Fatti, commenti, appuntamenti del giorno presi dal taccuino di Mario Sechi

Punto nave mediterraneo: il vertice Ue sui migranti e il gas di Eni

Mario Sechi
In Italia istituzioni ancora in ferie (si riparte l'8 settembre). Dove si decide è a Bruxelles e Francoforte. La compagnia energetica italiana intanto scopre il giacimento più grande del Mare Nostrum. Fatti, commenti, appuntamenti del giorno presi dal taccuino di Mario Sechi
    Santi Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo, che raccolsero il corpo di Gesù sotto la croce, lo avvolsero nella sindone e lo deposero nel sepolcro.

     

    Titoli. Frontiere. Vertici straordinari. Immigrati. Fuga. Morte. Il caos della contemporaneità è in pagina. E i toni, le parole d’ordine, i pensosi commenti, sono lo specchio della crisi. Primo caffè, Corriere della Sera: “Vertice d’emergenza sui migranti”. Ancora un vertice? “Schengen non si tocca”, avverte Alfano, se lo dice lui, è segno che cambierà qualcosa. Altro? Un Galli della Loggia vien dal mare sulle minacce globali, il classico compitino for Dummies dispensato dagli accigliati di via Solferino. Andiamo avanti, Repubblica, sede del Progresso: “Schiaffo di Londra. “Stop agli immigrati anche della Ue”. Ah, what a surprise, comrades. A Rep. hanno scoperto che nel Regno Unito si è acceso il semaforo rosso alla frontiera. Quelle cose il ministro May le dice da molto tempo. E infatti tra i Brit la faccenda non fa più notizia. Le frasi della May oggi non le troverete in prima pagina in nessuna delle cinque edizioni del Financial Times, non sul Guardian, non sul Times, non sul Telegraph, non sul Daily Express, non sul Daily Mirror, non sul Daily Mail, non sul Daily Star, non sul Sun. C’è un titoletto, un francobollo, sull’Independent. Mi fermo, ci siamo capiti: non è con i binocoli del cortiletto italiano che andremo avanti, il caso inglese va letto bene, spiegato. In un anno il numero dei rumeni nel Regno Unito è triplicato (erano 47 mila nel 2013, sono 152 mila oggi), a Londra la seconda più grande comunità di nuovi arrivi è fatta di italiani (sono oltre 57 mila), l’isola d’Inghilterra è terra promessa, lavoro, regole. Oddìo, signora mia, ma sono inglesi! Certo, in fondo, restano sempre quelli che il 22 ottobre del 1957 impaginavano sul Times questo titolo: “Heavy Fog in Channel – Continent Cut Off.”  Andiamo avanti, restiamo all’estero, c’è da compulsare il giornale più venduto a Washington, la Stampa (di Torino). Apertura sulla scoperta del più grande giacimento di gas del Mediterraneo. Marchio Eni. Anche qui, a centro pagina: “Londra prepara la stretta”. Sul Giornale la faccenda assume toni surreali: “Frontiere chiuse anche per noi”. Che succede a Roma? Le solite cose, portafoglio, bottega e ministero. Apertura su una fondamentale intervista al ministro Orlando: “Intercettazioni, sì entro l’anno”. Vabbè, attendiamo pure questo annuncio. Cose autorevoli? Perbacco, l’intervento ultrapop di Gigi Proietti su Roma: “Romani, torniamo a quell’orgoglio scolpito in SPQR”. Buoni propositi per l’autunno? La lista dell’agenda la compila il Sole 24Ore: “Lavoro, consumi, tasse nell’agenda del rientro”. Allacciate le cinture. Buona giornata.

     



     

    Punto nave politico. I Palazzi sono ancora tutti chiusi. La politica è in fase di risveglio dallo spiaggiamento. Matteo Renzi conta i numeri buoni e cattivi (sembra il Fanfani del primo numero del Giornale: “Fanfani conta amici e nemici”), fa scenari di voto anticipato per il 2016? Forse. Camera e Senato riaprono l’8 settembre, gran parte dell’agenda che conta è a Bruxelles e Francoforte. Commissione europea e Bce sono i veri centri decisionali. Se facciamo bene là, sarà più facile cavarcela qua.

     

    Perché le riforme in Italia non funzionano? Reuters ha messo in piedi una breve indagine. I risultati sono sotto gli occhi di Renzi per primo. Passaggio tragicomico, quando il linguaggio svela l’essenza (e l’assenza): "Save Italy," "Grow-Italy," "Simplify Italy," "Destination Italy," "Unblock Italy," "The Action Decree," "Good Schools," "Jobs Act," are the titles of some recent reform packages. 

     

    Unioni civili. A proposito di riforme, grandi e piccole. Uhm, Renzi dice che la nuova legge sulle Unioni civili si farà. Sì, ma ci sono anche gli alleati. Roberto Formigoni ieri alle 21:11 su Twitter spediva questo messaggio in bottiglia: "Fossi in @matteorenzi non sarei così sicuro che le #unioni civili siano una cosa fatta...Io penso che #Cirinnànonpasserà". Il confronto con Ncd non sarà pacifico.

     

    Agenda Europea. Toh! Politico mette in fila i problemi che deve affrontare l’Unione europea. Un cahier pieno di note dolenti. Il 9 settembre il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, terrà un discorso di fronte al Parlamento europeo. Il 14 settembre ci sarà un vertice straordinario dei ministri dell’Interno e della Giustizia sull’immigrazione. Commento di un funzionario di Bruxelles: “Sembra l’autunno del 2008, quanto fallì Lehman Brothers”.

     

    La saga della Federal Reserve. Come sono andate le cose al meeting dei banchieri centrali di Jackson Hole? Clima ottimo, decisioni zero. La Fed non sa che fare a settembre. O forse sì, la crescita americana è robusta (più 3,7 per cento), ma la Cina preoccupa. Sul Financial Times c’è un quadro chiaro della situazione poco chiara.

     

    Eni d’Egitto. La scoperta del più grande giacimento di gas del Mediterraneo è la big news economica del settore energia. Chi vuole sapere cosa fa Eni in Egitto, può cliccare su questa mappa interattiva.

     

    Il giorno dello sciacallo. Frederick Forsyth ha rivelato di aver lavorato per 20 anni al servizio segreto di Sua Maestà. La sua biografia appena uscita, The Outsider: My Life, meritava un colpo di scena.

     

     

    31 agosto. Nel 1997, a Parigi, in un incidente d’auto muore Diana Spencer, principessa del Galles. Con lei c’è il compagno Dodi al-Fayed. L’auto si schianta contro il tredicesimo pilastro. E’ notte fonda, Lady D viene estratta viva dalla carcassa dell’auto, ma muore poche ore dopo in ospedale. Goodbye England's Rose.