Vera e Vittorino Casamonica ospiti a "Porta a Porta" (foto LaPresse)

Fatti, commenti, appuntamenti del giorno presi dal taccuino di Mario Sechi

Il pugno di ferro di Callaghan-Gabrielli sui Casamonica

Mario Sechi
Il prefetto promette giustizia dopo la sortita della figlia e del nipote del capo clan da Bruno Vespa ("Guardare 'Porta a Porta' è peccato", dice Marino). Esteri, la Cina sogna la Luna. Fatti, commenti, appuntamenti del giorno presi dal taccuino di Mario Sechi

    San Nicola da Tolentino. Sacerdote dell’Ordine degli Eremiti di Sant’Agostino.

     

    Titoli. Tutti in carrozza. Funebre. Chi è vespista e chi è anti-vespista? La titolazione dei giornali stamattina è uno spettacolo felliniano, uno zampillìo di frasi roboanti, indignazione catodica, fuochi pirotecnici. Vabbè, i Casamonica da Vespa sono materiale narrativo incandescente. Primo caffè, Corriere della Sera: “La mossa di Putin nella crisi siriana. I timori degli Usa”. Apertura seria, composta, da giornalone. Ma la ciccia è nel pezzo di Pigi Battista sul Bruno nazionale: “Il ciclone dei Casamonica scuote la Rai”. Ecco un brano: “Arriva la famiglia Casamonica e le porte di Porta a Porta vengono scardinate, la colonna sonora di «Via col vento» richiama tempesta, uragano politico, tornado di polemiche Rai, con strascichi politici, consiglieri in cerca di visibilità. La visibilità che solo il clan Casamonica riesce a regalare. Il pop. Il trash. Il kitsch. Quale categoria estetica dovrà essere adoperata per decifrare gli effetti ogni volta catastrofici del ciclone Casamonica? Dicono: un'intervista. Ma con una presenza scenica come quella l'intervista perde ogni significato. Dicono: un funerale. Ma con quella scenografia così chiassosa, con il popolo dei Casamonica che bacia il ritratto del boss e si commuove sulle note del Padrino, mentre in aria ronza l'elicottero a bassa quota, saltano tutti gli schemi, l'immagine si impone con una forza schiacciante e invade i giornali di tutto il mondo. Forse Bruno Vespa non l'aveva considerato. Forse aveva sottovalutato la potenza simbolica dei Casamonica. Con loro, anche le polemiche arrivano in elicottero”. Daje. Altri titoli dal Corriere? Uhm, sì, una cosa non proprio cristallina, pare: “Sì alla leggina: soldi ai partiti senza controlli”. Aridaje. Andiamo a consultare il sacro impaginato di Repubblica, faro del progresso: “Profughi, il no danese”. Anche qui apertura composta. E Vespa dov’è? C’è, perbacco, è la spalla di Rep., luogo nobile dove vanno argomenti alti e bassi, pop e chic, snob e trash. Oggi c’è Porta a Porta: “I Casamonica a Porta a Porta. Sotto processo la Rai e Vespa”. Passaggio del pezzo di Francesco Merlo: “Quando Vespa ha detto «la vostra "sterminata" famiglia» e Vera Casamonica è insorta «ma quale “sterminata“, noi siamo tutti vivi», la comicità è diventata veramente seria, come nel linguaggio “storto” di Nino Frassica”. Che meraviglioso paese, l’Italia. In nessun luogo si fondono così bene il comico e il tragico. E’ l’Opera che vince sempre. Cose serie? Giovanni Valentini fa un commento su un tema che separa le società barbare da quelle civilizzate: l’espiazione della pena. Il caso è quello di Scattone, il titolo è corretto e spiega la tesi dell’autore dell’articolo: “Scattone, perché va rispettato il suo diritto a riscattarsi”. Dov’è la Stampa? Devo tenermi aggiornato sui fatti del mondo, è l’ora della Stampa. Il giornale editato a Torino e più venduto a Washington apre sulla Siria e Putin, ma il boccone ghiotto è sempre Gramellini. Titolo: “Nido di Vespa”. Conclusione: “Vespa non ha sbagliato a farci sentire la versione dei Casamonicas, ma a metterli comodi nel suo salotto, che poi sarebbe il nostro”. Sicuro? Porta a Porta non è uno speciale Tg1, ma esattamente quel salotto, quella scenografia, quel conduttore, quel linguaggio. La conclusione di Gramellini tradisce la premessa: “Bando ai perbenismi: l’intervista di Bruno Vespa ai Casamonicas, protagonisti del funerale dell’estate, è stato un colpo giornalistico”. Se è un colpo Vespa ha ragione. Altrimenti non è un colpo e Gramellini o ha sbagliato incipit o ha cannato la conclusione del suo articolo. Ah, questa storia di Vespa, cos’altro ci riserva? Due titoli di Giornale e Libero. In via Negri la mettono così: “Vespa libero non piace al Pd”. Libero invece interpreta la faccenda tra politica e audience: “Rai, l’editto toscano del Pd”. Con svolgimento nel catenaccio: “Il partito che ha sfregiato Roma ora grida all’offesa perché Vespa ha osato intervistare una Casamonica. La verità è che non volevano si ricordasse la loro vergogna. E brucia il fatto che la puntata abbia avuto più ascolti di quella col premier”. Clima catodico incandescente, molto bene. Soldi, bottega, portafoglio? Un caffè ar vetro e er Messaggero: “Manovra, stop alla local tax”. Be’, per forza, non c’è la riforma del catasto. Andiamo avanti. Cose politiche sfiziose? Imbattibile oggi è il Sole 24Ore, parla Donald Trump: “Adoro Berlusconi e l’Italia”. Se vince le primarie e la corsa alla Casa Bianca, avremo un’altra stagione indimenticabile del Cav: “Ho sentito al telefono il mio amico Donald per mediare con Putin”. Buona giornata.

