Angela Merkel, Matteo Renzi e Federica Mogherini (foto LaPresse)

Fatti, commenti, appuntamenti del giorno presi dal taccuino di Mario Sechi

Merkel ci soffia la Libia: gelo tra Mogherini e Renzi

Mario Sechi
Il retroscena di un incontro tra Germania, Francia e l'Alto rappresentante della politica estera europea. Roma messa all'angolo su Siria e e Nord Africa mentre l'Onu dà a un tedesco il ruolo di mediatore a Tripoli al posto di Leon. Fatti, commenti, appuntamenti del giorno presi dal taccuino di Mario Sechi
    Santi Angeli Custodi.

     

    Titoli. C’è la riforma del Senato, c’è l’ennesimo squinternato che fa una strage a colpi d’arma fuoco negli Stati Uniti, c’è la Russia che ha preso in mano il pallino in Siria e soprattutto c’è l’Italia che ha perso un’occasione in Libia e sembra essere completamente spiazzata dal cambio di scenario in Siria. Primo caffè, Corriere della Sera: “Primi sì, la riforma accelera”. E’ quella del Senato. C’è un Mattarella d’ordinanza che interviene in prima sulla maternità, c’è la “ricaduta di Marino” (che quasi non fa più notizia). Altro in pagina? La Stampa fa il giro del mondo, poi si ferma a Torino per intervistare Federico Grom e Guido Martinetti: “Perché abbiamo venduto la nostra Grom”. Gelati. Li ha comprati Unilever. Operazione giusta. Compra chi ha i soldi. Il Messaggero ha il sequel della polemica tra il Papa e Marino e un titolo di taglio che annuncia novità sui compensi dei manager delle società partecipate dal Tesoro: “Giro di vite sui manager pubblici Tetto a stipendi, stop maxibonus”. Facciano pure. La demagogia dello stipendio dal volto umano è un boomerang: meno pagano i manager, meno talenti ci saranno disposti a impegnarsi nel settore pubblico. Allacciate la cintura, respirate profondamente, calma, c’è un caso interessante: Vendola va in pensione. E’ l’apertura del Giornale: “Baby pensione a Vendola”. Catenaccio: “La doppia morale dell’ex governatore: ha cancellato i vitalizi ai consiglieri ma lui si «ritira» con tre anni di anticipo e più di 5mila euro al mese”. Tutto bene, allegria. Per i comuni mortali, c’è il Sole 24Ore: “Pensioni, tutte le strade per l’uscita anticipata”. Buona giornata.

     

    Libia infelix per Matteo. Volevamo guidare il percorso di pace in Libia, ci ritroviamo a mani vuote. Ecco i titoli su Carlino-Nazione e Giorno: “Libia, Roma contro l’Onu”. Di che si tratta? Spiegazione nel catenaccio: “Il mediatore Leon sostituito con un tedesco. Gentiloni: «Non se ne parla»”. Non se ne parla? L’hanno già fatto. Renzi l’altro ieri all’Assemblea generale delle Nazioni Unite aveva candidato l’Italia per un ruolo-guida. Si comincia bene. Ci hanno fregato il posto che conta. E Libero usa la clava: “La Volpona del deserto soffia la Libia a Renzi”. Catenaccio: “Matteo ha chiesto per l’Italia la guida della missione in Nord Africa, invece l’Onu ha incaricato un tedesco. Risultato: alla Merkel andrà l’oro nero, a noi soltanto i neri”. La nomina, per la cronaca, è quella di Martin Kobler, attuale inviato dell’Onu in Congo. Il Giornale: “Flop di Renzi: si fa scippare la Libia dalla Merkel”. Gli altri quotidiani? Zero in prima. Un caso di distrazione di massa. Ma la notizia è importante perché segnala che le diplomazie europee si sono mosse per non lasciare spazi di manovra all’Italia. E tutto questo accadeva mentre in Italia si sperava – e dichiarava – il contrario. Di chi sono le responsabilità? Della macchina diplomatica? Del ministro degli Esteri? Dello stesso capo del governo? Chi prepara i dossier internazionali al premier? Possibile che si mandi il presidente del Consiglio a parlare all’Onu con una situazione non aggiornata sul reale stato delle cose? Si chiama politica estera, presuppone un metodo rigoroso di lavoro e un duro realismo che non deve mai cedere alla tentazione del compiacimento.

