Fatti, commenti, appuntamenti del giorno, presi dal taccuino di Mario Sechi
Shanghai chiude a meno 7,62 per cento, in attesa di Wall Street
Titoli. Parlano mandarino i titoli di coda dell’estate. Lo spiaggiamento è quasi finito, le notizie che pesano fioccano anche senza l’inverno e perfino chi di solito fa titoli sull’aria fritta della chiacchiera di Palazzo deve dare spazio a quello che accade intorno al mondo. Il problema è che tra poco finiscono le vacanze dei parlamentari e Donald Trump, al cospetto della gran parte degli onorevoli italiani, sembra uno statista. Benvenuti nel mondo reale, boys and girls. Primo caffè, Corriere della Sera: “Cina, la grande paura sulle borse”. In realtà, i mercati sono il sismografo che registra i problemi economici (seri) del Dragone. Altro? Il circo della Grecia continua a regalare numeri acrobatici. Occhio alla spalla del Corriere: “Lo strano balzo del pil greco. Tornano i dubbi sui conti di Atene”. Pacco e contropacco. Titolone su Repubblica stamattina: “Borse, la tempesta globale”. Ok, ma cose originali? Bisogna andare al taglio basso, con un pezzo di Merlo (Francesco) sul primo cittadino dell’insuccesso, Ignazio Marino, che nel caos Capitale si ritrova – again - negli Stati Uniti: “Roma sede vacante. Marino scrive in Usa”. Il giornale più venduto a Washington, la Stampa (di Torino) sguazza nella crisi della Borsa, lascio perdere il titolo d’apertura, mi concentro sul commento di Richard N. Haas, presidente del Council on Foreign Relations, diplomatico con una vasta esperienza sul campo che parla della vulnerabilità della Cina e Mario Deaglio sulla ripresa che non è a rischio. Il primo fa un’analisi classica di politica estera vista da Washington, il secondo dice che in fondo l’Italia non rischia così tanto perché il suo export in Cina è piccolo. Sì, ma le vie del commercio sono infinite e non seguono quelle degli economisti. E se la Germania – primo partner dell’Italia e grande esportatore in Cina – si becca la febbre asiatica, anche noi finiamo stesi a letto. Andiamo avanti. Consigli da Libero: “Come si può guadagnare con il Dragone spompato”. Il Giornale è in fase apocalittica: “L’11 settembre delle Borse”. Occhio all’editoriale: “Perché il Pd non mangerà il Panettone”. Ottimisti, in via Negri. Al Fatto Quotidiano devono aver visto molti film di Bruce Lee: “Dalla Cina con terrore”. Ma il kung-fu non serve per comprendere le ragioni del crollo dei listini. Sul Sole 24Ore c’è tutto quello che serve per capire che cosa sta accadendo e attenzione a questa riga di titolo: “Rischio-Pil per la manovra”. Questo è il punto-chiave per gli italiani. E’ “la finestra d’opportunità” rievocata da Marco Valerio Lo Prete sul Foglio. S’è chiusa. Notizie dalla Capitale? Il Messaggero e un caffè ar vetro: “Casamonica, strigliata di Gabrielli Mafia Capitale: Marino sotto tutela”. Quanto tempo perso, quanta monnezza in strada. Vivono in una bolla. Buona giornata.
Mercati. Shanghai fa un’altra immersione nel Pacifico e chiude a meno 7,62 per cento mentre le Borse europee sono in rialzo, ma potrebbe essere il gioco del gatto con il topo, compro, vendo, guadagno qualcosa e fuggo. Attendono Wall Street. Vediamo se vincono il sell-off da panico e recuperano parte della caduta di ieri durante la giornata.
Comma 22. E’ il paradosso della scelta della Federal Reserve, il circolo vizioso in cui è finita la Banca centrale americana per aver aspettato troppo. Doveva alzare i tassi prima? Ora in molti sostengono la tesi che “qualsiasi cosa faccia, è sbagliata”. Consigli per i lettori di List: (ri)leggere il romanzo di Joseph Heller (ambientato in Italia) e questi appunti del mattino online su First FT.
Live. Quelli che vogliono seguire la giornata dei mercati possono farlo su MoneyBeat del Wall Street Journal.
Gordon Gekko. Cosa leggerebbe Gordon Gekko? Sun Tzu, L’Arte della guerra. “Ogni battaglia è vinta prima che sia combattuta”. Stamattina, leggendo i commenti sulla Cina, mi è venuta in mente questa battuta fulminante di GG: “Se vendesse bare, non morirebbe più nessuno”. Wall Street, 1987.
Petrolio. Più cala il prezzo, più i guai diventano visibili. E’ ai minimi degli ultimi sei anni, a livelli mai toccati persino durante la crisi finanziaria. Il mercato delle materie prime è down.
Victory Day. Sarà il 3 settembre a Pechino. Chi andrà in Cina alla parata militare? Vladimir Putin, Ban-Ki-Moon, Tony Blair, Gerhard Schroeder, rappresentanti di 19 paesi e 10 organizzazioni internazionali. Non ci sarà il primo ministo del Giappone, Shinzo Abe.
25 agosto. Nel 1984 muore Truman Capote, genio della letteratura americana. E’ sempre Colazione da Tiffany.
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