Fatti, commenti, appuntamenti del giorno presi dal taccuino di Mario Sechi
Quanto ci costa il part-time. Tanto
Santa Teresa di Gesù. Carmelitana spagnola nata nel 1515 ed entrata in monastero a 20 anni, morta nel 1582, è dottore della Chiesa dal 1970.
Titoli. Part-time. E’ la parola del giorno e naturalmente viene spiegata (e piegata) con il fuoco della politica. Si tratta della cosiddetta “flessibilità” – in entrata e in uscita – nel settore previdenziale. Gingillo complicato che consente di risparmiare e/o spendere vagonate di euro. Quanto conta? Tanto, perché l’Italia insieme a Giappone e Germania è il paese più vecchio del mondo. Siamo alla vigilia della presentazione della Legge di Stabilità, insomma la Finanziaria di un tempo. Effetti collaterali? Li vedremo presto. Sui giornali ci sono le prime febbri. Primo caffè, Corriere della Sera: “Lavoro part-time prima della pensione. Cancellata la Tasi”. E i tagli? Sono tutti da scoprire, forse. Altro sul Corrierone? Eeeehh, intervista al segretario generale dell’Onu, Ban Ki-Moon: “Ban Ki-moon: ruolo dell’Italia dai migranti alla crisi libica”. Il titolo è di quelli che si fanno quando non c’è titolo, ma l’intervista c’è. Per la sezione “partiti e partitanti” si segnala un’intervista a Gaetano Quagliarello, novello dissidente del (fu) partito di Alfano: “«Ncd lasci Renzi o farò nascere un altro gruppo»”. L’intervista di “el Tano” è un’iperbole politica (“lasci il governo”, ma chi?”, ma in realtà certifica il nada de nada y nada de nada di Alfano come capo politico, ormai in piena fase da Compagno Alfa. Cosa fanno a Repubblica? “Spunta il part-time dopo i 63 anni. Si spacca Ncd”. Apertura canonica. E’ sulla spalla che Repubblica dà sempre il meglio. E infatti ecco marciare la Germania, c’è un intervento di Sigmar Gabriel ( e Frank-Walter Steinmeier sulla crisi siriana: “Siria, dialogo con la Russia per fermare la tragedia dei profughi”. Gabriel è il vice di Angela Merkel e ministro dell’Economia, Steinmeier è il ministro degli Esteri. Così Repubblica impagina il realismo di due pezzi da novanta della politica tedesca. E la Stampa come risponde all’assalto internazionale di Ezio Mauro? Niente, a Torino hanno le polveri bagnate. Apertura sulla manovra: “Una manovra da 27 miliardi. Sconto ridotto alle imprese”. Titoli sul Giubileo, Marcello Sorgi costretto a scrivere di appalti e lavori sui marciapiedi, “una tangente da accattoni”. E poi, eccola, l’illuminazione, il fatto del giorno, il mormorio crescente di approvazione in redazione: c’è un nuovo libro di Walter Veltroni. Chi lo presenta? Che domanda, Gramellini. Ma di lui ci occuperemo tra poco. Andiamo avanti, giro di titoli. Quello a reti unificate di Carlino-Nazione-Giorno: “Part time dopo i 63 anni”. Neanche fosse una condanna. Quello da ministero-cappuccino-cartellino-il-dottore-è-fuori-stanza del Messaggero: “Il part-time prima della pensione”. Titolo che sembra l’annuncio di un ballo, di un party, di una festa. Quello che sottintende, mette sul chi va là, gioca e ci gioca del Giornale: "Pensioni part time”. Quello calcistico-economico di Libero: “Autogol di Renzi sul lavoro: ogni posto costa 20mila euro” (ma il titolo bello Libero ce l’ha sul taglio: “Matteo inventa le mezzi pensioni”). Quello che spiega tutto, non inganna, si fa capire, è impaginato dal Sole 24Ore: “Manovra, per gli over 63 incentivi al «part-time»”. Ecco, ora è tutto chiaro. Buona giornata.
Legge di stabilità. Ore 12 consiglio dei ministri. Poi le slide di Renzi. Quattro punti: Italia forte, Italia semplice, Italia giusta, Italia orgogliosa. Totale? 27-30 miliardi.
Walter, dicevamo. Veltroni è un marchio con la fabbrica dell’immaginario incorporata. Ogni sua uscita è un’ovazione automatica, un’ondata da surf hawaiano, un’approvazione incondizionata dell’opera, un applauso scrosciante, un consenso crescente, una rivelazione dell’anima, un nuovo inizio per l’umanità. Le redazioni dei giornali e delle televisioni lo portano in giro come una Madonna che fa miracoli. E lui, Walter, si lascia portare perché questo hanno sempre fatto con lui e non si vede alcun motivo per cambiare. Fondò il Pd, se ne andò, fece giornali, film, libri e non ci lasciò mai. Ora che è uscito un nuovo libro il ritual è diventato sequel. Walter fa i conti propri, un’introspezione sull’assenza del padre, Vittorio, che morì quando Walter era un infante. Ognuno fa i conti autobiografici sulla carta come meglio crede, ma bisogna sempre guardarsi le spalle dai recensori-amici che spargono vaniglia per insaporire il dolore. Eccolo, Massimo Gramellini imbellettare il lutto permanente in “un’immagine dolce e crudele che ogni orfano precoce conosce fin troppo bene”. La foto sbiadita è quella del padre di Walter, Vittorio. Il libro di Veltroni s’intitola “Ciao” e fin dalla copertina ha qualcosa di incompiuto e non risolto. Ma anche questo tormento diventa per i suoi recensori l’occasione per far dello struggimento individuale la rappresentazione di una piccola comunità: “Il libro non è una risposta, ma una domanda infinita, una ricerca intensa che sotto il linguaggio asciutto e a tratti percorso da una vena di timidezza, lascia intravedere una ferita che non si rimargina e semmai si sublima in una condizione universale”. Gramellini ci va dentro de core e de petto: “Ma poi arriva il capitolo 16, in cui Walter fa una lista struggente di tutte le cose semplicissime eppure eccezionali che avrebbe voluto fare con Vittorio: «Che mi chiedessi se ho la febbre, che mi guardassi la pagella, che mi rimproverassi, che avessi bisogno di me…» ed è come se a sessant'anni si togliesse un peso dallo stomaco e, finalmente pacificato con se stesso, riuscisse a guardare suo padre negli occhi. Per accorgersi che sono identici ai suoi”. Scorrono i titoli di coda. Pianto collettivo. Sorrisi. Cocktail in terrazza.
Il Papa su Paris Match. Papa Francesco ha concesso un'intervista esclusiva alla giornalista Caroline Pigozzi del "Paris Match”.
Tutti all’Onu. E’ il sessantesimo anniversario dell’adesione dell’Italia alle Nazioni Unite. Il segretario generale Ban Ki-Moon è a Roma. Cerimonia a Montecitorio alle ore 11 con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e tutte le cariche istituzionali.
Bond, James Bond. Esce in Italia il 5 novembre “Spectre”, l’ultimo film di James Bond interpretato da Daniel Craig. Il personaggio fu inventato dalla penna di Ian Fleming che nel 1952 si mise a scrivere “perché annoiato dalla vita coniugale”. Il nome della spia era quello di un ornitologo americano. Casino Royale, il primo fulminante romanzo, uscì nel 1953. Fleming ha scritto dodici romanzi e due serie di racconti. Su Sky sta andando in onda la serie completa dei film, imperdibile.
15 ottobre. Nel 1917 a Parigi viene giustiziata la ballerina olandese Mata Hari. Faceva la spia per la Germania.
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