Ignazio Marino (foto LaPresse)

Fatti, commenti, appuntamenti del giorno presi dal taccuino di Mario Sechi

Marino&Pinocchio e la disoccupazione che continua a diminuire

Mario Sechi
Il sindaco è indagato dalla Procura di Roma per il reato di peculato. Positivi i dati Istat sul lavoro per il mese di settembre. Fatti, commenti, appuntamenti del giorno presi dal taccuino di Mario Sechi

    San Marcello, fu centurione, gettò le armi e fu decapitato a Tangeri.

     

    Titoli. Vado e torno. Non è il cartello appeso alla vetrina del salumiere, ma l’avviso che Marino aveva dato in questi giorni. Era chiaro che i suoi percorsi mentali sarebbero deflagrati in qualcosa di assurdo, ma nello stesso tempo lucidamente dannoso. Lui resta, il consiglio se ne va. Primo caffè, Corriere della Sera: “Marino non lascia, il Pd lo sfiducia”. Catenaccio politico-investigativo: “È indagato per truffa nel caso onlus. La conta dei 25 consiglieri dimissionari per farlo cadere”. Come se l’indagine poi contasse davvero qualcosa in una storia che è un fallimento politico e amministrativo. Altro? No, i soliti titoli tra questura, buoncostume, si può andare oltre. Cosa fanno a Repubblica? Perbacco, il giornale è de Roma, dunque… “Marino sfida Renzi: resto sindaco. Indagato per gli scontrini a Roma”. Con quella seconda riga che è una notizia e Rep. fa uno scoop, la storia però diventa ridicola, in Italia giunte e governi non cadono per gli scontrini, ma perché politicamente s’è rotto il giocattolino del sindaco venuto dalla “società civile”. Cose da leggere? Filippo Ceccarelli sul marziano: “Dispiace riconoscerlo, ma da qualche tempo la politica appartiene agli Alieni. Personaggi un po’ strambi, arrivati da chissà quale pianeta, che fanno cose ancora più strambe”. Stramberie che il Messaggero sintetizza così: “Marino resta, ma il Pd: è finita”. Analisi intelligenti da via del Tritone? Alessandro Campi fa il ritratto del Pd romano: “Ha lasciato che al suo interno si incistassero consorterie e affaristi di quart' ordine, salvo denunciare sempre l'immoralità degli altri. Ha favorito l'ascesa di un outsider come Marino per assecondare populisticamente il mito di una società civile sempre virtuosa e capace. Gli ha consentito di inanellare ingenuità e gaffe a ripetizione e lo ha difeso ad oltranza, oltre il verosimile e il necessario, dalle accuse di incapacità degli avversari. Poi lo ha bruscamente mollato al suo destino, persino ingenerosamente, senza però garantirsi politicamente rispetto ai suoi possibili e estremi colpi di testa”. Altro sul Messaggero? Branko, perdinci: “Acquario, siete protetti dalle stelle”. Speriamo. Notizie dall’estero? Proviamo con la Stampa, cosmopolita, stampata a Torino ma proiettata ovunque, cribbio, non come i giornaletti di provincia. Apertura su Marino, poi tangenti siciliane, l’acqua che non c’è a Messina, una storia da Savona… dall’estero c’è solo la Cina con la politica del figlio unico che raddoppia. Facciamo un giro di titoli. Quello a reti unificate di Carlino-Nazione-Giorno è di cronaca nera: “Uccide la madre per il web”. Il Giornale ha una sintesi nipponica sul caso Marino: “Un kamikaze a Roma”. Libero torna sul tema dell’autodifesa boomerang per i cittadini: “Adesso i pm indagano anche chi spaventa i ladri”. In fondo, perfino in amore è sempre una storia di guardie e ladri. Buona giornata.

     

    Et voilà, Telecom de Paris. E’ il titolo di MF sulla scalata dei francesi a Telecom Italia. Tutti si chiedono: ma tra Bollorè e Niet c’è il concerto? Non trattandosi di musica, Consob ha “acceso il faro”, dunque abbiamo una garanzia di buio sulla faccenda. Il Sole 24Ore titola così: “Raid francese su Telecom. Niel (Iliad): abbiamo l’11,2%”. Catenaccio: “Vivendi: nessun concerto - Faro della Consob”. Qui il tema è semplice: le azioni si comprano sul mercato e le compra chi ha soldi. I soldi li stanno mettendo i francesi. Non sarà certo casuale, ma dovrebbe far riflettere i capitani (poco) coraggiosi di casa nostra. E il caso di dire: chi Vivendi vedrà.

     



     

    Marino & Pinocchio. Marino, come dicevamo, è indagato (notizia di Repubblica) e il legale conferma che il primo cittadino è sotto inchiesta da parte della Procura di Roma per il reato di peculato in relazione all'utilizzo della carta di credito, assegnatagli dall'amministrazione comunale, per le cene di rappresentanza o istituzionali. Fin qui, i fatti. Ora i commenti. Dichiarazione mattutina dell’ex assessore ai Trasporti Stefano Esposito ai microfoni del GR3: “Il sindaco Ignazio Marino ha mentito a tutti noi, ancora una volta, perché lui sapeva di questo avviso di garanzia da mercoledì e non lo ha detto. Io sono sconcertato per l'ennesima bugia, il che conferma che la valutazione politica che abbiamo fatto sulla sua incapacità di governare, di essere leale con chi gli è stato leale non era sbagliata”. Nel Pd è l’ora delle grandi scoperte. Meglio tardi che mai.

     

    Un buon dato sull’occupazione. Via Agi: “Continua a scendere il tasso di disoccupazione: a settembre si attesta all'11,8 per cento, in flessione di 0,1 punti proseguendo il calo di luglio (-0,5 punti) e agosto (-0,1 punti). Si tratta del minimo dal gennaio del 2013. Lo rileva l'Istat aggiungendo che nei dodici mesi la disoccupazione diminuisce dell'8,1 per cento (-264 mila persone in cerca di lavoro) e il tasso di disoccupazione di 1,0 punti”.

     

    L’influenza di Gramellini in prima pagina. Alt! E’ tornato Gramellini, era ora. Che scrive? Prima la notizia: Max aveva l’influenza e giaceva in uno stato – parole sue – “di soave rincoglionimento garantito dal febbrone”. E poi? Poi c’è il tema del pezzo: Matteo Orfini e Giancarlo Galan. Le disavventure dei due, in realtà, sono il propellente per raccontare l’influenza di Gramellini. Passaggi deliziosi. “Una sana influenza rende la vita meno monotona e un po’ meno seria” e naturalmente c’è la triste “condizione di forzata immobilità” e come sottovalutare il fatto che “una sana influenza sa ancora regalare emozioni inimmaginabili”, senza considerare tra l’altro che il “febbrone permette di cogliere il senso profondo di certe rivelazioni sensazionali” e dulcis in fundo scoprire la realtà provoca “un riso isterico ti squassa le membra”. Perbacco, mi spiace, non credevo fosse così grave.

     

    30 ottobre. Nel 1938 Orson Welles trasmette in radio un adattamento della guerra dei mondi provocando il panico negli Stati Uniti. Che genio.