle americane il film Salvate il soldato Ryan di Steven Spielberg. Sbarco in Normandia. Cinque Oscar.