Fatti, commenti, appuntamenti del giorno presi dal taccuino di Mario Sechi
A Bologna Salvini si è mangiato Berlusconi?
Titoli. Sui giornali la cosa sembra fatta, cotta, pronta da servire in tavola. Vent’anni di “spiazzamento” non sono serviti a niente, pare. Berlusconi digerito da Salvini? Calma, il Cavaliere può masticarlo il tempo, l’anagrafe, la biografia, ma sull’annessione e la liquidazione sarebbe meglio andarci cauti. Più facile che il partito, Forza Italia, si polverizzi per esaurimento d’energia e collasso spaziale. In ogni caso, i quotidiani su questo puntano, con sfumature tra il verde e l’azzurro. Primo caffè, Corriere della Sera: “A Bologna la piazza del centrodestra «Uniti per farcela»”. Ce la faranno? Dipende da Renzi. Appunti per il premier da Francesco Giavazzi, sempre sul Corriere: “…un quarto della crescita della produttività nel settore manifatturiero americano sia attribuibile alla nascita di nuove imprese”. Ecco il punto: se vuoi fare una nuova impresa in Italia servono mammasantissima, pazienza, rosari, stoicismo. Troppo. Altro? “Sala apre alla candidatura”. Chiude. Apre. Sembra una partita a poker. Si decida, Signor Expo, non è la richiesta di candidatura a Caronno Pertusella, essere candidati a Milano è un onore. Milano è diventata bella, scintillante, è una città inserita nel contesto delle metropoli europee che innovano e accolgono intelligenza. Ha idee, classe dirigente, coraggio, fantasia. Tutto funziona e c’è rispetto per il contribuente. Milano è la contemporaneità. Roma? A dieci anni di distanza. Siderale, forse irrecuperabile. Che fanno a Repubblica? Tirano le somme-conseguenze della gita di Bologna: “Salvini a Berlusconi: il capo sono io”. Poi, una seconda riga di titolo: “Il piano del Pd per Roma e Milano”. Quale? Leggiamo Rep: “«Io mi gioco tutto al referendum. Se lo perdo, vado a casa. Questo discorso non vale invece per le amministrative. So che è una partita in salita, ma non possiamo uscire sconfitti in tutte le città».”. Quello che parla sarebbe Renzi, la voce è quella da retroscena. Sì, vabbè, ma il piano anticipato nel titolo da Repubblica, dov’è? Non c’è. L’articolo è un luna park di candidature immaginarie (Laura Boldrini a Roma! Pure lei nella lista, come no, dopo il Marziano, la Madonnina del Pianto) e l’unica notizia sarebbe quella di Renzi che non schioda se perde le Amministrative. Anche questa, tra l’altro, situazione tutta da verificare, perché se fa crac al voto nelle grandi città, difficile per il segretario del Pd non trarne le conseguenze logiche e andare a chiedere la fiducia agli elettori che, tra l’altro, non ha mai avuto. Ah, su Repubblica, il pezzo di Concita De Gregorio, che cita “il mercatino biologico” e fa un viaggetto tra i rottami del Pd romano. Svoltiamo di nuovo a destra. Tutto il problema del Cav. sta in una parola: contemporaneità. E Giovanni Orsina sulla Stampa centra il tema: “Salvini è al momento l’unico leader di statura nazionale che stia al passo con i tempi”. E Silvio? “Berlusconi invece con questi tempi continua a sembrare mal allineato, e nelle uscite pubbliche - compresa quella di ieri - dà mostra di esser rimasto legato agli schemi, in larga parte superati, del 1994”. In ogni caso, qualcosa è successo a Bologna. Il titolo a reti unificate di Carlino-Nazione-Giorno è roccioso: “Salvini: il futuro sono io”. Catenaccio: “A Bologna Berlusconi evoca un listone di centrodestra ma la base rumoreggia. Il leader leghista: «Non si torna al passato»”. Sintesi del Giornale: “Non moriremo renziani”. Ottimisti. Buona giornata.
Renzi d’Arabia. Il presidente del Consiglio è in Arabia Saudita. Programma di oggi: visita alle 10 ia cantiere della metropolitana di Riad. Alle 13 incontra Re Salman bin Abdulaziz al Saud (Palazzo Reale). Emiri e portafoglio.
Caro Obama, caro Ben. Obama e Nethanyahu si incontrano oggi a Washington. Si parla di Difesa. E di un programma di cooperazione tra Stati Uniti e Israele per i prossimi dieci anni.
C’è vita fuori dall’Europa. David Cameron dice che il Brexit non sarà letale per il Regno Unito. Forse ha ragione, ma meglio prendere alcune precauzioni. Via Financial Times.
E’ finita l’era dei Brics. Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica non attraggono più gli investimenti. Fu Jim O’Neill di Goldman Sachs nel 2001 a coniare il termine Brics. Ottenne successo, aveva visto la traiettoria che stava prendendo l’economia e la finanza. Bene, oggi Goldman Sachs ha tagliato dell’88 per cento gli investimenti nei Brics. Il picco fu nel 2010, è finita un’era.
9 novembre. Nel 1799 Napoleone Bonaparte va al potere con il colpo di Stato del 18 brumaio.
Bonaparte al Consiglio dei Cinquecento, a Saint Cloud. 10 novembre 1799. Dipinto di François Bouchot, Versailles
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