Stefano Fassina (foto LaPresse)

Fatti, commenti, appuntamenti del giorno presi dal taccuino di Mario Sechi

L'implosione del centrosinistra prima delle amministrative

Mario Sechi
Quelli di Sinistra Italiana per far scorno a Renzi sono pronti a sostenere un candidato grillino a Roma. Stefano Fassina avanza le ragioni del rovescio e qui c’è tutto il Von Masoch del progressismo italico, la sua vocazione a perdere anche quando vince. Fatti, commenti, appuntamenti del giorno presi dal taccuino di Mario Sechi

    San Leone I, Papa e dottore della Chiesa.

     

    Titoli. Dal doping atletico a quello tipografico. La Russia accusata di aver varato un programma di Stato per dare all’atletica una pompatina chimica diventa l’apertura dei giornali. Andiamo in pista. Primo caffè, Corriere della Sera: “Doping russo, affare di Stato”. Catenaccio: “L’Agenzia mondiale: togliere le medaglie olimpiche. Mosca: attacco politico”. Paolo Valentino commenta con puntualità: “Con il duro attacco della Wada allo sport russo, accusato di «doping di Stato», Vladimir Putin subisce un grave colpo d’immagine. Lo scandalo, con la vasta rete di complicità e coperture, arriva fin dentro il governo federale e intacca uno dei pilastri del mito, rischiando di danneggiare la narrativa putiniana”. List si chiede cosa ci sia dietro gli spettacolari risultati degli atleti cinesi. Ma forse è chiedersi troppo, sono tempi in cui il cattivo è solo Mosca. Andiamo avanti. Repubblica non si fa sfuggire il problema del Cremlino, perbacco: “Doping di Stato via i russi dai giochi. Putin: un complotto”. La Stampa non può certo essere da meno, la vocazione cosmopolitica del giornale di Torino è intatta e non si discute: ““Doping di Stato”, bufera sulla Russia”. Sorpresa dal Messaggero, ma non troppo, in via del Tritone lo sport è la cosa più seria del giornale: “Doping di Stato, bufera Russia”. Gajardo. Come la impaginano la notizia alla Gazzetta dello Sport? “Dalla Russia con orrore”. Andiamo avanti. C’è un’altra notiziona da delibare: quelli di Sinistra Italiana che per far scorno a Renzi sono pronti a sostenere un candidato grillino a Roma. Stefano Fassina avanza le ragioni del rovescio e qui c’è tutto il Von Masoch del progressismo italico, la sua vocazione a perdere anche quando vince. Su Repubblica il fattaccio viene presentato così: “Fassina apre ai 5stelle, lite con Sel e Pd”. Champagne per tutti, dài. Goffredo De Marchis in poche righe attovaglia bene il tema: “Gli scissionisti del Pd hanno già le idee chiare. Fassina a Roma, De Magistris a Napoli, il sindacalista di Sel Airaudo a Torino. A Milano mai con Sala, nemmeno se ci sono le primarie. Così prende forma nelle città l’implosione del centrosinistra quando mancano pochi mesi alle amministrative. Va in crisi un modello vincente”. Con questo preludio, i candidati del Pd renziano sono destinati a perdere in quasi tutte le città. Andrà così? Se va così, poi è difficile per Renzi restare a Palazzo Chigi senza una verifica elettorale. Vedremo. Alt, fermi tutti: Marcello Sorgi ha verificato “la scomparsa dell’elettore moderato” e la Stampa non ha esitato un minuto a informarne il mondo. Visto la notizia, l’elettore moderato ha cominciato a inviare segnali dal pianeta terra: io sono sempre lo stesso, solo un po’ più vecchio e acciaccato. Quando mi levate l’Imu? Eccolo qui, il punto della questione, il tema dei temi, il portafoglio nella gabina elettorale, l’asso renziano. Intanto, alla sezione buone notizie, il Giornale avvisa che sul mattone incombe un dilemma da sistema di misurazione: “Cambia il valore delle case”. Cosa sono questi metri quadri? I liberali sono tutti chiamati alla difesa del vano! Sempre vano, il liberale. Libero mette insieme due fatti e scodella un titolo: “Aumentano la tassa sui rifiuti per pagare i debiti dell’Unità”. Cortocircuito, ma efficace. Libero ha sempre un sismografo puntato sulla Lega e di solito registra qualche scossa: “Tra il Cav. e Salvini, scalda i motori Zaia”. List segnala la presenza di Maroni. Quando ci sarà – se ci sarà – da pensare a un candidato premier, il presidente della Lombardia è quello con l’esperienza (fu un ottimo ministro dell’Interno), il tatto e il tratto istituzionale giusto. Vedremo. C’è vita anche nel titolo dei tre mondi paralleli Carlino-Nazione-Giorno: “Cambia la tassa sui rifiuti”. Dove splende il Sole 24Ore? Sui controlli fiscali: “Fisco, validi i controlli dei dirigenti decaduti”. Bene, si può andare oltre, ultimo caffè e titolo di MF: “Ora Rcs può vendere la Spagna e lo Sport”. C’è allegria, nel mondo dell’editoria. Buona giornata.

     

    Produzione industriale. Per sapere, per capire. Istat diffonde il dato sulla produzione industriale a settembre 2015.

     

    Il mito del tetto del contante. List segnala ai valorosi compagni della minoranza Pd e ai novelli scissionisti di Sinistra Italiana una tabella pubblicata da lavoce.info sul tetto al contante e la spesa degli italiani: dal 2008 al 2012 il tetto passa da un massimo di 12.500 euro al minimo di 1.000 euro.

     

     

    Effetto sulla spesa in contanti?  Una piccola diminuzione della quota, dal 43,7 per cento al 40,9. Al Sud la quota resta ferma al 60 per cento. Ergo, il tetto al contante non serve a niente. Non frena la liquidità in circolazione, non incentiva l’uso della moneta elettronica, non ferma l’evasione.

     

    Roma-Kabul. Stamattina il governo riferisce in commissione Esteri (riunita con la commissione Difesa) sul futuro della missione militare italiana in Afghanistan (ore 13.30)

     

    Tsipras dov’è? In Grecia e ha riaperto il contenzioso con l’Unione Europea. E’ ricominciato il sirtaki finanziario.

     

    10 novembre. Nel 1871 Henry Morton Stanley trova vicino al lago Tanganica il dottor David Livingstone, esploratore scomparso, e pronuncia una frase che resta nella storia: "Il Dottor Livingstone, suppongo?