Il presidente del Consiglio Matteo Renzi (foto LaPresse)

Fatti, commenti, appuntamenti del giorno presi dal taccuino di Mario Sechi

Renzi dalla pax estiva alla tax

Mario Sechi
Finito il silenzio (s)forzato di Renzi, ricomincia la rumba italiana. Nel magic box di Palazzo Chigi ci sono gli obiettivi già detti settimane fa, ma in redazione non è sembrato vero di poter tornare alla rassicurante titolazione del nulla che forse s’avvera e forse no.

    San Melchisedek, re di Salem e sacerdote del Dio altissimo.

     

    Titoli. Dalla pax estiva alla tax. Finito il silenzio (s)forzato di Renzi, ricomincia la rumba italiana. Nel magic box di Palazzo Chigi ci sono gli obiettivi già detti settimane fa, ma in redazione non è sembrato vero di poter tornare alla rassicurante titolazione del nulla che forse s’avvera e forse no. Si vedrà, in ogni caso, agosto ha ancora qualche giorno di spiaggiamento, poi si riparte a pieno ritmo con il vai e vieni dei partitanti, questo è solo un preludio dell’autunno. Primo caffè, Corriere della Sera: “Niente Imu e Tasi per tutti”. Altro? Se avete bisogno di recuperare sonno, c’è un editoriale di Massimo Franco. Voltiamo pagina, Repubblica, titolo in versione extra su due righe, formato da Grandi Eventi: “La Cina taglia i tassi, Borse divise. Renzi: “Via Tasi e Imu dal 2016”. La prima riga sulle “borse divise” sembra la cronaca di una riunione della direzione del Pd, la seconda sembra consecutio della prima con Renzi che risolve la tempesta finanziaria alleggerendo la tassazione sugli immobili. Miracoli in rotativa. Cose Made in Repubblica? Un’intervista al sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro: “Sfido i soloni da salotto. Mai un gay pride nella mia Venezia”. Ci sarebbe anche un Enzo Bianchi che scrive di “Francesco e il vero potere del perdono”. Forse dovrei leggerlo… ma anche no. Decolliamo all’estero, dove si dispiegano come le ali di un jumbo le pagine della Stampa (di Torino), il giornale più venduto a Washington. Titoli americani? Apertura su Renzi, spalla (ampia) con reportage dalla Serbia, foto al centro sulla ditta di demolizioni dell’Isis, un titoletto su Angela Merkel, un fogliettone su Charlie Brown, un Maggiani che scrive, il contratto di Balotelli,  zero cronaca nera, zero cronaca bianca, zero America. Un quesito interessante, che aprirà un grosso dibattito nei bar di Cuneo, in pagina c’è: “Ma chi verifica le statistiche di Pechino?”. Sento la mancanza di Gramellini. Off topic, contrarians, italians? Il Giornale: “Renzi apre la campagna elettorale”. Occhiello: “Il ritorno del ballista”. Libero: “Uova e sassi contro Renzi”. Occhiello: “Il teatrino di Matteo”. Editoriale sullo “storyballing” di Matteo. A centro pagina c’è la vignetta su Marino ai Caraibi e il titolo: “Le ferie misteriose del sindaco ai Caraibi”. Vi prego, lasciate che continui la vacanze, il problema non è che non c’è, ma che c’è. Portafoglio e bottega? Un caffè ar vetro e Il Messaggero, si torna alle tasse: “Renzi, via Imu e Tasi per tutti”. Titoli su Roma? Un incidente a piazza del Popolo e la saga del Campidoglio: “Caso Mafia Capitale toccherà a Gabrielli bonificare il Comune”. Bonificare. Sa di palude. Money? Sul Sole 24Ore c’è il dritto e il rovescio delle borse, una lettera di Romano Prodi ai grandi del mondo (“mettetevi d’accordo”) e un pezzo sulle coperture per la riduzione della pressione fiscale di Renzi. Miglior titolo della giornata assegnato alla Gazzetta: “Inter, manca Pocho”. E’ Lavezzi, è un mercato più pazzo dell’azionario, quello del calcio. Buona giornata.

     

    Al voto al voto. Renzi annuncia un tour, Renzi (ri)annuncia il calo delle tasse. Renzi dunque vuol votare nel 2016. E’ questa la conclusione di molti commentatori dopo la sortita di ieri del presidente del Consiglio. Mah, votare, con questi numeri? Con questi problemi sull’uscio? Con Roma ai materassi, la Sicilia incrocettata e Milano senza un candidato? E con un governo che, in ogni caso, non ha alternativa né a destra né a sinistra? Tanti auguri.

     

    Mercati. La ripresa della Borsa cinese è al lumicino, Shangai ha chiuso a -1,3%. Pechino apre inchieste su banche, società di brokeraggio, ma dà l’impressione di non riuscire a governare in pieno la crisi. Le borse europee, viste le chiusure in Asia, hanno ripreso le immersioni in profondità: Milano ha aperto un punto e mezzo in rosso e le altre piazze europee sono sulla stessa lunghezza d’onda. Iniettare soldi nel sistema sembra non risolvere il problema numero uno: la fiducia nella crescita economica (e stabilità politica) del Dragone. Al totalizzatore del Partito comunista cinese danno il cavallo del premier Li Keqiang in uscita dall’ippodromo. Ecco perché preoccuparsi ha senso. (via Financial Times)

     

    Come sarà il domani? Occhio a Volkswagen. Il più grande costruttore di automobili del mondo (il podio è conteso con Toyota) ha segnato -3,7% di vendite nel mercato globale. Mercato in difficoltà in Cina, Russia e Brasile. Volkswagen in Cina è leader nel settore e ha 89 mila dipendenti.

     

     

    Asilo, ma non per tutti. L’Unione europea cerca di arginare il problema delle richieste d’asilo alzando una barriera per alcuni paesi. Ci sarà una black list. L’asilo non sarà concesso a chi viene dai Balcani, chi proviene da Albania, Kosovo e Montenegro sarà rispedito a casa. (via Politico). Non è la cura giusta. Per sapere, per capire, leggere Giuliano Ferrara sul Foglio: “Contro i moralisti dell’immigrazione”.

     

    Terrorismo in carrozza. Sabato a Parigi ci sarà un vertice europeo dei ministri dell’Interno e dei Trasporti per coordinare nuove misure di sicurezza dopo l’attentato sul treno Amsterdam-Parigi.

     

    Putin-Al Sisi. Il presidente dell’Egitto da ieri è a Mosca. La visita durerà tre giorni. Ieri Al Sisi ha incontrato Mohamed bin Zayed Al-Nahyan, principe ereditaria degli Emirati Arabi Uniti, anch’egli in Russia. Nell’agenda di Putin e Al Sisi la cooperazione militare ed economica tra i due paesi.

     

    Trump. Ha litigato con un altro giornalista. Match con Jorge Ramos, di Univision. Tema: l’immigrazione. (via Politico)

     

     

    26 agosto. Albino Luciani diventa Papa. Il pontificato di Giovanni Paolo I sarà uno dei più brevi della storia. Morirà dopo 33 giorni, il 29 settembre del 1978.