     


    Matteo Renzi con Federica Mogherini


     

    Gelo Mogherini-Renzi. E veniamo alle ragioni di alcuni epic fail diplomatici. Una prima spiegazione arriva da Paolo Valentino sul Corriere della Sera. E’ il pezzo migliore del quotidiano e racconta di un clima non idilliaco tra il premier Matteo Renzi e la rappresentante della politica estera in Europa, Federica Mogherini. Si può capire, la diplomazia italiana non becca palla a Bruxelles. Valentino spiega bene la faccenda: “Una settimana fa, su invito del ministro degli Esteri francese Laurent Fabius, i capi delle diplomazie tedesca e britannica si sono ritrovati a cena a Parigi per discutere dell’attualità internazionale. Il quarto commensale era proprio Mogherini. L’Italia è stata esclusa, in apparenza perché si trattava del gruppo che ha preso parte ai negoziati sul nucleare iraniano. In realtà i temi centrali previsti da Fabius per il colloquio erano Siria e Libia, cioè due crisi dove il nostro Paese è da sempre fortemente impegnato”. E quindi? Ecco il seguito: “La contestazione principale è che, accettando l’invito, Mogherini abbia avallato l’ennesimo formato che tende a lasciarci fuori su due dossier per noi cruciali. E ciò proprio nel momento in cui l’Italia comincia a cogliere i frutti di un’offensiva diplomatica, tesa a rompere la tacita conventio ad excludendum, che troppo spesso i «soliti noti» mettono in pratica nei nostri confronti”. Ho l’impressione che ci sarà un seguito.

     

    Hollande-Merkel-Putin. Il seguito è questo. Oggi Hollande riceve a Parigi Putin. Al vertice ci sarà anche Merkel e si parlerà di Ucraina. Ma è chiaro che in agenda ci sarà anche la Siria. La Russia ha impresso un’accelerazione agli eventi e all’agenda diplomatica. Noi dove siamo? Fermi sulla linea “scoutista” illustrata da Renzi all’Onu? Tanti auguri.

     

    Ma che ha in testa Hollande? Molte cose e se dentro i confini ha grandi difficoltà, in politica estera è più libero e si vede. Sul Foglio Cerasa racconta la distanza tra Renzi e Hollande, le differenze tra Roma e Parigi sempre più nette. La lettura di Politico aggiunge altri elementi al puzzle francese.

     

    Rientro dei capitali. Prorogati i termini, fatti i primi conti, la caccia al tesoro all’estero sarà molto ricca. Oltre 60 mila domande, un imponibile fiscale che sfiora i trenta miliardi, un gettito che potrebbe arrivare a cinque miliardi. L’Italia è un paese ricco, basta far pagare le tasse. E riformare il Fisco. E’ questa la vera riforma utile che Renzi non ha ancora fatto e dovrebbe fare in fretta. Occhio alla tabella pubblicata dal Sole 24Ore.

     



     

    Palazzo Madama. Prosegue in Aula l’esame della riforma del Senato. Fase decisiva.

     

    Istat. Per sapere, per capire. L’Istituto nazionale di statistica oggi pubblica i dati sui conti economici nazionali del 2014 e i prezzi delle abitazioni nel secondo trimestre 2015. Il secondo dato è importante per leggere il futuro.

     

    2 ottobre. Nel 1935 l’Italia invade l’Abissinia. Comincia la guerra d’Etiopia.