Fatti, commenti, appuntamenti del giorno presi dal taccuino di Mario Sechi
Tsipras-bis, cosa cambia?
Titoli. Ricordo un Castagnetti surreale: “Bush vince ma non sfonda”. Fu una vittoria clamorosa dei repubblicani nel voto popolare, ma il buon Pierluigi aveva inforcato lenti italiane per leggere elezioni americane e il risultato fu che il Gop sembrava la Dc e i democratici una sorta di partito della classe operaia, ma senza paradiso. E’ lo stesso effetto ottenuto dai giornali italiani che titolano le elezioni della Grecia. Dove c’è ouzo vedono un grappino, dove c’è Tzatziki impaginano uno spaghetto, dove c’è Souvlaki loro commentano una fiorentina al sangue. Primo caffè, Corriere della Sera: “Vittoria di Tsipras ma vota soltanto metà della Grecia”. Con un’elezione ogni sei mesi e l’accordo con la Trojka cosa pensavate che accadesse? Andiamo avanti. Altri titoli targati via Solferino? Alt, fermi tutti. C’è il commento del direttore Fontana sulla riforma del Senato. Camomilla giornalistica propinata come miracolosa medicina istituzionale. Ovviamente sul destino dell’assemblea di Palazzo Madama bisogna mettersi tutti d’accordo e pim pum pam la riforma è da cambiar. Scrive Fontana: “È sempre un errore (valeva quando l'iniziativa era del centrodestra, vale oggi per Renzi) modificare la Costituzione e le istituzioni senza la più larga maggioranza possibile.”. Che bello. Applausi. Il Libro Cuore della politica interpretato da via Solferino però “buca” un passaggio: l’unica profonda riforma della Costituzione approvata negli ultimi vent’anni non la fece Berlusconi (citato da Fontana come esempio di unilateralismo) ma il centrosinistra nel 2001 con il governo di Giuliano Amato. Fu approvata con quattro voti di scarto e, lo ricordo en passant, il paese era alla vigilia di elezioni politiche. Non fu una bella operazione. E non la si ricorda mai. Più semplice citare Berlusconi (che nel referendum vide bocciata la sua, di riforma). E fu quella operazione del centrosinistra a far cadere il veto di revisione costituzionale unilaterale tra forze politiche. Quando si scrive con intento “pedagogico”, bisogna ricordare i precedenti che contano, pesano, fanno storia. Che fanno a Repubblica? “Il riscatto di Tsipras, la Grecia è con lui. “Noi duri a morire”. Vabbè, piena trance agonistica da Brigata Kalimera. Altro? No, lunedì fiacco. Cose romane? Un caffè ar vetro e er Messaggero: “Bis di Tsipras: rivince e governa”. E’ ripartito il ciclostile dei giornali. Poi? Un commento di Giulio Sapelli sulla Grecia, il migliore di tutti quelli impaginati dai quotidiani perché ha un “taglio” preciso: il frazionismo e l’infantilismo della sinistra, l’Europa a spinta teutonica. Sapelli è ottimista sul percorso intrapreso dalla Grecia, List non lo è. Ma almeno c’è qualcosa su cui dibattere. Cose da cambiare in Italia? Lungo elenco, ma si potrebbe cominciare da questo titolo del Sole 24Ore: “Più tasse per un’impresa su due”. Occhio al grafico e buona giornata.
Renzi. Ore 15.30, riunione della Direzione del Pd. E’ il confronto decisivo (?) con la minoranza del partito. Renzi vuole chiarezza, ha fatto delle aperture, ma non vuole stravolgere il cuore della riforma del Senato, quella sull’eleggibilità dei senatori. Passato questo test interno, c’è l’Aula (domani). E un Consiglio dei ministri (sempre domani) alle 10 per fare il punto con la squadra di governo.
Grecia fotocopia. Cosa esce dal voto di ieri? Una Grecia più stabile rispetto al passato? No. Un premier più forte nel suo partito? Sì. Un paese riconciliato? No. Gli scissionisti hanno fatto una buona mossa? No. C’è un piano alternativo a quello da 86 miliardi varato dall’Europa? No. Tsipras ha davanti le stesse sfide di ieri, con qualche problema in meno nel sottoscala di Syriza. Il voto anticipato non ha eliminato neanche uno dei veri temi dell’agenda. Politico spiega cosa ci sarà dopo il voto. Per ora c’è una fotocopia.
Il Papa d’America. Foto con Fidel Castro, bagno di folla. Attesa per l’arrivo sul suolo degli Stati Uniti. Volete un’opinione controvento? Sul Foglio c’è Giuliano Ferrara, sul Washington Post c’è George F. Will.
Salvini. Strano, va in tv. Oggi sarà a Otto e Mezzo da Lilli Gruber.
21 settembre. Nel 1866 nasce uno dei padri della fantascienza: Herbert George Wells, un genio, autore della Macchina del tempo, L’uomo invisibile e la Guerra dei mondi.
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