     

    Marino: guardare Porta a Porta è peccato. Il sindaco di Roma ha dato alla Stampa queste profondissime riflessioni teologiche: “Da cattolico, penso che a guardare Porta a Porta, si faccia peccato e bisogna confessarsi”. Ambulanza.

     

    L’ispettore Callaghan-Gabrielli. Intervistato da Repubblica, il prefetto Gabrielli è in versione hard-rock: “Il funerale di Vittorio Casamonica e la celebrazione del suo clan ne saranno la nemesi. Vedere figlia e nipote del boss con il cappello in mano da Bruno Vespa è la dimostrazione che i Casamonica hanno compreso in quale guaio si sono infilati e quale errore abbiano fatto ad accendere un riflettore che ora, con ogni evidenza, non controllano più. Mettiamola così, pagheranno a breve il giusto fio di quello che hanno combinato. E io lo dico non per annunciare vendette ma semplicemente per segnalare che nella logica del ripristino della legalità in questa città, va affermato il principio che a un atto corrisponde una conseguenza". Fantastico, dura lex sed lex. Segnalo spazzatura in tutto il quartiere Trieste, buche nei marciapiedi che sembrano voragini, disordine e sporcizia, illuminazione a sbalzi. Così, tanto per ricordare cosa interessa ai comuni mortali.

     

    Renzi. Mattarella non vuole elezioni anticipate, Renzi e la minoranza dem dovranno trovare un accordo sul Senato. Sarà un papocchio di pannelliana memoria, ma lo faranno. Oggi alle 18 è convocato il consiglio dei ministri e Renzi farà un punto con i suoi colleghi del governo. La legge di stabilità è la partita politica che il premier gioca in vista del 2016. Superato lo scoglio del Senato e varato il piano di rilancio economico, potrà dedicarsi al Giubileo e a trovare un candidato sindaco per Roma.

     

    Mercati. Più si tira su e più ti tira giù. Ieri un balzo felino del 7 per cento, oggi un salto all’indietro a meno 2,51 per cento, il Nikkei è imbizzarrito. Il dato negativo degli ordinativi di macchinari e il calo dei titoli tecnologici a Wall Street hanno spento l’ottimismo della borsa giapponese. Tutte le piazze asiatiche hanno (di nuovo) la febbre. Le borse europee hanno aperto tutte con il mal di pancia. Aspettiamo Wall Street e poi consultiamo (di nuovo) il dottore.



    Che effetto ha avuto il discorso di Juncker? Ieri il presidente della Commissione europea ha tenuto di fronte ai deputati del Parlamento europeo il discorso sullo Stato dell’Unione, oggi il Brussels Playbook di Politico fa un utilissimo giro d’orizzonte per vedere com’è stato accolto dai media.

     

    Pechino sulla luna. La Cina progetta il suo primo sbarco sulla luna. La missione sarà compiuta nel 2020. Potenza spaziale.

     

    10 settembre. Nel 1991 esce il singolo dei Nirvana: Smells Like Teen Spirit. E’ stato il brano di maggior successo del gruppo musicale statunitense, un pezzo considerato come l’emblema della Generation X.