Un manifestante palestinese lancia una pietra contro la polizia israeliana nella West Bank (foto LaPresse)

Fatti, commenti, appuntamenti del giorno presi dal taccuino di Mario Sechi

La Gerusalemme sigillata e i democratici americani divisi da Snowden

Mario Sechi
Non solo riforme costituzionali e complotti anti-Papa. Kerry annuncia una visita in medio oriente. Negli Stati Uniti, Clinton e Sanders su sponde opposte sul destino della talpa dell'Nsa. Fatti, commenti, appuntamenti del giorno presi dal taccuino di Mario Sechi
    San Callisto I, Papa e martire. Prima di diventare Papa, da diacono, si prese cura del cimitero sulla via Appia che porta il suo nome.

     

    Titoli. Bicameralismo addio, è il Boschi day. I titoli sulla riforma del Senato oscillano tra un de minimis e una burocratica presa d’atto dell’accaduto. Vero è che c’è ancora da affrontare un referendum confermativo ma il passaggio per il sistema non è proprio un cambio di sigla d’apertura e vai con il programma. Primo caffè, Corriere della Sera: “Sì al nuovo Senato con 179 favorevoli. Proteste in Aula”. Tutto qui? Sì, questo passa il giornale che dovrebbe essere il faro della borghesia italiana. In fondo, non è successo niente. Prima di Renzi e Boschi provarono a riformare il bicameralismo: la commissione Bozzi nel 1983-1985, la commissione De Mita-Iotti nel 1992-1994, la commissione D’Alema nel 1997-1998, i saggi di Napolitano e Quagliariello con il governo Letta. Ma quelli erano tutti statisti, chiaro, non come questi bischeri di Firenze. Dunque si registri il fatto, ma niente enfasi. Trent’anni di tentativi non sono poi così tanti. Andiamo felicemente oltre. Cosa fanno a Repubblica? Mettono la notizia e un po’ di pathos: “Senato, addio tra le proteste”. Cose da leggere? La nobile spalla di Rep. ospita Bernard Guetta che parla di Putin come se fosse un pupazzo qualsiasi dello stato di Bananas, uno che va a fare la guerra in Siria per “cancellare i suoi fallimenti interni”. E con questo siamo al “ciao caro” dell’analisi politica sulla Russia e la sua leadership. Non ci sono più i cremlinologi di una volta. Cose dell’altro mondo? La Stampa, senza dubbio. Nel giorno dell’approvazione della riforma del Senato il giornale di Torino apre sulla riforma del minimo contante: “Contanti, tetto a tremila euro”. Il Senato? Uno spezzone di catenaccio. Alla Stampa contano il bigliettone frusciante, altro che riforme istituzionali sulle quali hanno versato ettolitri di inchiostro per dire che andavano fatte. Clap clap clap. Altro? Gramellini scopre che in Italia c’è il nero, nel senso di evasione. E dunque quei tremila euro sono un’opera al nero. E le frotte di turisti che arrivavano in Italia e scoprivano di non poter spendere il cash dove le mettiamo? Tra gli evasori anche loro o tra quelli che bisogna incentivare a visitare l’Italia? Bel dilemma. Non tutto è bianco o nero. Per la serie procuratori e manette, giustizia e politica, ecco a voi un paio di titoli con la clava. Il Giornale: “Appalti e sanità lombarda, in manette Mantovani. Renzi, indagini sulle cene”. Tutto va allegramente insieme in un fritto misto dove a fine pasto verrà emesso uno scontrino poi contestato da qualcuno, rivelato da un oste, pubblicato da un giornale, acquisito dalla magistratura e presto dimenticato dalla storia. E Libero su cosa esercita il proprio estro? Eccolo: “Pm già in campagna elettorale”. Altro sul tema? Titolo a reti unificate di Carlino-Giorno e Nazione: “Lombardia, choc tangenti”. Torniamo a Palazzo Madama. Che fanno al Messaggero? Impaginano un titolo da letteratura minimalista: “Cambia il Senato: meno poteri”. Notizie? C’è uno scoop di Branko: “Ottobre sorride allo scorpione”. Al secondo caffè uno comincia a chiedersi cosa ne sarà del proprio destino e del proprio portafoglio… Titolo sul Sole24Ore: “Effetto Volkswagen, crolla la fiducia tedesca”. Brutto segno, godere delle disgrazie altrui, farsi conquistare dal maligno sentimento della Schadenfreude, non porta bene. Allacciate le cinture. E buona giornata.

     

    Ah, il complotto anti-Papa. I giornaloni hanno una tesi precisa: la pubblicazione della lettera dei tredici cardinali che criticano il Papa sulla gestione (e i contenuti) del Sinodo è una manovra contro Bergoglio. Repubblica: “I nemici di Francesco. La guerra segreta del Vaticano”. Corriere della Sera: “Il piano dei nemici di Papa Bergoglio”. Una rappresentazione tipografica del male contro il bene, storia interessante per i Dan Brown di Tor Pignattara, ma inutile per la comprensione di quel che sta accadendo nel Sinodo. In ogni caso, questo è il minestrone impaginato stamattina. Ma se così fosse, sarebbe inspiegabile il fatto che America, la rivista dei Gesuiti di New York, ha non solo confermato l’esistenza della lettera – pubblicata prima di tutti dal vaticanista Sandro Magister sul suo blog – ma svelato i nomi che mancavano alla lista dei tredici porporati. Naturalmente, esiste anche una versione speculare. E’ quella di Antonio Socci che su Libero spiega: “Intrighi per screditare i cardinali anti-Papa”. La faccenda è interessante, la cosa migliore da leggere sui quotidiani in questi giorni. Il punto nave della situazione lo fa Giuliano Ferrara sul Foglio: “Il Sinodo e lo scontro sulla famiglia che gli agiografi del Papa non vogliono vedere”. Passaggio chiave: “Nello schemino del Giornalista Collettivo, che è ovviamente tribuno sopra tutto di ignoranza della storia, e in particolare della storia della chiesa, tutto questo si colora di politica politicante, e le questioni somme di cui i padri sinodali si occupano, questioni estranee alla cultura laica andante, vengono lette alla luce della dialettica di destra e sinistra, di partito conservatore e progressista. A sentire certe bellurie ideologiche, siamo in presenza di una Rivoluzione francese nella chiesa, con il giuramento della Pallacorda e tutto, e alla reazione dei vandeani difensori dell’Antico Regime. Iperbole impazzita, ovviamente”. Ecco, un po’ meno agiografia e un po’ più di giornalismo, please. Nell’attesa, Magister ha pubblicato sul suo blog una seconda puntata della storia dove è davvero curioso il tandem Gerard O’Connell-Elisabetta Piquet: marito e moglie, irlandese lui, argentina lei, vaticanisti a Roma, di certo non ostili a Bergoglio. O’Connell ha confermato la notizia data da Magister sulla rivista dei gesuiti (America), la Piquè, biografa del Papa, ne ha certificato l’autenticità su “La Nacìon”. Citofonare Corriere e Repubblica: è un complotto contro il Papa come scrivono? Allora è fatto in casa. La storia, come si vede, non sta in piedi. E’ il Sinodo che va così, punto.

     

    Gerusalemme. Dopo gli attentati continui dei palestinesi, il governo israeliano ha preso la decisione che era nell’aria: i settori arabi di Gerusalemme verranno sigillati, previsto anche il coprifuoco. Il segretario di Stato John Kerry: “Presto sarò nella regione per evitare baratro”.

     

    Democratici divisi da Snowden. Nel confronto tra i candidati alle primarie dei Democratici, tra Hillary Clinton e Bernie Sanders è emerso un caso dove i due sono chiaramente su sponde opposte: il destino di Edward Snowden. Per Sanders deve pagare le sue colpe ma ha avuto un ruolo “nell’educare gli americani” su ciò che accade a Washington, per Clinton “ha infranto la legge ha rubato importanti informazioni che sono cadute nelle mani sbagliate. Ritengo che non debba cavarsela senza affrontare le conseguenze".

     

    Il debito cinese? A Londra. Pechino si prepara a emettere debito in renminbi sulla piazza finanziaria della City. E’ un passaggio importante alla vigilia della visita del presidente Xi Jimping nella capitale del Regno Unito dove – così informa il Financial Times – riceverà un’accoglienza a cinque stelle da parte di David Cameron.

     

    Il Man Booker Prize alla Giamaica. Il premio letterario più importante d’Inghilterra è andato a Marlon James per il libro A Brief History of Seven Killings. E’ la storia del fallito assassinio di Bob Marley in Giamaica nel 1976.

     

    14 ottobre. Nel 1962 inizia la crisi dei missili di Cuba. Un U-2 americano sorvola Cuba e fotografa i lavori per le installazioni missilistiche dell’Unione Sovietica nell’isola.